L’associazione Città Plurale esprime alcuni riflessioni sull’elezione del sindaco di Matera, Domenico Bennardi.
Viva Matera
Elezioni che passione! In sei anche questa volta hanno voluto candidarsi al tanto ambito ruolo di Sindaco della città di Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019. Donne, ancora una volta, nessuna. Che tristezza!
Le figure più disparate e controverse si sono cimentate nella competizione elettorale, che è finita, come sappiamo, con il ballottaggio tra la coalizione di centro destra con il candidato Sindaco Rocco Sassone(serio e stimato professionista, nel luogo sbagliato)e la coalizione che si è aggregata al M5S con Domenico Bennardi, vincitore della sfida e neo-Sindaco.
I due superstiti si sono contesi la città, in una battaglia che potremmo paragonare per alcuni aspetti alla favola di Peter Pan: da un lato “Capitan Uncino”, in senso lato, con la sua ciurma di piratidi ogni risma, pronti a divorare la città, e dall’altro Peter Pan con i “Bimbi Sperduti”, anche questo in senso lato…, che ha potuto contare persino sul sostegno esterno di Trillipiccola fata alata. La lotta è stata dura, ma ha vinto Peter Pan. Speriamo che ora la città possa volare verso acque più tranquille per tutti. RiuscirannoPeter Pan e i Bimbi Sperduti nella difficile impresa?
Abbiamo un po’ giocato con questa fiaba, ora toccherà al Sindaco Domenico Bennardi, da cui, a dire il vero, in tutti questi anni, non abbiamo ascoltato alcun intervento sulla città, e a cui auguriamo buon lavoro e tanta pazienza, dimostrare di essere un vero Peter Pan, per cambiare le sorti della nostra città. Lo avvisiamo: la fata Trilli non ci sarà, dovrà affidarsi all’ascolto e al coinvolgimento dei cittadini! Noi siamo pronti a dare il nostro contributo.
Favole a parte, la nostra città soffre. Soffre per chi ha perso il lavoro, soffre per i giovani che tentano disperatamente di trovarlo e vanno via per farlo, soffre sui temi strategici e della pianificazione (si ragiona sempre con il cemento nella testa), soffre per l’abbandono delle periferie, soffre per l’aumento della dipendenza dalle droghe, dall’alcool e dal gioco, soffre per i rifiuti, soffre per la povertà crescente. Sono problemi molto complessi e non basta un po’ di ironia per sperare che si risolvano. I trucchi da avanspettacolo, che abbiamo visto in questi ultimi cinque anni, per nascondere le difficoltà del governo della città e gli interessi che si nascondevano dietro la cosiddetta “Arca di Noè” e quelli delle amministrazioni precedenti, non si devono più ripetere.Il primo segnale si vedrà dalla composizione della giunta del Sindaco Bennardi:bisogna passare dai proclami ai fatti, abbandonando le improvvisazioni demagogiche e le buone intenzioni che costellano le campagne elettorali.
Sarà Domenico Bennardi il Sindaco giusto per un profondo cambiamento?
La città ha fatto la sua scelta e se lo augura. Il neo-Sindaco, però, non dovrà dimenticare cheal ballottaggio, su 50.730 elettori(fonte Prefettura),il 44,17% degli elettori, cioè 22.408 cittadinisi sono astenuti e bisognerà convincerli che si sono sbagliati a non esprimersi.
Chi sono i consiglieri eletti tra le centinaia di candidati? Vi sono quelli che si sono riposizionati in vario modo e quelli che da lustri siedono in consiglio comunale, ma sono ormai pochi; per fortuna l’elettorato ha fatto un’enorme pulizia, stessa sorte è toccata ai due schieramenti tradizionali: centro sinistra e centro destra.Nella maggioranza che si appresta a governare ci sono molti eletti per la prima volta, per i quali nutriamo la speranza che sappiano concretamente affrontare i problemi che affliggono da anni la città di Matera. Anche a loro buon lavoro.Ci auguriamo un Consiglio Comunale in cui vi sia un vero dibattito politico e anche di un certo livello culturale, con una maggioranza coesa euna vera opposizione (su questo esprimiamo forti dubbi, considerata la sua composizione). Va difesa la bellezza della nostra città, ormai conosciuta nel mondo, che rappresenta la luce per noi materani, che va preservata e non più offesa con interventi che ne snaturano l’architettura e la particolarità, riconosciute dalla storia e dall’Unesco. Questa luce va portata anche nelle periferie a nord e a sud della città, che hanno bisogno di bellezza anche loro. I quartieri storici vanno curati e tutelati. Infine, mi piace ricordare Peppino Impastato:
«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».
Chi amministra dovrebbe trarne insegnamento, ed educarsi alla bellezza come esempio e come volontà politica,per avviare un profondo cambiamento nel modo di guardare e rapportarsi con la città, con i suoi luoghi e i suoi spazi, per comprendere e risolvere i suoi bisogni reali.
Tutte le favole si concludono con la frase: “E vissero tutti felici e contenti”…, possa,speriamo,questa volta avverarsi. Lo vedremo strada facendo.
Buon lavoro, Signor Sindaco.