Riceviamo e pubblichiamo una nota del Consigliere regionale del PD Luca Braia in cui viene affrontato il tema dell’energia, ritenuto punto di snodo per il futuro della Basilicata.
La qualità del dibattito consiliare nella seduta consiliare di martedì scorso, è la chiara riprova della sensibilità dell’intera classe dirigente lucana ad un tema cruciale come quello dell’estrazione e dell’utilizzo delle risorse petrolifere.
Qualità figlia di un clima disteso e di raccordo fra tutti gli schieramenti politici protesa, seppur con distinguo e posizioni differenti, verso obiettivi finalmente comuni: il miglior utilizzo possibile delle risorse naturali presenti sul nostro territorio.
E sono tanti gli obiettivi che il tema dell’energia porta nel suo paniere ma sopra tutti si impongono, per volere dell’intera comunità regionale, la tutela dell’ambiente, della salute e l’utilizzo strategico delle risorse economiche rivenienti dall’estrazione .
Si stanno sbriciolando le menzogne, sostiene il presidente De Filippo; quelle errate valutazioni fatte all’inizio di una favola di ricchezza di cui sembrava potesse essere protagonista il Petrolio.
Ma sulla scorta dell’esperienza vissuta e delle criticità riscontrate ed evidenziate anche nel dibattito, oggi rinascono coscienza e coraggio; una “specialità tutta lucana” , per dirla ancora come il Presidente, che sia la Nazione che l’Unione Europea possano – speriamo presto – riconoscerci.
Assieme a queste, è l’appello che ho inteso rivolgere a tutte le forze politiche della massima Assise regionale, ora è necessario , iniziare la seconda fase, mettendo in campo una strategia nuova di sviluppo che possa coinvolgere sia le aree direttamente interessate dalle attività estrattive, che l’intero territorio regionale, per legare i concetti di sussidiarietà, coesione e vocazione. L’idea di una “perequazione delle opportunità di crescita per tutti i comuni nell’intera nostra regione” al fine di accrescerne complessivamente attrattività e competitività.
Nei fatti la firma del Memorandum dell’Aprile scorso e l’art. 16 del decreto liberalizzazioni rappresentano i capisaldi di una straordinaria opportunità utile a chiedere ulteriori risorse al Governo nazionale derivanti dalle maggiori entrate fiscali, obiettivo raggiunto grazie al lavoro sinergico svolto dal Presidente De Filippo sostenuto dall’intero consiglio ed insieme ai parlamentari lucani di centro destra e centro sinistra che sono riusciti a far riconoscere adeguatamente alla Basilicata il valore del contributo che essa dà alla riduzione delle bolletta energetica nazionale .
Proseguire uniti il percorso intrapreso dal tavolo tecnico del gennaio 2011, la centralità del consiglio regionale nelle decisioni che dovranno accompagnare il processo da compiere e l’impegno a stabilire una stretta relazione utile a verificare la totale condivisione con le comunità per le scelte da compiere, completano l’impegno sottoscritto trasversalmente nell’ordine del giorno approvato a margine dei lavori dell’assemblea da tutte le forze politiche presenti in consiglio ad esclusione della SEL .
L’ottenimento auspicato di considerevoli risorse aggiuntive dovrà alimentare interventi in tema di sicurezza ambientale e della salute dei cittadini, utilizzando le migliori tecnologie ad oggi esistenti e le professionalità presenti nelle rinnovate agenzie regionali oltre alle necessarie collaborazioni da stabilire con enti di livello nazionali ed internazionali, dunque rilanciare il tessuto produttivo ed occupazionale ricercando, tra i vari strumenti normativi, anche una auspicata fiscalità di vantaggio che traduca in termini reali i concetti sopra menzionati di attrattività e competitività;
Rivendicare infatti, laddove possibile, l’allentamento del patto di stabilità per la Basilicata al fine di sbloccare i pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione, il finanziamento di alcune aree sino a farle diventare “zone franche” in cui le imprese possano pagare meno tributi , avere accesso ad energia a più basso costo ed una facilitazione di accesso al mercato del lavoro attraverso incentivi automatici che ne riducano il relativo costo creerebbero, congiuntamente agli investimenti in infrastrutture, le condizioni di una “attrattività e competitività reale e sostenibile”.
