Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani: “Sospendo lo sciopero della fame, ma la campagna “26 centesimi di democrazia” prosegue. Prossimo appuntamento in Piazza Mario Pagano sabato 20 giugno”. Di seguito la nota integrale.
Dopo aver riflettuto sull’incontro che ho avuto questa mattina in Piazza Mario Pagano con il sindaco di Potenza, Mario Guarente, ho deciso di sospendere, sottolineo sospendere, lo sciopero della fame in corso. Sospendo per onorare gli impegni orali del Primo cittadino, che ha chiaramente manifestato la volontà di trovare una soluzione, almeno a livello locale, alle questioni che sto ponendo. Voglio e devo far fiducia al sindaco Guarente. Ciò detto, occorre provare a chiarire una volta di più la portata dei temi che sto ponendo all’attenzione del ceto dirigente lucano e nazionale. La legge n. 549 del 28 dicembre 1995 recita: “Sono esonerati dall’obbligo al pagamento della tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche coloro i quali promuovono manifestazioni od iniziative a carattere politico purchè l’area occupata non ecceda i 10 metri quadrati”. Accade, in questo nostro Paese, che nel luglio 2018 l’Agenzia delle Entrate emani una risoluzione, la n. 56/E. La sopra citata risoluzione, emanata in risposta a un quesito posto all’Agenzia, ahinoi, incredibilmente ha finito per avallare l’assurda pretesa da parte di alcuni enti di esigere che le domande di occupazione di suolo pubblico, per alcune iniziative a carattere politico non rientranti nelle fattispecie elencate dalla stessa Agenzia, vengano presentate con tanto di apposizione di marca da bollo: 16 euro sulla domanda, 16 euro per la risposta. Definire inaccettabile questa pretesa, probabilmente sarebbe un eufemismo. Qual è, chiedo e mi chiedo, la ratio legis che ha ispirato la legge n.549 del 1995? É del tutto evidente che il legislatore, attraverso quel provvedimento, abbia inteso facilitare l’esercizio di diritti costituzionali, quali ad esempio quelli previsti dall’art. 17 della Costituzione. A questo punto spero che il paradosso sia evidente. Da un lato abbiamo una legge che esonera dal pagamento della tassa di occupazione suolo, dall’altro una risoluzione dell’Agenzia delle entrate che, nell’interpretazione data da alcuni Enti, fa rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. Non starò a sottolineare, poi, il fatto che il Comune di Potenza non solo pretende, facendosi scudo della sopra citata risoluzione, che la domanda di occupazione suolo venga effettuata in bollo, ma anche che le marche da bollo vengano consegnate a mano. Tradotto: una domanda che può essere effettuata a mezzo Pec viene trasformata in sorta di Via Crucis per il malcapitato richiedente. Ma l’aspetto davvero inaccettabile e pericoloso di quanto ho sommariamente illustrato è un altro. Se tutti i comuni italiani decidessero di pretendere che l’occupazione suolo per iniziative di carattere politico venisse fatta in bollo, rischieremmo una oggettiva limitazione, intralcio, compressione di un diritto previsto dalla Costituzione. Esempio pratico: ipotizziamo che l’Associazione XY decida di avviare una campagna a sostegno dei cittadini di Hong Kong, parlandone nelle piazze di tutti i 131 comuni lucani. Il costo di questa campagna solo in marche da bollo e viaggi per consegnarle ammonterebbe a circa 6000 euro! Capito? Quello che è un diritto di tutti rischia di diventare diritto riservato solo a chi ha mezzi, soldi, potere, capillare presenza territoriale. Questo con buona pace della Costituzione e della Ratio Legis che ha ispirato la 549/95. Ciò detto, ribadisco che voglio e intendo onorare le parole di Guarente attraverso la sospensione dello sciopero della fame. Ma sia chiaro la campagna “26 centesimi di democrazia” prosegue ad oltranza e come da calendario, fino a quando non giungeremo a una soluzione che onori l’art. 17 della Costituzione.
Mi auguro che il sindaco di Potenza, e non solo lui, questa lotta in difesa di un diritto voglia sposarla, voglia farla con me. Come sempre io non sono quello del contro; provo a con-vincere (vincere con, assieme). Uniti e tutti in difesa di un diritto che è di tutti.
Da Potenza per dare un messaggio al resto d’Italia, al Governo, al Parlamento, all’Agenzia delle entrate e a coloro che si riempiono la bocca con le parole democrazia e libertà ma ancora tacciono. Io non ci sto e preannuncio che sabato prossimo sarò di nuovo in Piazza Mario Pagano per la terza tappa della campagna “26 centesimi di democrazia”.
Un’ultima cosa: a chi mi dice che metto in scena “teatrini” rispondo che sbaglia. Sto solo provando a far vivere diritto, diritti, democrazia e la nostra vilipesa Costituzione.
Altri sono i “teatrini” veri dei quali occorrerebbe occuparsi: i “teatrini” che producono antidemocrazia e antistato di diritto. Io ho solo il mio corpo, la mia voce, la parola e idee da difendere anche attraverso l’esercizio della nonviolenza.