“Senza le tutela del made in Italy attraverso la valorizzazione dell’origine dei prodotti agricoli, delle piccole e medie imprese ed il massimo delle tutele sulla sicurezza alimentare, il patto per il comparto agroalimentare è inaccettabile.
“E’ utile chiarire la mia posizione per evitare le facili strumentalizzazioni che la maldestra interpretazione di una sintetica comunicazione via Twitter ha generato.”
Lo comunica l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali Luca Braia, relativamente al suo intervento al Convegno nazionale “Rischi e Opportunità. Impatto del TTIP sul mercato agroalimentare, sicurezza e tracciabilità del prodotto” svoltosi lunedì a Cremona.
“Ritengo che bisogna essere consapevoli – ha detto Luca Braia nel suo intervento a Cremona – da una parte delle peculiarità del nostro contesto ambientale e produttivo che è fatto di una biodiversità unica al mondo: l’Italia con 7300 specie vegetali commestibili e 58000 specie animali è la prima in Europa, con 1200 vitigni autoctoni ha il record mondiale rispetto alla seconda al mondo che è la Francia che ne ha solo 222, abbiamo, ad esempio, 1000 tipi di mele sulle 1200 esistenti in Europa e 140 tipi di grano duro, dove l’America ne produce solo 6. Dall’altra parte dobbiamo avere sempre più consapevolezza dell’attuale inadeguatezza del sistema italiano ed europeo a cogliere quella che potrebbe essere una grande opportunità di mercato, rappresentata da 820 milioni di cittadini, ma che potrebbe rivelarsi un boomerang pazzesco perché abbiamo il sistema produttivo meno organizzato e più frazionato in Europa. La questione del TTIP, il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti, deve essere affrontata con la totale profondità, attenzione, dettaglio, trasparenza, in un dialogo franco e senza strumentalità economiche e/o ideologiche.
E’ assolutamente necessaria la coerenza della politica e delle politiche messe in campo dall’Italia e dall’Europa nel recente passato ed oggi in corso.
Abbiamo, ad esempio, approvato e firmato con oltre un milione di persone, in rappresentanza di migliaia di stati, associazioni, imprese e cittadini la carta di Milano che in alcuni punti impegna i governi ad attuare politiche a difesa delle biodiversità, della sostenibilità ambientale, a lottare contro le contraffazioni e a difendere l’impresa oltre che a garantire la sana alimentazione e la sicurezza alimentare come strumento per la salute globale. Tra gli impegni richiesti ai governi con la Carta di Milano, infatti c’è lo sviluppo di un sistema di commercio internazionale aperto basato su regole condivise e non discriminatorio capace di eliminare le distorsioni che limitano la disponibilità di cibo, creando le condizioni per la migliore sicurezza alimentare. Il cibo è patrimonio culturale e va difeso da contraffazioni e frodi, va protetto da pratiche commerciali scorrette e ne va valorizzata l’origine.
Il Parlamento Europeo ha varato due anni fa un piano di sviluppo rurale a sostegno dell’agricoltura con 161 miliardi di euro (di cui 100 della CE e 61 dei 28 stati membri) con circa 118 programmi diversi. In Italia, la cui dotazione è di 21 miliardi di euro, ci sono 20 piani regionali che sostengono la pratica agricola territoriale provando a risolvere le criticità ma anche a tutelare e promuovere la tipicità.
Per essere coerenti e conseguenti, oggi, dobbiamo lavorare anche e soprattutto perché con il TTIP non si distrugga questo lavoro sulle politiche agricole e sulla sostenibilità che è stato fatto e che è ancora in corso. Lavoro che, per raggiungere gli obiettivi previsti, deve poter trovare strumenti di valorizzazione ovunque e in ogni modo.
La relazione prodotto/territorio è un fattore culturale economico innanzitutto e decisivo per la nostra Italia e per l’Europa tutta, non solo per la qualità e la quantità di mercato legato alla produzione e alla vendita dei prodotti dell’agroalimentare. La relazione prodotto/territorio per l’Italia è un grandissimo attrattore turistico e non solo di tipo enogastronomico ma anche paesaggistico, storico e culturale in generale.
La qualità del cibo a cui sono strettamente legati gli aspetti della sicurezza ambientale ed alimentare non sono barattabili. La produzione agroalimentare in Italia e in Europa si lega indissolubilmente al destino dell’altro comparto decisivo per la nostra economia che è il turismo.
Per questo non possiamo rinunciare – ha concluso così l’intervento l’Assessore Luca Braia – agli aspetti legati all’identità storico e culturale che attraverso i prodotti agroalimentari leghiamo ai destini dei nostri splendidi paesaggi. E’ imprescindibile per noi.
Il TTIP deve perciò essere una opportunità per tutti e non solo per qualcuno. Occorre essere informati sulle condizioni del trattato e approfondire tutti gli aspetti che riguardano la difesa dell’origine, la sicurezza alimentare e il principio di precauzione. La più grossa operazione politica quindi che oggi possiamo fare sul tema è divulgare la conoscenza perché eliminare i dubbi, quando riguardano questioni così impattanti sulla società e su un mercato enorme, è un dovere.”
Gianni Perrino, consigliere regionale Movimento 5 Stelle: “l’Assessore Braia a Cremona: strizzato l’occhio al TTIP?”. Di seguito la nota integrale.
Sarà stata la prima ondata di calore oppure la sua irrefrenabile smania di fare propaganda, ma l’Assessore Luca Braia da Matera, dopo le fotografie cafonal con i protagonisti di MasterChef Italia, non si ferma: si è buttato a capofitto in considerazioni assai ambigue sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, meglio conosciuto come TTIP. L’occasione è stata quella di un convegno tenutosi a Cremona promosso da Schult’z Risk Centre in collaborazione con la Commissione Europea e con il patrocinio della Camera di Commercio Americana.
Nel solco della miglior tradizione renzianpittelliana, l’Assessore Braia ha lanciato una serie di tweet che, in qualche modo, strizzano l’occhio a questo mega trattato internazionale. Il top dell’ambiguità si è raggiunto quando l’Assessore ha affermato: ”Imprescindibile legare qualità prodotti a territorio. #TTIP una opportunità per tutti e non solo per qualcuno”.
Braia ha subito corretto il tiro dichiarandosi contrario al trattato e affermando di non essere a conoscenza delle condizioni proposte dal trattato.
Ma allora perchè l’Assessore parla di “opportunità”? Quale opportunità in un trattato che viene definito “iniquo” dal Premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz? Dove stanno le opportunità in un trattato che impone un protocollo rigidissimo per la lettura degli atti da parte dei nostri parlamentari?
E’ vero, per dare un giudizio obiettivo sul trattato bisognerebbe leggerne l’intero contenuto, ma ad oggi i documenti a disposizione dei comuni mortali sono pochi o impossibili da ottenere. Tuttavia, anche grazie all’azione di Greenpeace Olanda, che ha pubblicato una serie di testi segreti sul TTIP, possiamo affermare che lo scenario non rappresenta affatto una opportunità. Quattro gli aspetti seriamente preoccupanti che emergono dai TTIP-Leaks: un pericoloso attacco alla tutela dell’ ambiente; bypass sistematico degli accordi climatici; fine del principio di precauzione; porte aperte all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali sulla politica dei Paesi europei.
Alla luce di tutto questo il TTIP sembra assumere i tratti di un vero e proprio trasferimento di poteri democratici dalle mani dei cittadini a quelle di lobbisti e multinazionali, gli stessi che hanno fatto scempio della nostra Italia e della nostra amata Basilicata.
Gianni Perrino, consigliere regionale Movimento 5 Stelle