Giovedi 10 ottobre è stata presentata alla Segreteria del Comune di Matera la richiesta di indizione del Referendum per decidere sul passaggio della città dalla Basilicata alla Puglia. Promotori dell’iniziativa, Corrado Danzi e Tito Di Maggio, componenti dell’associazione Matera terra d’Otranto. Il Consiglio comunale di Matera entro 15 giorni dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità per materia e sulla formulazione del quesito. Nei successivi 15 giorni la decisione deve essere comunicata ai proponenti che avranno a quel punto 60 giorni di tempo per raccogliere le 50 mila firme necessarie che saranno validate sempre dalla Segreteria comunale nei successivi 30 giorni. Il Referendum è indetto nei 120 giorni successivi alla presentazione delle firme.
La strada dunque è ancora lunga e non sappiamo che fine farà questa proposta ma il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi ha già espresso il suo giudizio negativo quando dichiara che “Il tentativo di lucrare qualche consenso agitando antagonismi e contrapposizioni che appartengono più al mondo dello sport che alla vita sociale, economica e politica, rischia solo di tradursi in divisioni e autolesionismo. Queste iniziative possono produrre uno scollamento tra Matera e il resto del territorio, a partire dalla sua stessa provincia che avvertirebbe la tentazione della città dei Sassi di non farsi carico anche delle problematiche dell’hinterland. Tra l’altro, tutto ciò impatterebbe sull’immagine di Matera che a livello internazionale viene percepita come il simbolo di una Basilicata capace di interagire virtuosamente con il resto del Paese, l’Europa e il mondo”.
Proprio perché, come sostiene Bardi, Matera è percepita come il simbolo della Basilicata, mi chiedo perché Bardi, pur essendo stato riconfermato alla guida della Regione, continua ad ignorare il territorio materano, a cominciare dalle dinamiche politiche legate al successo di Matera capitale europea della cultura 2019, completamente bloccato da quando è arrivato al governo regionale il generale della Guardia di Finanza Vito Bardi. Evidentemente Bardi predica bene nei comunicati stampa ma razzola malissimo perché la città di Matera non è più al centro dell’agenda politica regionale. Un vero peccato perché il successo di Matera 2019 aveva innescato un processo virtuoso per tutta la Basilicata, grazie agli investimenti sulla cultura. Invece la Fondazione Matera-Basilicata 2019 non dispone più delle risorse per mettere in campo azioni importanti che garantiscono la giusta visibilità ad una città che ormai grazie al web è diventata una delle mete più richieste dai visitatori di tutto il mondo. Matera con gli investimenti adeguati della Regione Basilicata può garantire sviluppo e occupazione non solo al settore turistico ma anche in altri ambiti produttivi. Invece la Regione Basilicata ha complemente abbandonato il nostro territorio. Di fronte ad una politica che guarda solamente al capoluogo di regione e investe solamente sul territorio di Potenza e provincia è chiaro che i cittadini materani pensano alle opportunità che può garantire invece la Puglia e di conseguenza questa proposta di referendum per trasferire Matera in Puglia non è altro che la risposta inevitabile da parte del popolo alla politica della Regione Basilicata che premia Potenza e ignora Matera. Ecco perché il politichese di Bardi non può essere tollerato dai materani e da tutti quelli che hanno “Matera nel cuore”.