I parlamentari di Fratelli d’Italia Salvatore Caiata, Aldo Mattia, Gianni Rosa, Piergiorgio Quarto, Tommaso Coviello, Giuseppe Giuzio, Carmine Cicala e Rocco Leone in una nota dichiarano che “chi è contro Acque del sud Spa è solo per proprio interesse personale”. Di seguito la nota integrale.
Dopo oltre 40 anni di commissariamento (iniziato nel 1979), e oltre 12 anni di liquidazione, il Governo Meloni ed in particolare il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, grazie ad una intensa attività commissariale, ha posto fine a quello che già nel 2011 era stato definito uno degli ultimi “carrozzoni” d’Italia: l’EIPLI.
E lo ha fattotragurdando e tutelando tutte le risorse in esso presenti, siano esse umane o strumentali, in un nuovo soggetto giuridico, più moderno, più efficace ma soprattutto più capace di riportare le grandi infrastrutture dell’EIPLI agli antichi fasti, con grande beneficio per tutto il Sud e e per la Basilicata in particolare.
Ma prima della trasformazione l’attuale gestione commissariale, d’intesa con il Ministro Lollobirigida, è riuscita:
– a rimettere in ordine i conti dell’EIPLI, conun risparmio di circa il 40% rispetto alle gestioni precedenti;
– a fare ripartire le manutenzioni delle infrastrutture idriche (dighe e traverse) ferme da oltre 20 anni;
– a stabilizzare 39 lavoratori che attendevano di essere assunti a tempo determinato, nell’indifferenza generale di chi ha gestito l’EIPLI in passato, da circa un decennio pur avendone maturato il diritto;
– a riorganizzare gli uffici dando una spinta di nuova efficienza e motivazione;
– ad avviare le azioni di recupero del credito che ammontano a circa 60 milioni di Euro;
Ora però dal 1° gennaio 2024 il vecchio EIPLI andrà finalmente in pensione e prenderà vita e forma la società Acque del Sud SpA destinata ad essere, come è stata definita in un convegno in casa Zust-Ambrosetti: la Leonardo dell’acqua.
Di fronte a questi indiscutibili ed oggettivi risultati, riconosciuti esplicitamente anche da esponenti di caratura nazionale del Partito Democratico che già in precedenza avevano cercato di risolvere (evidetemente senza successo) il problema, si registra ancora qualche sparuta lagnanza con la solitarievocazione dello “scippo dell’acqua” e dell’aumento della tariffa.
Si cerca ancora una volta di strumentalizzare la discussione con argomentazioni del tutto prive di verità.
Invero l’attuale Comissario con documenti ufficiali alla mano ha più volte certificato che nessuno “scippo” può essere avvenuto ai danni delle regioni in quanto l’EIPLI è stato costituito nel 1947 quando delle regioni non vi era alcuna traccia nell’ordinamento costituzinale italiano. E che in passato nessuna influenza avevano avuto le regioni salvo quelle di carattere politico (con il risultato che bene conosciamo).
Inoltre sempre l’attuale commissario ha chiarito che l’attuale tariffa all’ingrosso, ferma al 1999, ha una incidenza così banale sul costo all’utente (per gli agricoltori 0,015 cent.mq, per i cittadini 0,028 cent. mq) che l’eventuale aumento quand’anche per ipotesi fosse del 100% (e tale è stato chiarito che non sarà) impatterebbe solo per poche decine di euro l’anno sul cittadino, che però avrebbe in cambio un approvigionamentoidirico più duraturo e sicuro.
Perché quindi tali strumetalizzazioni?
Cosa si vuole difendere davvero e chi si cela dietro queste false asserzioni ?
Un indizio in effetti esiste, e può essere seguito agevolmente.
Esistevano soggetti che in precedenza non pagavano l’acqua all’EIPLI, salvo poi farsela pagare dai propri clienti dopo un più che robusto ricarico di oltre 20/30 volte (basta leggere le bollette dell’acqua).
Questi soggetti in sostanza utilizzavano l’EIPLI come una vera “mucca da mungere” per rimpinguare le proprie casse, senza però darle in pasto nemmeno un filo d’erba.
La “mucca” prima o poi sarebbe deceduta, e con lei l’intero schema idrico in gestione con gravi ripercussioni per oltre 6 milioni di cittadini.
Parliamo di soggetti che, almeno un caso noto alle cronache, sono arrivati ad accumulare una debitoria con EIPLI di circa 36 milioni di Euro (ceriticati) nell’arco di oltre 10 anni.
In pratica non hanno mai pagato l’acqua ad EIPLI, che invece rivendevano ai propri clienti moltiplicando la tarffa EIPLI per 20/30 volte.
Immaginate qualsiasi altra attività commerciale quanto avrebbe potuto resitere nelle medesime condizioni, e adesso provate ad intuirequale invece possa essere stata la vera ragione del dissesto dell’EIPLI.
Per questi soggetti in effetti lo “pacchia” è finita, chiaramentecon enormi mal di pancia.
Dal gennaio 2024 come tutti gli altri fornitori di Acque del Sud dovranno saldare il loro debito di fornitura.
Resta sullo sfondo da capire cosa questi soggetti ne abbiano fatto dell’enorme mole di denaro sottratto all’EIPLI, e per quali scopi lo abbiano veramente utilizzato.