Bolognetti (Radicali Lucani): Papaleo? L’uomo giusto per rappresentare questo clima da caserma di regime. Non lasciate che i bambini vadano a loro”. Di seguito la nota integrale di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani.
E niente, le società italiane di pediatria continuano nella loro scellerata campagna, volta a far vaccinare anche i minori. Continuano accompagnate dalla gran cassa e dalle trombe di una informazione Rai-Mediaset-La7, che impedisce ogni forma di contraddittorio e spazza via le voci di coloro che invitano ad esercitare un dato di prudenza e a riflettere.
Piovono manganellate e purghe di regime a reti unificate.
Nonostante sia del tutto evidente che i rischi superino di gran lunga gli ipotetici benefici, Figliuolo, Speranza, Sileri e soci insistono imperterriti e, adesso, in un clima sempre più da ventennio, hanno arruolato anche l’attore di regime per antonomasia: Rocco Papaleo da Lauria.
Povero Rocco, nemmeno ha fatto in tempo a far ammenda, a scusarsi, per aver prestato la sua faccia a quelle compagnie petrolifere che hanno inquinato parte del territorio lucano, che di nuovo e ancora si presta ad avallare narrazioni di regime.
Caro Rocco, non volermene se ti dico che sei l’emblema dell’italico conformismo, della peggior forma di conformismo: il conformismo degli anticonformisti. Sei pronto, ne son certo, per presentare la prossima edizione di Sanremo, magari sponsorizzata da Pfizer e GSK.
Il buon Papaleo, che ha iniziato la sua folgorante carriera con una serie tv ambientata in una caserma, è tornato alle origini: in questa “caserma” Italia popolata da “caporali”, generali eversivi, virologi veline.
Vorrei chiedere a lor signori di spiegarmi in base quali evidenze affermano che i non vaccini antiSarscov2, autorizzati in emergenza e a condizioni, siano l’unica strada da battere e perché continuano ad ostacolare l’utilizzo di farmaci poco costosi quali l’invermectina e l’idrossiclorochina, che ovunque siano stati utilizzati hanno dimostrato la loro efficacia.
Vorrei chiedere al dr. Guido Rasi cosa intendeva quando, il 10 maggio scorso, ha parlato di errori nella standardizzazione delle cure.
Ma tornando ai minori, affermo che è davvero incomprensibile l’accanimento che manifestano SIP (Società italiana di Pediatria) e Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri). In due anni, nella classe d’età 0-19 anni, sono 30 i decessi attribuiti al Sarscov2 e, nella stragrande maggioranza dei casi, i deceduti avevano gravi patologie pregresse.
È del tutto evidente che stanno mentendo: i rischi connessi alla inoculazione di questi non vaccini, di questi vaccini imperfetti e non sterilizzanti, per ciò che concerne i minori, sono di certo superiori ai presunti benefici.
Io che non sto certo facendo una battaglia contro chi si vaccina e non nutro pregiudizi, voglio di nuovo e ancora provare ad onorare il vilipeso diritto a poter conoscere per deliberare. Voglio farlo ricordando a me stesso e a tutti informazioni negate, nascoste, cancellate.
A chi ogni giorno ammazza il povero Aristotele, proponendo fasulli sillogismi, e con Aristotele ammazza anche Galileo e Cartesio, vorrei ricordare, per esempio, che l’11 aprile scorso in una lettera firmata da 93 medici israeliani si poteva leggere quanto segue: “Crediamo che nemmeno una manciata di bambini dovrebbe essere messa in pericolo attraverso la vaccinazione di massa contro una malattia non pericolosa per loro”.
La lettera in oggetto includeva le firme del dott. Amir Shachar, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Laniado, del dott. Yoav Yehezkeli, esperto di medicina interna e docente presso l’Università di Tel Aviv, e del dott. Avi Mizrahi, direttore dell’unità di terapia intensiva all’ospedale Kaplan.
Quante sono le informazioni che vi hanno negato? Quanti sono i cittadini italiani che hanno potuto sapere che ben 1300 sanitari hanno sottoscritto un appello, nel quale si chiede una moratoria della vaccinazione anti Covid-19 ai bambini?
