Bernalda esclusa dalle 10 finaliste al titolo di capitale italiana della cultura 2026, intervento Gruppo Misto Bernalda e Metaponto: “Un’occasione persa per tutti”. Di seguito la nota integrale.
“Megalomania” è questo il termine che era stato utilizzato soli 3 mesi fa per descrivere il modo in cui l’amministrazione comunale di Bernalda, stava gestendo la candidatura del nostro paese a Capitale Italiana della Cultura 2026.
Le manie di grandezza non supportate dai fatti, falliscono quasi sempre, ed infatti è di queste ore la notizia dell’esclusione di Bernalda, non rientrata neppure tra le 10 delle 16 città candidate…
La notizia non possiamo negarlo ci intristisce, ma ci fa anche riflettere…
Nelle motivazioni dell’uscita dalla maggioranza, ma anche nel corso dei vari consigli comunali successivi, avevamo già manifestato da tempo le nostre perplessità sul costo troppo elevato del dossier della candidatura (circa 69.000 euro), stesse perplessità le abbiamo mostrate sul contenuto dello stesso, contenuto in cui la nostra storia magnogreca era solo brevemente accennata.
Altre incertezze e dubbi sono stati poi sollevati sugli stessi costi previsti per la Fondazione, allegati al dossier,era stato previsto un contributo da parte del nostro comune di 406.000 euro!! Una cifra spropositata anche rispetto alla quota spettante per una eventuale vittoria.
Più che un dossier culturale ci era sembrato un mero “business plan” anche troppo difficile da realizzare.
Il risultato di queste ore svela una grande verità: “la cultura non si compra”, la cultura non è uno strumento di potere, la cultura non può essere usata solo per fare una campagna elettorale.
Nella cultura si deve credere, perché per far si che la cultura diventi “portatrice sana di ricchezza” materiale o immateriale,bisogna costruire, e per costruire è necessario organizzare una visione di qualità e avere anche una competenza che purtroppo in questa amministrazione non esiste.
Non serve affidarsi solo al miglior manager culturale esistente, sprecando denaro pubblico e sovrastimando un risultato improbabile, ma serve investire in loco, coinvolgendo tutti i cluster territoriali, Unibas, Scuola di Specializzazione in Beni Archelogici, Sopraintendenza,istituti Scolastici Primari e Secondari, Associazioni, Fondazioni territoriali già esistenti e tutti gli operatori, per creare una connubio capace di far crescere e sviluppare un’idea o magari solo un tentativo, ma con i piedi ben puntati per terra!
L’ascolto era il tema cardine del nostro dossier, ma paradossalmente è proprio l’ascolto che è mancato nella triste storia della nostra candidatura!
E’ triste sapere di essere stati esclusi, ma è ancora più triste avere la consapevolezza di non essere stati ascoltati.
Uscire dalla maggioranza non è stata una scelta semplice, ma ci sono delle azioni doverose che per coscienza e onestà bisogna fare.
Il tempo e i fatti stanno dimostrando che quello che abbiamo sostenuto da mesi non era poi così lontano dalla realtà.
Oggi delusi e amareggiati non ci resta che tifare, da bravi lucani, per la nostra Maratea, a cui va dato in merito di aver coinvolto tutti, con un progetto a rete che comprende istituzioni, università, fondazioni, associazioni e soprattutto di aver puntato molto sulla comunicazione, che per Bernalda è stata pressochè inesistente.
Non basta un logo, un bus e qualche post sui social per fare comunicazione, sarebbe stato necessario generare un processo simbolico che sapesse comunicare e veicolare un messaggio di promozione del territorio che andasse oltre la semplice candidatura e che magari prescindesse dalla stessa vittoria!
Un peccato …un’occasione persa per tutti.