Marino Trizio, presidente Città Plurale di Matera, in una nota sostiene la battaglia per la difesa della Biblioteca Stigliani di Matera. Di seguito la nota integrale.
La Biblioteca Stigliani: un presidio culturale che va riattivato e potenziato. Basta silenzi e ambiguità, vogliamo azioni concrete.
La Biblioteca T. Stigliani,una delle più importanti del Meridione con circa 400.000 volumi, numerose testate di periodici, 30.000 libri rari e di pregio dal sec. XVII al XIX, 950 cinque centine, 95 incunaboli, 100 manoscritti e 40 pergamene,seconda per qualità e dotazione libraria a quella di Napoli, sta vivendo condizioni estremamente critiche con il serio rischio di chiusura. Questa condizione di criticità ha inizio con l’entrata in vigore della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (cd. ‘legge Delrio’) che ha definito un’ampia riforma in materia di enti locali, prevedendo l’istituzione e la disciplina delle città metropolitane e la ridefinizione delle province.
Questo riordino delle funzioni, ha tolto alle Province le deleghe per le biblioteche per assegnarle alle Regioni. Come è del tutto evidente, le responsabilità sono politiche, di tutti coloro che si sono avvicendati nel governo regionale negli ultimi dieci anni (giunta Pittella (CS) e l’attuale giunta Bardi in scadenza (CD), che non hanno intesoporre rimedio alla soluzione del problema. In tutti questi anni l’elemento positivo è stato rappresentato dalla forte mobilitazione, attraverso varie forme, della società civile e dei movimenti di cittadinanza attiva.
A causa del peggioramento e del rischio concreto,come accennato, di chiusura della Biblioteca per i mancati impegni della precedente e oggi dell’attuale fallimentare amministrazione regionale, si sono nuovamente mobilitati, con flash mob, presidi permanenti, rappresentazioni e una petizione che ha già raccolto più di 25.000 firme, per sollecitare la definitiva soluzione del problema, stanziando le risorse finanziare necessarie per lo svolgimento delle attività, per l’adeguamento degli organici, affinché la Biblioteca ritorni a pieno regime ad essere punto riferimento culturale per la città e non solo. Nonostante questa forte mobilitazione il governo regionale di destra non risponde, la cultura non è nelle loro corde e coloro che avrebbero potuto risolvere il problema quando governavano la regione, oggi organizzano convegni sulla Biblioteca, come non avessero alcuna responsabilità. I cittadini sono stanchi di essere presi in giro, sono stanchi di ambiguità, di false promesse e di iniziative da campagna elettorale.
E’ inconcepibile e inaccettabile, che in una cittàinsignita del titolo di Capitale Europea della Cultura, chiuda una Biblioteca. La politica, quella con la P maiuscola, avrebbe dovuto sin da quando si è posto il problema, lavorare per la sua definitiva soluzione.I beni comuni, vanno salvaguardati e potenziati, invece abbiamo assistito e assistiamo a comportamenti di Provincia e Regione, non adeguati alla gravità che vive la Biblioteca dove ognuno scarica il problema sull’altro, mentre un importante presidio culturale soffre da un decennio.
Concludiamo sottolineando due brani del libro del 2015 “Scripta manent”di Pasquale Doria, il quale conclude così la sua prefazione: “Per queste ragioni, proponiamo un micro-saggio di termini della memoria ritrovata. Si compone di ventuno voci pubblicate secondo l’ordine alfabetico, unitamente a contributi iconografici antichi e contemporanei, nonché alcuni scritti, con un intento preciso: senza lanciafiamme che distruggono, si tratta di accendere un interesse per le pagine di un patrimonio che ha bisogno di cure particolari, perché non può rischiare di andare perduto. Non è esercizio sofisticato e neppure stravagante. Di più, non intende appagare estemporanee curiosità, quando mettere l’accento su un mondo, quello del libro stampato e della sua galassia nata a valle di Gutenberg, che le nuove tecnologie potranno salvare se continueranno a rimanere comuni e condivisi i tesori custoditi nelle nostre biblioteche pubbliche. Tra di loro, non ultimo la ex Biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani” alla quale questa raccolta di testi e immagini è dedicata”.
E l’accorata conclusione della lettera che Anna Maria Carbone (in pensione), già bibliotecaria e poi direttrice della Biblioteca, scrive al Ministro della Cultura dell’epoca Dario Franceschini: “Caro Ministro, faccia qualcosa anche per noi, noi parliamo al cervello e al cuore della gente, non siamo delle inutili raccolte di carta, dopo la Biblioteca di Napoli, la nostra era considerata la più importante del mezzogiorno e non meritiamo una fine indecorosa! Giovanni Pascoli professore al liceo di Matera dal 1882 al 1884 e grande amico di Nicola Festa, filologo materano chiese al suo arrivo: “ma non c’è un libro qua?” Ora a distanza di due secoli, i libri ci sono, c’è la memoria storica della Biblioteca, ma nessuno se ne cura seriamente e noi stiamo morendo lentamente nell’oblio di tutti. Venga a trovarci Signor Ministro e sorvegli scrupolosamente le scelte politiche sul tema in questione, visto che i politici non si curano affatto di noi, per alcuni di loro sono più importanti la gastronomia locale, le sagre del fagiolo e i raduni nelle piazze tra una bancarella di formaggio, salsiccia e quant’altro. Diremmo molto di più ma l’aspettiamo per un confronto diretto”. Non è accaduto nulla.
Non saranno accettate proposte pasticciate, condomini senza senso, concedendo locali per attività non inerenti a quella bibliotecaria. E’ giunto il momento di fare chiarezza per risolvere definitivamente la crisi di un importante presidio culturale, basta con la propaganda da entrambe le parti politiche.