Una richiesta di moratoria sottoscritta da Medicina Democratica, dalla Fondazione Allineare Sanità e Salute, da tantissime associazioni e da numerosi pediatri “non allineati”, quali il dr. Sergio Bernasconi, Professore Ordinario di Pediatria, già Direttore Cliniche Pediatriche Università di Modena-Reggio Emilia e Parma e membro del Comitato Scientifico ISDE e il dr. Eugenio Serravalle, medico specialista in Pediatria preventiva, Puericultura Patologia Neonatale e Presidente Associazione Studi e Informazione sulla Salute.
Quanti sono i cittadini italiani a cui è stata consentita la conoscenza dei contenuti della sopra citata moratoria, nella quale tra l’altro si afferma: “I minori quando si infettano con il SARS-CoV-2 presentano in genere manifestazioni lievi o sono asintomatici. I rischi di ricovero in ospedale sono molto ridotti, quelli di morte minimi (meno di 1 su 400.000 soggetti in età pediatrica) e riguardano di regola bambini con altre patologie. Con la vaccinazione, bambini e adolescenti sarebbero esposti a rischi di reazioni ed eventi avversi frequenti e anche severi”.
Matti loro o, per usare le parole dell’allineato Rocco Papaleo, i fin troppo allineati vertici della Sip e della Fimp?
No, non sono affatto matti i firmatari di questa richiesta di moratoria, ma semmai medici e uomini di scienza che agiscono in scienza e coscienza.
Eretici? Sì, certo. Ma eretici rispetto a una scienza che assurge a dogma.
Israele, Italia, ma non solo. In tutto il mondo si sono levate voci contrarie alla vaccinazione anti Covid-19 ai minori. È accaduto in Germania, dove il Robert Koch Institut a giugno raccomandava la vaccinazione solo per i minori “con condizioni patologiche preesistenti”. È accaduto a maggio in Inghilterra, dove 40 scienziati, medici e ricercatori, rivolgendosi alle autorità competenti hanno scritto, in una lettera aperta, che “per i vaccini COVID-19, i potenziali benefici sono chiari per gli anziani e vulnerabili, tuttavia, per i bambini, l’equilibrio tra benefici e rischi sarebbe molto diverso”.
Di quali certezze parliamo, allora? Quali certezze ci vendono, ogni giorno, ogni ora, a reti unificate e in assenza di contraddittorio?
Quanti sanno che l’immunologo Alberto Mantovani, che solo pochi giorni fa perorava dalle pagine del Corsera la vaccinazione dei minori, nel febbraio scorso pubblicava uno studio intitolato “Vaccini Covid-19: a che punto siamo e sfide future”, dal quale risulta che ha ricevuto onorari per conferenze e consulenze da Astrazeneca, Pfizer e Janssen?
Quanti sanno che illustri scienziati, che ruotano intorno a questa vicenda Covid-19, hanno giganteschi conflitti d’interesse? È normale e accettabile che dalla lettura di studi attinenti questi vaccini/non-vaccini anti Covid-19 emerga, a seguito di approfondimenti, che alcuni degli autori sono dipendenti di aziende che questi vaccini li producono o dichiarino di essere proprietari di azioni e stock option di grandi multinazionali del farmaco?
Vorrei chiedere al dr. Sergio Manieri, primario di pediatria al San Carlo di Potenza e già segretario-tesoriere della Sip, cosa pensa delle per carità legittime sponsorizzazioni che le società di pediatria hanno incassato per i loro congressi. Fa un po’ sorridere la pleonastica didascalia che accompagna i nomi di sponsor quali Pfizer, Sanofi, Gsk, J&J, che recita “con il contributo non condizionante”. Io dico, dr. Manieri, che era meglio quel “si ringrazia per la collaborazione”.
Che dire? Da 18 mesi sto provando a condividere conoscenza e ad onorare il diritto alla conoscenza. Prendo atto, ahimè, che prosegue ininterrotto l’attentato contro i diritti politici del cittadino. Valuterò nei prossimi giorni se riprendere l’azione nonviolenta sospesa il 14 luglio. A quanto pare e a giudicare dalle purghe che ci vengono offerte, la lettera di Barachini ha prodotto effetti addirittura opposti rispetto a quanto preannunciato dal Presidente della Commissione di Vigilanza.
Non mollo, non intendo mollare. Avverto l’urgenza di difendere democrazia, libertà, diritti umani (il diritto alla conoscenza lo è), Costituzione.
Il clima è davvero torrido e soffocante e non parlo di “Lucifero”. Per quanto riguarda il buon Papaleo, posso solo dire che quasi quasi lo preferivo quando prendeva soldi per fare la pubblicità all’Eni e alla Total.