Il Consiglio regionale della Basilicata, riunitosi oggi in seduta straordinaria, su richiesta dei consiglieri regionali Dina Sileo e Gianuario Aliandro (Lega), Mario Polese e Luca Braia (Iv), Roberto Cifarelli e Marcello Pittella (Pd) e Francesco Piro (Fi), ha approvato,all’unanimità , una risoluzione con la quale si impegna la Giunta regionale “ad interloquire con i Commissari al fine di: scongiurare la chiusura di filiali in Basilicata in realtà mono servizio e aree interne il cui collegamento con i comuni nei quali vengono erogati i servizi bancari è difficoltoso; evitare disservizi nelle tesorerie; rivedere gli accordi che penalizzeranno i dipendenti lucani provenienti dalla ex Banca Mediterranea; verificare che quanto previsto alla lettera a) art. 96 bis D.Lgs. n. 385/1993 modificata dall’art. 1, comma 6, D. Lgs. n. 30/2016, non si concretizzi in un danno alle casse della Regione Basilicata e degli Enti sub – regionali”. Si chiede, altresì l’impegno “A confrontarsi con i Ministeri competenti e con i Presidenti delle altre Regioni del sud per definire una strategia comune tra Governo e Regioni del Sud finalizzata al rafforzamento del sistema bancario pubblico e privato per il sostegno degli investimenti e la crescita del Mezzogiorno”.
Con il documento si evidenzia che “la BpB è il più grande istituto bancario del Mezzogiorno, con 36 filiali attive in Basilicata e che, in seguito al protrarsi dello stato di crisi finanziaria è stata sottoposta, dal 13 dicembre 2019, ad amministrazione straordinaria dalla Banca d’Italia. Il compito affidato ai Commissari mira alla ricostruzione del patrimonio con immissione di liquidità sia del Medio Credito Centrale che del Fondo Interbancario”. “Il 10 giugno 2020 – si legge ancora nel documento – è stato raggiunto l’accordo tra sindacati e Commissari sul piano di salvataggio che prevede circa 650 esuberi, anziché i 900 previsti dal Piano di salvataggio presentato dai Commissari, spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione, ‘quota 100’, gestiti su base volontaria e la chiusura di 91 filialianziché 94”. “In Basilicata, stando al Piano – viene sottolineato ancora con il documento – saranno chiuse 7 filiali e che i dipendenti lucani provenienti dalla ex Banca Mediterranea, a differenza dei colleghi pugliesi, avranno consistenti riduzioni economiche. La chiusura delle filiali si tradurrebbe in una grave perdita dei servizi che condannerebbe, soprattutto nei piccoli territori, imprenditori e cittadini ad essere ancora più isolati rispetto ai servizi essenziali per la comunità, quali quelli bancari”.
Prima della votazione sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Sileo, Polese, Aliandro, Braia, Coviello, Perrino e gli assessori Cupparo e Fanelli.
“A seguito dell’accordo sottoscritto tra sindacati e i commissari straordinari della Banca Popolare di Bari – ha detto il consigliere della Lega Dina Sileo – a fronte della salvaguardia dei livelli occupazionali, è stata decisa la chiusura di sette filiali nella nostra regione, conservando la direzione generale di Potenza. Il nostro territorio dunque verrà colpito comunque perché la chiusura delle filiali comporterà una perdita di servizi in paesi che già scontano la mancanza di essi in altri settori. Pertanto, credo che la Regione Basilicata debba impegnarsi e trattare con i commissari per capire quali parti del territorio devono essere maggiormente tutelate. La politica è chiamata a dare risposte e a farsi sentire ai tavoli interessati. Non ci possiamo permettere, in un momento così difficile, di non tutelare né i livelli occupazionali né ancor più di penalizzare territori già isolati con sottrazioni di filiali e servizi”.
“La Banca Popolare di Bari, un vero punto di riferimento per il sistema bancario anche della Basilicata e che ancora oggi con i suoi circa 300 dipendenti lucani rappresenta un presidio avanzato a cui non possiamo rinunciare”. Lo ha detto il consigliere regionale di Italia Viva, Mario Polese che ha chiesto al presidente Bardi “di farsi carico di questa emergenza, mettendo in campo tutto ciò che è nel proprio potere di interlocuzione con la dirigenza della banca ma anche con gli altri presidenti di Regione interessati dal suo ridimensionamento. L’accordo sindacale dei giorni scorsi – ha proseguito – non può andare bene alla nostra regione, tanto più che la BpB continua ad essere tesoriera della Regione e di molti altri enti pubblici lucani. La Basilicata – ha concluso Polese – non può permettersi una situazione così penalizzante in un quadro reso già drammatico per le vicende relative al covid-19”.
