Bambini con bisogni “speciali” di Matera, Volt scrive al Presidente della Repubblica Mattarella. Di seguito i particolari.
Dallo scorso mese di ottobre, almeno 100 bambini disabili non hanno più accesso alle terapie riabilitative che dovrebbero essere garantite in base all’articolo 26 della legge 833 del 1978: logopedia, neuropsichiatria, neuro-psicomotricità, fisioterapia, terapia occupazionale. La Regione Basilicata, infatti, da tempo non assicura più le risorse finanziarie necessarie a rimborsare i centri accreditati.
Di seguito il testo della lettera aperta
Gentile Presidente della Repubblica, questa è una storia di ingiustizia, di discriminazione e di spreco. E’ una storia che riguarda almeno 100 bambini ed altrettante famiglie, tutte di Matera. Ma interessa necessariamente anche l’intera collettività, se è vero – come scriveva Dietrich Bonhoeffer – che “il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini”. Questi 100 bambini sono persone con bisogni “speciali”: sono bambini con disabilità ai quali, purtroppo, sono state sospese le terapie riabilitative cui hanno diritto, allo stesso modo in cui ne beneficiano quelli che risiedono in altre zone della Basilicata o in altre regioni italiane. C’è una norma che garantisce questi diritti (articolo 26 della legge 833 del 1978) affinché siano assicurate attività fondamentali, quali logopedia, neuropsichiatria, neuro-psicomotricità, fisioterapia, terapia occupazionale. Ed è assolutamente indispensabile che queste attività vengano svolte soprattutto fino all’età di 12 anni, in quanto è in questa fase della crescita che è possibile migliorare la plasticità neuronale; è in questa fase che i bambini sviluppano il proprio potenziale per una reale inclusione e per migliorare la qualità della vita. Necessitano – adesso! – di fare quel “rifornimento” di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, per acquisire quelle abilità e competenze che abbiamo il dovere di trasmettere loro. Ogni giorno di terapia perso, è un giorno perso per sempre. Allora, abbiamo solo due possibilità: o siamo in grado di fermare il tempo, oppure assicuriamo ai bambini le terapie e le attività cui hanno diritto. Gentile Presidente, insieme a questi bambini e alle loro famiglie, riponiamo tutta la nostra fiducia nella Sua sensibilità, come ha sempre dimostrato fattivamente, per superare questa grave forma di discriminazione, che produce un ulteriore ed insostenibile peso per quanti vivono esperienze dolorose e solitarie; affinché possano, invece, trovare un sostegno concreto e diventare a loro volta risorsa per altri.