Basilio Gavazzeni chiede più sicurezza per il rione Agna di Matera. Di seguito la nota integrale.
Per decenni sono stato la vigile sentinella di Piazza Sant’Agnese, di giorno e di notte, perché fosse un sicuro luogo di socialità, ma, avviandomi al simbolico traguardo degli ottant’anni, ritengo che quella supplenza non spetti più a me, anzi che il tempo delle supplenze sia finito, e che coloro che lo Stato paga per svolgere un servizio, lo debbano adempiere.
Nonostante dorma in una stanza della Parrocchia di Sant’Agnese che una doppia parete cieca separa dalla Piazza, con le finestre prospicienti i campi sportivi inquadrate da infissi antirumore, non ignoro che la notte qualcosa di insopportabile si consumi nella Piazza e nei dintorni.
Me ne riferiscono le persone che risiedono nel circondario e che non ne possono più, persone in genere anziane, perciò fragili e inermi, che la sera, chiuse le porte e le finestre di casa, vorrebbero riposare in pace, ma sono afflitte perfino oltre le due di notte da chiasso, da urla disumane, dallo strepito di motorini imperversanti con le marmitte maggiorate, peggio, da esplosioni talvolta immani di botti.
I protagonisti delle prevaricazioni – tali sono, non lieto romore leopardiano – sono adolescenti più o meno noti e altri coetanei di ritorno dal Centro, forse un po’ bevuti e accesi di adrenalina, che discendono verso Agna Le Piane.
Dio non consenta che, una volta o l’altra, un eventuale detentore di arma da fuoco, com’è accaduto altrove in Italia, esasperato fino alla follia, la imbracci per disperdere gli impuniti che provengono da famiglie in disagio più che scapate o irresponsabili, e che vivono nell’esclusione dell’estrema periferia.
Sorgesse finalmente a Matera un uomo pubblico che, adottando il motto di Vaclav Havel vivere nella verità, abbracciasse la causa antiretorica delle periferie e, attento alla loro realtà spoglia di glamour, ne traesse la popolazione di paria alla dignità della riconosciuta e solidale cittadinanza.
Agna de sura (di sopra) e Agna de sóta (di sotto), per dirla in dialetto bergamasco, non hanno la pretesa di essere salvaguardate come una comfort zone elitaria, ma rivendicano almeno la decenza cittadina.
Mi chiedo se ormai non sia il caso di dotare Piazza Sant’Agnese di un paio di telecamere di videosorveglianza, visto che al buon osservatore non sfugge che addirittura in pieno giorno vi si svolgano anche incontri e scambi sospetti.
Gli abitanti di Contrada Le Piane, invece, lamentano l’assenza di nettezza urbana; chiedono dissuasori di velocità che impongano di rallentare a chi impazza con la moto; rischiano di azzopparsi per la impraticabilità dei marciapiedi ammalorati; reclamano di essere difesi dai balordi che anche sotto le loro case infestano le notti.
In credente attesa di un messia pubblico performativo, a nome del Quartiere a sud di Matera, chiedo alle autorità, dalla Prefettura all’Amministrazione comunale e alle Forze dell’Ordine che gli venga garantita almeno la vigilanza notturna.
Nel frattempo si spera che, concluse le vacanze, il ritorno alla scuola e al lavoro e i primi freddi dell’autunno disperdano i tristi e infelici disturbatori la cui condizione morale e intellettuale, ahinoi, non sembra stare a cuore a nessuno.