Bando periferie e decreto Milleproroghe, senatore Pasquale Pepe (Lega): “Pd mente sapendo di mentire, ecco la verità”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Sul bando periferie occorre fare chiarezza. Il Pd di Renzi ha promesso soldi che non poteva spendere. A dirlo è la sentenza numero 74/2018 della Corte Costituzionale, emessa nel mese di aprile, che dichiara incostituzionale il comma della finanziaria del 2016 che prevedeva fondi per la seconda parte dei Comuni partecipanti.
In particolare, la sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità del comma 140, dell’articolo 1 della legge n. 232 del 2016, in quanto «non prevede un’intesa con gli enti territoriali in relazione ai settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale». La Corte si è espressa sul ricorso avanzato dalla Regione Veneto, secondo cui gli interventi finanziabili con il suddetto fondo avrebbero potuto interferire su materie di competenza concorrente come la ricerca scientifica e tecnologica, le reti di trasporto e di navigazione, il governo del territorio, la protezione civile, l’edilizia scolastica. Il Governo, quindi, avrebbe dovuto raggiungere un’intesa con le Regioni. L’assegnazione di una quota delle risorse del Fondo investimenti al fondo periferie rientra nella materia del “governo del territorio” che, ai sensi dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione,è di competenza concorrente.
Alla luce di tali considerazioni, si ricorda che il DPCM del 29 maggio 2017, con il quale una quota complessivamente pari a 800 milioni di euro è stata assegnata al fondo periferie, non ha ottenuto alcun parere in Conferenza Unificata.
Ad essere stato sottoposto ad un parere in tale sede era stato, il 14 aprile 2016, il solo DPCM 25 maggio 2016, concernente il bando con il quale sono state definite le modalità e le procedure di presentazione dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle Città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia.
Quindi, i primi 24 Comuni sono stati finanziati regolarmente, quelli della seconda tornata no. È chiaro allora che si è trattato di un’operazione spot del Pd prima delle elezioni. Per rimediare a questa presa in giro del precedente Governo e sulla base della sentenza della Corte costituzionale, con l’emendamento in questione, votato all’unanimità dal Senato, abbiamo liberato 2 mld di euro (prima bloccati dal Pd con l’assurda austerity imposta dalla legge di bilancio). Finalmente quindi tornerà ad esserci possibilità di spesa per tutti i Comuni che hanno saputo ben amministrare, non solo per quelli del bando, i quali, comunque, avranno coperture per i primi impegni presi e anche per altre opere. Allo stesso tempo si tiene viva la graduatoria del bando periferie spostandone il finanziamento al 2020, per trovare risorse reali e spendibili e non inesistenti, con cui realizzarlo legalmente.
In sintesi, il Pd con le sue polemiche strumentali mente sui social e sui mezzi di comunicazione, mentre in Parlamento, conoscendo la questione, per salvare la faccia ha votato l’emendamento.
Inoltre, l’emendamento non riguarda solo le Regioni del Sud, come artatamente il Pd cerca di far credere, ma i Comuni di tutta Italia che, per loro sfortuna e per incapacità del centrosinistra, si trovano in questa situazione.