“La nuova manifestazione di protesta oggi a Potenza contro “trivelle selvagge” a distanza di pochi giorni dall’iniziativa di Policoro sollecita istituzione e politica regionali a mettere in campo un altro tipo di strategia dalla moratoria a partire dagli atti che spettano agli Uffici competenti della Regione per il Via e ai Comuni che hanno ancora strumenti per stoppare o quanto meno rendere la vita difficile alle compagnie petrolifere. Ritengo perciò ancora più fondamentali la partecipazione e la mobilitazione popolari”. A sostenerlo è il consigliere regionale di IdV Nicola Benedetto sottolineando “l’esigenza di saldare i movimenti popolari contro la ricerca petrolifera nel sottosuolo e in mare a largo delle coste del Metapontino per dare più forza all’idea di modello di sviluppo eco-compatibile”. Benedetto ricorda che “quello che si temeva è puntualmente accaduto: sulla G.U. n. 46 del 21 novembre scorso è pubblicata la motivazione del ricorso dell’Avvocatura di Stato, fatto proprio dal Consiglio dei Ministri, contro la norma regionale sulla cosiddetta moratoria riferita alla ricerca di idrocarburi dopo il ricorso del Consiglio dei Ministri. Si tratta adesso di prenderne atto e di riadeguare la strategia della Regione (Giunta e Consiglio) nei confronti del Governo e delle compagnie che, com’è, noto hanno ripreso ad assediare la Basilicata sia per la ricerca nel sottosuolo (Marmo-Melandro e Vulture-Alto Bradano) che a largo della costa metapontina”. Secondo il dispositivo pubblicato sulla G.U. “la disposizione regionale e’ considerata illegittima per la violazione di alcuni articoli della Costituzione tra i quali l’art. 117 (secondo comma, lettera m e terzocomma della Costituzione); “la disposizione regionale censurata, negando a priori il rilascio dell’intesa per il conferimento di nuovi titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi – è scritto nel dispositivo – si pone in contrasto con i principi generali adottati dallo Stato in materia di «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» e, conseguentemente, viola l’art. 117, comma 3 della Costituzione. C’è di più il Governo esprime un giudizio netto che – commenta Benedetto – riaccende la conflittualità politico-istituzionale : “ La soluzione adottata dalla Regione Basilicata – si legge sempre nel dispositivo – appare improntata a un’affermazione di chiusura verso ogni soluzione prospettata dallo Stato, a prescindere dalle diverse valutazioni che,anche in futuro, potranno essere effettuate. Nel compromettere lo strumento dell’intesa «caso per caso»,prevista dal legislatore statale, la disposizione regionale – è ancora il parere del Consiglio dei Ministri – viola cosi’ i principi generali sanciti dal legislatore statale nella materia della «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia». E’ evidente che con questa posizione accentratrice del Governo, più volte ribadita dal Ministro Passera, non ci possa essere alcun margine di mediazione”.
Dic 01
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ci vuole mobilitazione e partecipazione contro regione, stato e compagnie petrolifere perche’ la Basilicata non puo’ essere solo sfruttata e utilizzata come pattumiera d’italia compromettendo quello per cui questa regione è naturalmente portata, cioe’ agricoltura e turismo……BASTA!!!!