Per il consigliere della Lega, Gianuario Aliandro “Già da tempo negli ambiti finanziari c’era il sentore che la gestione inadeguata della Banca Popolare di Bari e le istituzioni avrebbero dovuto percepire che la Banca stava imboccando una strada senza ritorno, ma così non è stato. Noi riteniamo giusto offrire continuità aziendale e consentire il rilancio dell’istituto di credito nell’interesse dei lavoratori e dell’economia del territorio, delle famiglie e delle imprese. Per fare ciò occorre, però, dare un segnale di discontinuità rispetto alla gestione precedente dell’istituto. Come Regione Basilicata –ha conclusoAliandro – abbiamo il dovere di vigilare sulle varie fasi della trattativa e spronare il Governo Conte a mettere in sicurezza i livelli occupazionali, ma al tempo stesso tutelare gli azionisti e tutto il sistema che ruota intorno alla banca. Solo così potremo salvaguardare questa risorsa importantissima per l’economia di tutto il Mezzogiorno”.
“La situazione della Banca Popolare di Bari – ha detto il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia – con la chiusura delle filiali sul nostro territorio è un momento doloroso per le famiglie ma anche per il sistema delle imprese che interagiscono con questo istituto. Bene riunirci oggi e chiedere alla Giunta di intervenire. Ma quello che sta succedendo in Italia e in Europa, in questo momento, deve portarci a chiedere con forza al presidente Bardi di costruire un tavolo di concertazione con i presidenti delle altre Regioni del sud affinché il sistema del credito sia capace non solo di raccogliere i risparmi del Mezzogiorno ma anche accompagnare le imprese che saranno chiamate a fare da locomotore per il Mezzogiorno nella fase di sviluppo che ci auguriamo arrivi dopo questo lockdown. Fondamentale sarà l’attenzione del sistema bancario verso il sistema delle imprese locali”.
“E’ giusto ricordare la storia della Banca Popolare di Bari che si incrocia con l’operato di altri istituti di credito, quali la Banca popolare di Pescopagano, poi fusasi con la Banca di Lucania e divenuta Banca Mediterranea, realtà che hanno operato a lungo, lasciando un segno importante sul territorio lucano”. Così il consigliere regionale della Lega Tommaso Coviello che ha richiamato l’accordo raggiunto in questi ultimi giorni fra i sindacati e i commissari della banca, auspicando che sia stato ben concepito così da salvaguardare i livelli occupazionali, tutelare gli azionisti e l’intero sistema che ruota intorno all’istituto. Da parte della Regione il nostro impegno sarà quello di favorire ulteriori azioni volte a rendere più chiaro il quadro di insieme necessario perché il sistema creditizio sia utile al tessuto socio economico lucano e ne sostenga gli investimenti”.
“Chiediamo che nella risoluzione finale che ci apprestiamo ad approvare – ha detto Gianni Perrino del M5s – sia inserita anche una parte riguardante la necessità di prevedere che, dalla situazione della Banca Popolare di Bari, non derivino rischi per le casse regionali nel frattempo che si conclude la procedura negoziata da parte della stazione unica appaltante per l’assegnazione della tesoreria. Certamente il problema della chiusura delle filiali è importante ma bisogna salvaguardare tutti i cittadini, chi ci lavora ma anche tutti coloro che vivono in Basilicata e che potrebbero avere ripercussioni non piacevoli sia dal punto di vista sociale che economico”.
“Come Partito Democratico ci riteniamo soddisfatti della risoluzione finale così come emendata durante la pausa dei lavori – lo ha detto il consigliere del Pd Roberto Cifarelli-riferendosi, in particolare,alla disparità di trattamento per i dipendenti della stessa banca quali quelli della Banca Mediterranea.Nello stesso tempo si chiede di recuperare una grande opportunità per il Mezzogiorno attraverso la nascita di una grande banca pubblica che supporti gli investimenti e, quindi, la crescita di quest’area del paese. Chiediamo al presidente Bardi di avviare l’interlocuzione anche con i presidenti delle altre Regioni. Il Mezzogiorno ha bisogno del sostegno al credito, ha bisogno di sviluppo e senza una grande banca il gap con il nord non si ridurrà”.