Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’onorevole Vincenzo Viti sulle polemiche per il bando del nuovo logo di Matera 2019.
Siamo posti di fronte alla notizia: è pronto il bando per un nuovo Logo per Matera 2019. Si naviga verso Matera-Basilicata-2019. Non vi sono ancora le risorse per la fantastica avventura e già si arroventano i ferri nella cosidetta guerra del Logo: una guerra sul nulla. Parliamone, ma senza esagerare ed evitando di cadere in uno spartito banale.
Pasquale Doria scrive cose assennate. Un Logo è un espediente simbolico. Può identificare o disperdere. Meglio identificare, naturalmente, puntando a includere e a totalizzare se vi è una qualche ambizione. Ma quel che conta è la filosofia, il progetto, se ve n’è uno. Di questo sarebbe giusto parlare. Ma parlarne con costrutto e senza divagare, senza nascondersi dietro il Logo o sotto il Logo, a seconda dei punti di vista. Colpisce la finezza (ma è solo tale? Non nasconde una furbesca retromarcia?) con cui si definiscono le fondamentali differenze fra “nuovo Logo” e “restyling”. Segno che Logo o non Logo la sostanza è altra. Ed è sostanza che nessuno potrebbe nascondere. Il tema è se la “Politica” (cioè un’idea di città futura che meriti il titolo di Capitale della Cultura) saprà porsi nella condizione di governare la Fondazione utilizzando beninteso la qualità dei tecnici (cioè dei “maitres” chiamati ad un impegno professionale). Ma il paradosso è che, chi pone legittimamente una questione come questa, non si chiede come mai la “Politica” non abbia assunto il tema del “governo del futuro” al tempo della vicenda elettorale. Forse perché allora la perfetta (ed anomala) identità fra Sindaco e Presidente della Fondazione abrogava tutti i dubbi sull’illuminazione che quella coincidenza “assicurava?”. Ma quella della distinzione fra profili e responsabilità del Sindaco e del Presidente della Fondazione, posta fra le condizioni per assicurare un impegno unitario del PD nella vicenda elettorale, non era una delle questioni dirimenti? Non pretendeva già da allora una riflessione adeguata, magari preventiva? La stessa che oggi emerge tardivamente e capziosamente nelle polemiche farlocche sul Logo: se da restaurare o da innovare? Sapendo che un Logo non potrebbe mai “coprire” o favorire le supposte strategie di sopraffazione che emergono nelle polemiche di campanile (retaggio di arcaici pregiudizi che si affacciano a giorni alterni e che sarebbe ora di superare nella disperazione della crisi che affligge il Sud e la regione)?
Quindi il tema vero è la “Politica”. Tema misterioso e inquietante. Perché esige che vengano chiarite questioni non peregrine che non possono essere lasciate nelle mani dei grotteschi dichiaratori di crociate etiche e di espulsioni etniche.
Aggiungiamo che il tema vero si pone a proposito della “governance”. Se la Fondazione è istituzione chiamata ad esprimere lo spirito unitario e civile della città, è necessario che essa si doti delle qualità di una struttura orizzontale (la governance tecnica e professionale che va depurata da conflitti di interesse) sia di una guida politico-intellettuale di assoluto livello se non unica, almeno per mezzo di un elevato vertice rappresentativo, compendio e garanzia di un’effettiva e riconosciuta capacità direzionale. Soluzione che sposa appieno poi la prospettiva del Forum, che il Sindaco peraltro accoglie, nel quale i sodalizi e i mondi vitali che animano l’associazionismo civico della città manifestino capacità di interlocuzione e di controllo.
Il Consiglio comunale di Matera torni quindi ad essere centrale, soprattutto trovi le necessarie convergenze politiche, possibilmente unitarie, nella formulazione degli indirizzi statutari della Fondazione, concorra a recuperare serenità critica e a definire le linee dell’unico vero impegno cui dovrebbe appassionarsi: la definizione del Piano Strategico, insieme con la conclusione degli itinerari dell’urbanistica cittadina, dal Piano strutturale al Regolamento edilizio. Tutti temi non astratti ma legati alle dinamiche che la città saprà darsi nei prossimi anni. Nelle mie responsabilità di Amministratore della Svimez ho promosso insieme con il Sindaco una interlocuzione preliminare con l’Istituto che, fra l’altro, nel recente Rapporto, ha fatto riferimento ad un Focus specifico su Matera Capitale.
Ognuno perciò faccia il suo. Non vi è una tavola apparecchiata ma una tavola da apparecchiare: solo per vegetariani.
Vincenzo Viti
Caro Vincenzo Viti,cerca di spiegarci ed identificare almeno una cosa ed un motivo che legano Matera alla provincia di Potenza piuttosto che alla Puglia ed in particolare l’atea murgiana,abbiamo il dialetto è la cultura molto simili e vicine,quando personalmente casualmente passo da Potenza non sento mio quella cultura e quel territorio,insomma credo che Matera ed i Materani siano più’ pugliesi che Lucani.
Che pianto questa Matera che evidentemente si piega!