Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani (in sciopero della fame dalle 23.59 del 27 febbraio) in una nota rivolge un appello ai sindaci lucani per la vita di Radio Radicale. Di seguito la nota integrale.
Mi rivolgo ai sindaci lucani, ai sindaci dei 131 comuni della nostra Basilicata, per chiedere che levino forte la loro voce per difendere una Radio che da oltre 40 anni svolge un servizio pubblico di incomparabile valore. Radio Radicale è la Radio che nella storia del nostro Paese ha incarnato in pieno quel “conoscere per deliberare” di einaudiana memoria. Difendere la vita di Radio Radicale significa difendere un prezioso archivio che è patrimonio di un intero Paese; di certo patrimonio di un Paese che voglia onorare la sua storia e il suo passato e garantire che la conoscenza di fatti, storie, misfatti, momenti bui o di gioia, voci singole e collettive, non vengano perdute, spazzate via da chi sembra voler emulare coloro che nel 1933, in una delle pagine più buie della storia della nostra Europa e dell’umana vicenda, organizzarono roghi per dare alle fiamme migliaia di libri. Tra i motti che hanno accompagnato la storia di Radio Radicale ce ne sono due che credo ne rappresentino la natura, verrebbe da dire la mission: “In una voce tutte le voci” e quel “Dentro ma fuori dal Palazzo”. Radio Radicale, mi sia consentito, ha illuminato momenti bui della storia del nostro Paese.Penso, per dirne una, alla vicenda del rapimento del giudice D’Urso. Radio Radicale ha fatto ascoltare in questi 40 anni, senza filtri e senza veline, congressi di partito, processi, convegni, dibattiti. Radio Radicale ha spalancato per la prima volta le porte del Palazzo e dei Palazzi, facendo ascoltare senza mediazioni la voce di deputati e senatori. Con una punta d’orgoglio, mi è capitato di ascoltare la responsabile degli archivi Rai, che, circa dieci anni fa, ebbe ad affermare che l’archivio di Radio Radicale è complementare all’archivio della Rai. Intendeva dire che nell’archivio della Radio “che parla e che scolta” ci sono cose che non sono presenti nemmeno nell’archivio della Rai, che pure è archivio prezioso e di straordinario valore. Che Paese è un Paese che perde memoria del suo passato? Che paese è il paese in cui in nome di non so quale “cambiamento” si tenta di spegnere il dissenso? Radio Radicale, e viene da sorridere amaro, è stata ed è anche la Radio di coloro che vorrebbero spegnerne le frequenze. Radio Radicale è la Radio che ha dato voce a chi non ha voce e certo è stata anche la Radio di uno straordinario “esperimento” chiamato “radio parolaccia”. Come è noto dalle 23.59 del 27 febbraio ho deciso di iniziare uno sciopero della fame, di lottare al fianco dei miei compagni, per la vita di Radio Radicale e per il diritto umano e civile a poter conoscere per deliberare. Le due cose, stante la natura di radio Radicale, per quanto mi riguarda sono inscindibilmente legate. Satyagrahasignifica “insistenza per la verità” ed io, in queste ore, sto provando ad alimentare un dialogo e a nutrire la mia fame di democrazia, giustizia, diritto e verità. Mi auguro che dalla mia terra e dai primi cittadini dei comuni lucani arrivi un segnale forte in difesa di una Radio che è stata anche Radio Montagnard e la Radio davvero di tutti. Ai primi cittadini dei comuni lucani abbiamo inviato un appello.Esprimo l’auspicio che in tanti vorranno firmarlo e far approvare mozioni dai rispettivi consigli.