Il consigliere comunale di Matera Adriano Pedicini traccia un bilancio del lavoro svolto dall’Amministrazione Comunale di Matera nell’anno che ha sancito la vittoria di Matera capitale europea della cultura nel 2019.
Il 2014 consegna alla storia Matera capitale europea della cultura 2019, un successo cercato e maturato dalla città, da chi ci ha messo la faccia e da una partecipazione straordinaria ed unica che ha fatto la differenza. Ma questo è anche l’anno che deposita la fine della giunta Adduce, 5 anni di un governo che puntualmente, ma vanamente ho cercato di sollecitare su ogni carenza ed amnesia del suo programma iniziale, totalmente dimenticato per strada. Il 2014 sotto l’egida di questa amministrazione, ha mantenuto i deboli standard degli anni precedenti, ci affida una città sempre più povera, dove la spesa inconsistente e la tassazione sono stati i punti prevalenti su cui si è inciso. Non vi è settore che possa vantare una eccellenza: ambiente, patrimonio, urbanistica e lavori pubblici, assessorati importanti che dovevano dare impulso e far crescere l’economia, hanno malamente gestito l’ordinario. Quel che era programmato è ancora lì, fermo al palo, al punto di partenza, prigionieri di questioni irrisolvibili e ostaggio di mercanti. Di contro, per ciò che si è fatto, ci viene reso uno scempio urbanistico che è sotto gli occhi di tutti, come se non ce ne fossero già abbastanza ereditati sin dagli anni 80. Ma questa è la città che sa dimenticare, basta qualche piccolo contentino, una rampa, un po’ di asfalto, un marciapiede qui ed un cordolo lì, che si trascurano le nefandezze. Non ci rimane che osservare penosamente una intera periferia da sempre nell’abbandono; lavori eterni mai terminati, di strade mai fatte, di frane infinite, di lavori abbandonati e mai ripresi, di uno sperpero di denaro pubblico del quale nessuno da conto, di finanziamenti persi. Il 2014 ha fatto rivedere la politica al servizio degli amorevoli amici, quel poco che si è fatto è stato gestito con affidamenti diretti e proroghe infinite e di bandi pubblici è meglio non parlare. Più ci si avvicina alle elezioni, più si tesse la ragnatela che imbriglia questa città nella logica del tira a campare e delle promesse mai mantenute. Un esempio per tutti è il recupero degli oneri PEEP, quelli che servivano a far cassa. Non se ne parla più, in 5 anni non si è stati capaci di far entrare nelle casse comunali circa 15 milioni di €, oggi magicamente dimezzati, nessuno ha il coraggio di portare a termine questo compito per paura di perdere qualche elettore. Un discorso a parte merita la mobilità urbana, riservata ad essere di grande rilevanza in questo particolare momento, oggi destinata all’approssimazione. Una città priva di infrastrutture primarie si prepara ad affrontare un turismo in forte crescita senza aver un luogo dove far parcheggiare i torpedoni, da anni si è fatto solo un gran parlare di un terminal bus ma nella sostanza niente. Piccole cose che potevano essere rapidamente realizzate. A questo si aggiunga l’enorme disfunzione ed incapacità gestionale dei parcheggi, della viabilità sostenibile e delle ZTL e ci si ritroverà in un quadro che nella primavera 2015 rischierà il collasso. Un pensiero di fine anno deve essere rivolto a chi in tutto questo gran caos ci lavora e ci mette la faccia e fa il possibile per il rispetto delle regole: la nostra vecchia Polizia Municipale che per oltre la metà è fatta di lavoratori ultra sessantenni. Su costoro, spesso vilipesi e beffati, gettati in strada con tutti i problemi, ricadono inopportune responsabilità per il sol fatto che sono il tramite tra cittadino e l’amministrazione che non funziona. Qualche segnale di stanchezza è giunto, forse è ora che qualcuno pensi a nuove assunzioni per i lavoratori della Polizia Locale, magari con un bando a ridosso delle elezioni.