Marzio Muscatiello, presidente dell’associazione Azione Disabili Marziolino Odv) ha inviato una lettera ai rappresentanti istituzionali del G20 che saranno presenti nel pomeriggio di martedì 29 giugno a Matera. Di seguito la nota integrale.
Io chiedo semplicemente il rispetto della legge e delle più elementari regole di uno stato di diritto, democratico e civile come l’Italia ritiene di essere.
Come sapete l’art. 3 comma 2 della Costituzione demanda al legislatore il compito di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che possono ostacolare l’attuarsi in concreto del principio di eguaglianza. E’ proprio sulla base di questa specifica previsione costituzionale che va inquadrata tutta la legislazione ordinaria in tema di disabilità, ivi compreso l’aspetto della mobilità e il correlato obbligo per la Pubblica Amministrazione di eliminare le barriere architettoniche.
Con l’entrata in vigore in Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, con la legge n° 18 del 3 marzo 2009, il predetto diritto alla mobilità si è qualificato ulteriormente come diritto all’accessibilità e in base all’art. 9 della Convenzione tale diritto è strettamente correlato alla realizzazione di alcuni dei più rilevanti principi cui è finalizzata la Convenzione stessa come sanciti all’art.3, vale a dire il diritto per le persone con disabilità alla vita indipendente e all’inclusione sociale. Nel 2012, ai fini del rispetto dei principi di cui sopra e per il rispetto della legge e dei diritti delle persone con disabilità, il Presidente della Associazione di Volontariato Azione Disabili Marziolino ODV, si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione verso il Comune di Matera per l’applicazione della normativa sui P.E.B.A. (piani eliminazione barriere architettoniche) art. 31 comma 21 e 22 della legge n° 41 del 1986, nonché dell’applicazione dell’art. 24 comma 9 della legge 104 del 1992 la quale prescrive di integrare il PEBA con il PAU (piani di accessibilità urbana).
Diciamo basta, siamo stanchi di non poter vivere in società! Vogliamo essere persone libere; vogliamo essere liberi di crescere, di girare per la città, di studiare, di lavorare, di autodeterminarci, di diventare adulti, realizzare la nostra felicità, senza dover vivere costantemente con un piede in un istituto o con la stessa angoscia di chi aspetta un treno che sa che tanto non passerà mai.
Una barriera architettonica è un qualunque elemento costruttivo che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione di servizi, in particolar modo a persone disabili, con limitata capacità motoria o sensoriale. La barriera architettonica può essere una scala, un gradino, un rampa troppo ripida, i negozi e gli uffici pubblici, le strade con mille problematiche dai dislivelli, alle buche e che dire dei marciapiedi con pali della luce , tabelle, bidoni e marciapiedi tagliati, non in regola con le misure.
Qualunque elemento architettonico può trasformarsi in barriera architettonica e l’accessibilità dipende sempre dalle caratteristiche personali della singola persona. Per limitare al massimo il criterio di soggettività sono state sancite delle leggi e stabilite delle regole comuni.
Aiutateci ad abbattere le barriere architettoniche altrimenti denunceremo alla Magistratura :
a – Il Comune di Matera “Capitale europea della cultura” con i marciapiedi pieni di pali dell’illuminazione, tabelle, bidoni e marciapiedi tagliati per dar posto al bidone.
b – Faremo togliere il titolo di “Capitale europea della Cultura, questa città merita il titolo di Capitale della vergogna.
Potremmo continuare nell’elencare i casi nei quali i diritti dei cittadini e delle persone con disabilità vengono negati, disattesi e calpestati alla faccia della nostra Carta Costituzionale, delle leggi, dello stato di diritto e della tutela dei più deboli. Mi rivolgo a voi per sapere se questo comportamento del Comune di Matera e della Regione Basilicata può essere accettato ed è legale in un paese civile come l’Italia ritiene di essere?
In attesa di un gentile riscontro, vi porgo i più rispettosi saluti.