Bolognetti (Radicali Lucani): Dal ventennio al settantennio; dal “Duce, Duce, Duce” al “Draghi, Draghi, Draghi”. Di seguito la nota integrale di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani.
L’atmosfera che si respira in queste ore ci restituisce la cifra di un Paese che sta morendo, soffocato da una cappa di conformismo. Il nuovo uomo della Provvidenza, osannato a reti unificate, si chiama Mario Draghi.
Il Paese lo vuole, il Paese lo ama, i cittadini non possono farne a meno, questo ci sta raccontando una stampa allineata come nemmeno nel ventennio si era visto. Da un canale all’altro rimbalzano immagini che ricordano i cinegiornali dell’Eiar. Lo vogliono i sindaci, lo vogliono i clochard, le casalinghe. L’intero Paese, a giudicare da quel che si legge, è diventato Draghi dipendente.
A riprova del consenso di cui gode mister Goldman Sachs, ci fanno vedere le immagini di manifestazioni partecipate da poche decine di persone. Poco importa se la stragrande maggioranza dei sindaci non ha chiesto affatto a Super Mario di restare.
In questo Paese, dove monta l’ingiustizia sociale e la bancarotta politica, economica e istituzionale, a quanto pare votare è una iattura e la rotta viene dettata dai “mercati” e dai mercanti. La democrazia, di cui ci si riempie la bocca, è morta e sepolta e le istituzioni repubblicane sono state da tempo completamente svuotate di contenuto. Dalle Alpi alle Piramidi risuona un solo grido: Duce, Duce, Duce”, pardon “Draghi, Draghi, Draghi”.