Il sostegno alla ricerca ed alla innovazione, già previsto nel Memorandum, diviene poi imprescindibile per legare il presente al futuro della comunità.
Solo in un clima di concertazione possono nascere strategie di così ampio respiro; con l’auspicio che assieme, con la forza della sinergia e della condivisione, questa classe politica possa meglio stimolare il Governo nazionale alla condivisione degli obiettivi anche su altri aspetti della nostra vita quaggiù in Basilicata; che “quando gli elefanti litigano è l’erba a rimanere schiacciata”, son soliti dire laggiù in Africa.
Luca Braia, consigliere regionale PD
Riceviamo e pubblichiamo una nota del Consigliere regionale dell’IDV Nicola Benedetto nella quale sono commentati i dati dello studio di Confindustria Taranto sull’effetto del progetto di Tempa Rossa sull’economia locale tarantina e si fa riferimento alla nota precedente inviata dal Consigliere regionale Luca Braia.
“I dati dello studio di Confindustria Taranto sull’effetto del progetto di Tempa Rossa sull’economia locale tarantina suonano come una beffa nei confronti delle popolazioni dei comprensori petroliferi lucani perché una nave-container petrolio arrivata in porto e ormeggiata in banchina rappresenta, come evidenzia Confindustria, un veicolo di ricchezza per i servizi e le attività di filiera ad essa connessi e rende di più rispetto a quanto sperano di ricavare i Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara, Laurenzana, messi insieme”. E’ quanto sottolinea il presidente del gruppo IdV in Regione Nicola Benedetto aggiungendo che “del resto è lo stesso capogruppo del Pd Braia oggi a riconoscere, per la prima volta, con lucidità, le errate valutazioni fatte all’inizio di una favola di ricchezza di cui sembrava potesse essere protagonista il petrolio. Per restare all’indagine di Confindustria di Taranto va ricordato che il disco verde del Cipe a Tempa Rossa produrrà la costruzione di due serbatoi per stoccare 180mila metri cubi di greggio che arriverà dalla Basilicata e l’ampliamento del pontile della raffineria per ospitare da 45 a 140 navi l’anno. Calcolando un periodo medio di sosta in rada di 4-5 giorni di una nave di stazza media (100mila tonnellate), Confindustria analizza le ricadute per i servizi di operazione, tecnico-nautici, portuali e, infine, commerciali e professionali. Solo per la parte tecnico-nautica – si legge nello studio – una nave di 100mila tonnellate costa, per 4-5 giorni di sosta, 60mila euro. Considerato quindi un traffico di 140-150 navi con Tempa Rossa, «è automatico desumere – si legge nello studio – la ricaduta in termini economici sul territorio locale.
Per non parlare delle ricadute occupazionali che – continua Benedetto – mentre nell’area di Tempa Rossa sono limitate alla costruzione del sito principale e del secondo Centro Oli e pertanto si tratta di manodopera edile (qualche centinaio di unità) per la grande maggioranza generica per un periodo estremamente limitato, al porto di Taranto si prevede un’occupazione superiore e stabile. E’ questa la conferma del mio interrogativo: il gioco vale la candela? . E per restare agli interrogativi: che fine ha fatto la “banchina Basilicata” al porto di Taranto finanziata con le prime intese sottoscritte da Regione Basilicata ed Eni con l’obiettivo di fornire una piattaforma logistica per l’export del made in Basilicata?”.
Nicola Benedetto, Consigliere regionale IDV
Braia dove sono i lavori del Campus e dello studentato universitario?? solo CHIACCHIERE..