Nella formula di un “nuovo umanesimo” espressa dal Presidente incaricato Conte non ho trovato alcun riferimento agli italiani all’estero. Giovanni Baldantoni, presidente dell’Associazione Lucani nei Balcani, da Palazzo Italia Bucarest, non nasconde la delusione. La sua è una testimonianza di come vivono le comunità di lucani all’estero questa fase della politica del Paese con occhi e orecchie puntati sulle tv per essere aggiornati. Il Presidente incaricato come tutti i politici – sostiene Baldantoni – non ha purtroppo piena consapevolezza che continua ad aumentare il numero di nostri connazionali all’estero. Il Rapporto sugli italiani nel mondo pubblicato di recente dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana lo testimonia. Quello che più ci ha dato fastidio in questa crisi è il riferimento, in caso di elezioni anticipate, al voto degli italiani all’estero con tutti i commentatori politici a sottolineare che allungherebbe i tempi per l’indizione di nuove elezioni. Insomma si conferma una visione degli italiani all’estero come un “problema” e soprattutto un problema burocratico per mettere in moto la eventuale macchina elettorale in Ambasciate e Consolati senza per altro interrogarsi perchè in occasione delle recenti elezioni europee hanno votato così pochi. E’ il caso di ricordare che alle europee di marzo gli aventi diritto, tra i nostri connazionali residenti in Europa, erano 1.676.123 e solo 127.926 di loro, pari al 7,6%, si sono recati in uno dei 237 seggi elettorali allestiti nelle ambasciate, negli Uffici consolari e negli Istituti di cultura. In Romania hanno votato appena 408 su 7.329 elettori (5,57%). Le cause: in primo luogo, per esercitare il nostro diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo era necessario registrarsi nel Paese di residenza, ma il tempo che ci viene concesso per farlo è stato davvero poco. Le condizioni date, che limitano la partecipazione e costringono gli elettori a spostamenti di diverse centinaia di chilometri per esprimere il proprio voto, di fatto scoraggiano. Per non parlare delle disfunzioni amministrative causate dalla gestione di due diversi ministeri: il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale e quello dell’Interno che produce i registri degli elettori.
Ma – dice ancora Baldantoni – prima di parlare di nuovi strumenti di voto all’estero, continuiamo a seguire il tentativo di Conte con l’auspicio che tra le novità che si intendono introdurre ci sia anche un nuovo modo di rapportarsi alle nostre comunità all’estero profondamente cambiate specie in Europa. Nei Paesi Balcanici ci sono tantissimi piccoli imprenditori che fanno la spola con la città di origine e di attività e che vogliono esportare le nostre produzioni. Ad essi va rivolta l’attenzione. Sinora invece il governo Italiano è stato sempre più distante dagli Italiani all’estero, mentre crescono le attivita’ professionali di organizzazioni private come Palazzo Italia, i circoli associativi privati, le congregazioni religiose. Anche la Regione Basilicata può fare molto e di più. Aspettiamo la ricomposizione della Commissione Lucani nel Mondo rinnovando la richiesta che si modifichi l’attuale regolamento che penalizza l’adesione all’Albo Regionale perché non tiene conto soprattutto della grande novità del fenomeno migratorio rappresentata da numerosi cittadini ed imprenditori che non si trasferiscono e risiedono tutto l’anno all’estero ma scelgono invece di “fare la spola” tra Basilicata e Paese estero. Incoraggiare e non respingere la partecipazione dei lucani (italiani) che vivono all’estero deve diventare la priorità.
Ago 30