Il materano Franco Vespe in una nota traccia un bilancio dell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
In sintesi, secondo Franco Vespe, la città ha svolto con dignità e decoro il ruolo di capitale proponendo un programma culturale non ufficiale di grande rilievo ma non si può dire la stessa cosa per il programma della Fondazione per certi versi non proprio esaltante. In prospettiva elezioni comunali 020, Franco Vespe suggerisce di darecontinuità alla programmazione culturale di Matera 2019, gestire l’Hub scientifico-tecnologico di San Rocco e completare la tratta ferroviaria da Ferrandina a Matera.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il 20 Dicembre scorso si è chiuso l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura (Matera 2019). Sono riuscito miracolosamente a seguire la cerimonia di chiusura, al contrario di quella inaugurale. Quest’anno non un solo evento sono riuscito a prenotare online! solo alla fine ho capito che il metodo più efficace era quello di presentarsi dal vivo all’inizio degli eventi e mettersi in lista d’attesa. Giusto in tempo per assistere alle bordate di fischi tributate al presidente della Regione Gen. Bardi. Non è stata una bella pagina di Matera capitale anche se le ragioni c’erano tutte per avere quella reazione. Nelle discussioni che hanno preceduto le elezioni regionali auspicavo un cambiamento del governo regionale nei costumi e nei comportamenti, non certo sostituire tiranno a tiranno! E così invece è avvenuto. Le ultime uscite del generale sono state obiettivamente improvvide. Paragonare Bucaletto ai Sassi di Matera è stata davvero una gaffe imperdonabile. Un uomo paracadutato in Basilicata a fare il presidente regionale senza conoscere i bisogni del territorio, senza proporre uno straccio di programma, senza una minima idea di sviluppo, con un’oratoria inferma, sceso solo per blindare certiinteressi petroliferi sulla regione. Ma non divaghiamo. Quei fischi hanno sottolineato la pervasività della regione e del modello ”potentino” nella gestione di Matera 2019. Una gestione cioè clientelare, tessuta di relazioni di solidarietà/sudditanza feudale, di interventi finanziari a pioggia sul territorio che è stata propagata anche nella gestione della fondazione. Su Matera 2019 non c’è niente da dire di come la città abbia saputo interpretare questo ruolo. Encomiabile e prestigiosa è stata la produzione culturale di eventi al di fuori del recinto delle iniziative ufficiali proposte dal programma della fondazione. Produzione copiosa e prestigiosa pur senza fruire dei relativi benefici finanziari elargiti a man bassa dalla fondazione per i soli compresi nel cerchio di sua fiducia. Matera solo per questa sua capacità, si è meritata sul campo i galloni di capitale della cultura. Della capitale “ufficiale” fra le iniziative sviluppate merita una menzione d’onore quella bellissima e superba mostra sul rinascimento meridionale, qualche opera lirica, qualche concerto di alcuni big della canzone e poco altro. L’impressione fastidiosa è che un programma culturale di “provincia” di altre contrade sia stata poi calato su Matera 2019 spacciandolo per internazionale dopo averlo impanato in generose dosi di “inglesorum”.
Ora tocca a noi che restiamo, gestire il seguito di questa irripetibile esperienza di Matera 2019. Si spera che questo argomento diventi centrale nel dibattito e nei programmi per le prossime elezioni comunali di Matera. Temo che a tal proposito ci possa aiutare ben poco il programma della fondazione di Matera 2019. L’impressione è che esso abbia promosso eventi episodici con “puntata unica” senza preoccuparsi di creare eventi “sequel” da ripetere nel corso degli anni per far tornare i cittadini “temporanei”. A Venezia abbiamo la biennale o il festival del cinema, A Spoleto il festival dei due mondi. I cittadini stanziali dovranno porre mano a questa carenza perché il flusso di turisti culturali possa diventare “strutturale”. La giunta uscente non ha affatto brillato in questi 5 anni. Nei fatti è stato praticamente latitante. Lo prova la mancanza di una piccola ma eloquente attenzione tipica nelle città turistiche: lo svuotamento dei cestini della spazzatura e la pulizia delle strade del centro storico effettuata ripetutamente nelle giornate di festa. Invece essa già a metà giornata si riduceva a cloaca a cielo aperto. Tuttavia qualcosa di buono, grazie alla lungimiranza di un suo dinamico assessore come Enzo Acito ( poi defenestrato senza tanti complimenti!) è stato costruito come l’Hub scientifico/tecnologico di San Rocco. Ospiterà istituzioni pubbliche e private di assoluto prestigio. La creazione di crogiuoli pubblico-privati tecnico-scientifici di questo tipo hanno fatto la fortuna di contrade avanzate in altri paesi come la Silicon Valley californiana.
L’occasione però più importante che si teme si sia ancora una volta perduta, è quella delle infrastrutture. Mt_2019 avrebbe potuto essere l’occasione perché il governo nazionale prendesse degli impegni solenni e concretiper il passaggio a Matera della rete ferroviaria a scartamento ordinario, così come di quella stradale. Non è avvenuto niente di tutto questo e sappiamo ben poco sul destino della Matera-Ferrandina dopo il bailamme di Matera 2019 promessa dal governo Renzi.
Queste tre priorità dovrebbero essere centrali nei programmi elettorali per rinnovare la prossima amministrazione comunali. Tuttavia dai nomi che circolano non c’è da farsi tante illusioni. Da una parte non muore ancora l’abitudine ottocentesca di ricercare nello “statico” notabilato-borghese della città i suoi rappresentanti amministrativi. Dall’altra la ricerca avviene con lo stile da “Sporchi, Brutti e Cattivi” con l’unica preoccupazione di conquistare il potere come fece Scare le sue iene per sottrarlo a Simba. Matera mai come ora ha bisogno di gente che sappia disegnare un nuovo futuro, non ombre evanescenti o rozzi buzzurri come già accaduto in un capoluogo di regione a noi caro!