Il Vice Presidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, e il Presidente del Gruppo Consiliare Basilicata Casa Comune, Giovanni Vizziello, hanno presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale per chiarire lo stato di avanzamento del progetto “Energie rinnovabili a servizio del sistema idrico lucano” e i ritardi che ne stanno compromettendo la realizzazione.
L’iniziativa, prevista dagli accordi tra Regione Basilicata ed Eni nell’ambito del piano “Energie rinnovabili per la sostenibilità del settore idrico lucano”, prevede la realizzazione di tre impianti fotovoltaici destinati ad alimentare il sistema idrico gestito da Acquedotto Lucano S.p.A. per un investimento complessivo di 55 Meuro. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i costi energetici del servizio e garantire un abbattimento delle tariffe per cittadini e imprese. Tuttavia, emergono ritardi significativi che rischiano di compromettere i benefici attesi.
Secondo quanto emerso, l’impianto inizialmente previsto a Lavello sarebbe stato rilocalizzato a Ferrandina, ma l’identificazione definitiva del sito non è ancora avvenuta, generando incertezza sui tempi di realizzazione. Inoltre, la progettazione degli impianti previsti ad Aliano e Irsina avrebbe richiesto più tempo del previsto, determinando un probabile slittamento di almeno sei mesi rispetto alle scadenze iniziali. Questo ritardo, oltre a posticipare i vantaggi economici e ambientali del progetto, comporta un incremento dei costi energetici per Acquedotto Lucano, con il rischio che tali oneri possano ricadere sulle casse pubbliche e, di conseguenza, sugli utenti finali.
“Questo progetto – dichiarano i consiglieri Chiorazzo e Vizziello – dovrebbe garantire maggiore sostenibilità al sistema idrico lucano e ridurre l’impatto dei costi energetici sulle bollette dei cittadini. Chiediamo al governo regionale di chiarire quali siano le reali tempistiche di realizzazione degli impianti e chi si farà carico degli eventuali costi aggiuntivi legati ai ritardi accumulati.
Un altro nodo cruciale riguarda il contratto-ponte con cui Eni e Shell si erano impegnate a fornire temporaneamente energia ad Acquedotto Lucano a un costo di 82 euro per Megawatt. Alla luce del generale calo delle tariffe energetiche, appare necessario rivedere queste condizioni economiche per evitare che il mancato rispetto del cronoprogramma si traduca in un ulteriore svantaggio economico per la Regione e per i cittadini.
Serve trasparenza su ogni aspetto di questa vicenda – concludono i consiglieri regionali di Basilicata Casa Comune –, vogliamo risposte chiare su quando gli impianti entreranno in funzione e se la Regione intenda garantire il rispetto degli accordi e una gestione più attenta delle risorse destinate a questo progetto, non poche, e che dovrebbero determinare vantaggi diretti ai cittadini ed alle imprese lucane”.