Bisogna essere riconoscenti alle persone di varia inoccupazione che in questa tornata elettorale sono assoldati o si prestano a diffondere le immaginette dei candidati e a chiedere voti, rinnovando l’antica tradizione dei colportori. Ne devono avere di coraggio e faccia indurita per suonare alle porte allungando figurine pigramente simili e piuttosto brutte, pronti a piazzarne mazzetti se trovano un’ospitale e collaborativa benevolenza. Qualcuno se ne disfa già per strada, allocandole sulle macchine, spargendole dove c’è uno slargo o un parcheggio, poi, avanti, su e giù, per appartamenti, infilandole nelle cassette della posta e sotto gli usci. Rari quelli provveduti di lingua e dialettica che aderiscono con tutto il cuore al loro compito e, mentre le porgono, si espongono “ facie ad faciem” a confronti esasperati fino al contraddittorio con gli interlocutori più pazienti. Cozzano, poveri cristi, con la distrazione stagnante o frenetica che caratterizza la nostra vita. Che almeno nessuno riservi loro lo spregevole “vaffa”! C’è nella nostra popolazione una percentuale non trascurabile di cittadini travagliati da povertà e malattie che trattengono l’anima con i denti. Si fa presto a denunciare l’odierna tendenza al soggettivismo e al disimpegno. In realtà vi sono cittadini troppo fragilizzati per investire un briciolo di forza nell’interesse comune. Vi sono anche quelli intrisi di apatia e cinismo, rinchiusi nelle loro “confort zone”, intransitivi. Sembra che noi lucani partecipiamo largamente solo alle “kermesse”, mai alla riflessione e alla risposta concreta ai bisogni della collettività. È eccessivo il sospetto che i colportori di immaginette elettorali siano spinti da chissà qual tornaconto. Siamo realisti: che vantaggio possono trarre da tanto spreco di fiato e da un così sgradito attivismo? Alcune cene, qualche mancia, un contentino, selfie. Nessuno di loro può illudersi che i candidati, anche fra quelli della parte che vincerà, siano in grado di garantirgli qualcosa di più , di fargli promesse che manterranno. A pochi giorni dalle urne, il rifiuto dell’esistente e, insieme, la diffusa antipatia quasi istintiva per chiunque aspiri a un posto di potere sia pure con le migliori intenzioni, allargheranno ulteriormente l’astensionismo? Hanno un umile merito i colportori elettorali: ingenui o calcolatori a loro modo interrompono i meccanismi mentali che ci bloccano nell’indifferenza politica. Propagandisti transeunti, lunedì, come fucili sparati, con i loro mandatari trepideranno fino a notte tarda e oltre, in attesa degli esiti. Alla fine di tutto qualcuno si unirà al tripudio dei trionfatori, altri deluso sgattaiolerà via prima dell’infelice conclusione. Non li dimentichino i leader massimi, il vincitore e quello per cui aprile sarà “the cruelles month” diversamente da come intendeva T.S. Eliot.