L’Assessore con delega al Bilancio Giuseppe Rocco Lettini risponde al comunicato di qualche giorno fa a firma di Rocco Salvatore Caramuscio, esponente della Lista dei Cittadini, il quale affrontava il tema del calcolo della TARI: “Mi preme innanzitutto sottolineare che la delibera di Consiglio del 21 aprile con cui si approvavano le tariffe TARI è stata annullata per un vizio di forma e non certo di sostanza: come affermato dallo stesso Ministero, infatti, si rendeva necessario l’annullamento dell’atto perchè adottato dopo il termine del 31 marzo. Per cui, effettuato l’annullamento, l’Amministrazione Comunale si è trovata davanti a due strade per assicurare l’equilibrio di bilancio: o coprire parte del costo dello smaltimento rifiuti con tagli ai servizi e alle spese comunali, con un conseguenze negative sui cittadini, oppure procedere all’adozione ex novo delle tariffe appena annullate, grazie a quanto previsto dall’art 193 comma 3 del D. Lgs 267/2000 che, in caso di disequilibrio di bilancio, permette tale operazione. Per cui è errato affermare che il MEF, con la nota pervenuta al Comune di Pisticci, obbliga l’Amministrazione ad utilizzare le tariffe dello scorso anno senza aumento, in quanto l’art 193 prevede espressamente che l’adozione di tariffe TARI oltre il termine è possibile solo se in aumento e solo se questa operazione assicura l’equilibrio di bilancio. Mi preme sottolineare che gli aumenti alle tariffe TARI non sono frutto di scelte dell’Amministrazione Verri, ma si trattava di un’operazione già consolidata al momento del nostro insediamento, in quanto frutto delle scelte dei precedenti amministratori. Mi meraviglia che la politica pisticcese si ostini a negare una situazione così evidente solo per strumentalizzare un aumento delle tariffe che qualunque Sindaco avrebbe dovuto effettuare”. L’Assessore Lettini affronta, poi, il rapporto tra TASI e TARI, altro punto del ragionamento di Caramuscio: “La TARI è stata introdotta nel 2014 insieme all’IMU e alla TASI: la prima grava sui soggetti che detengono un immobile e producono rifiuti, mentre la TASI era una tassa pagata per servizi indivisibili goduti dal cittadino (manutenzione del verde pubblico, arredo urbano, illuminazione pubblica e Polizia Locale). Due anni fa la TASI è stata abolita, anche se, formalmente, è rimasta in vigore per i soggetti possessori della seconda casa: nel Comune di Pisticci, tuttavia, tale tributo non viene versato, in quanto sulla seconda casa grava già l’aliquota massima IMU. Il pensiero di inglobare una tassa in un’altra, portato avanti da Caramuscio, è assolutamente fuorviante e contrario a qualsiasi principio contabile, anche perchè le due tasse fanno riferimento a servizi completamente differenti”. Lettini parla poi del calcolo della tariffa TARI, errato secondo quanto riportato da Caramuscio: “L’esponente di Lista dei Cittadini fa riferimento al DPR 158/1999 che definisce il metodo normalizzato per la definizione della tariffa rifiuti. Nel calcolo dell’imposta, la TARI si compone di una parte fissa e una parte variabile: la parte fissa è frutto della somma del costo di spazzamento e lavaggio strade (428.736,58 €), dei costi amministrativi di accertamento e riscossione (10000 €), dei costi generali di gestione (333.884,15 €), dei costi comuni diversi, di altri costi e del costo uso capitale (237.965 €); la parte variabile si compone dei costi raccolta e trasporto (416.574), dei costi trattamento e smaltimento rifiuti (369.494,29), dei costi raccolta differenziata per materiale (410.044,71 €) e dei costi di trattamento riciclo. La somma di questi importi è di 2.206.700 €, a cui va aggiunta l’aliquota provinciale del 2%, previsto per la prima volta da questa Amministrazione, nonostante gli obblighi di legge lo imponessero da tempo, per un complessivo di 2.250.700 €. La proposta di Caramuscio di prendere in considerazione l’importo TARI del 2016 (1.694.393,63 €) non trova fondamento nella stessa legge da lui citata che, appunto, definisce le modalità di calcolo della TARI, prevedendo, appunto, tutte le attività previste dal contratto. In sostanza, la TARI non serve a finanziare servizi indivisibili coperti dalla TASI, come, erroneamente, vorrebbe far credere Caramuscio; per cui il calcolo della TARI effettuato nel 2017 è corretto e trova riscontro proprio del DPR 158/1999. La differenza fondamentale tra le due basi di calcolo sta proprio nel fatto che, nel 2016, la raccolta differenziata faceva riferimento alle spese sostenute dal Comune di Pisticci per la gestione dei rifiuti nel 2015. Inoltre, nell’ottobre dello stesso anno, è stato firmato il contratto con la ditta Teknoservice che ha sancito l’aumento della TARI per i cittadini, visto che il valore del contratto supera i due milioni. Da qui l’aumento, d’altronde già previsto nel momento in cui la precedente Amministrazione andava a sottoscrivere il contratto d’appalto. La somma calcolata per il 2017, inoltre, ha ricevuto l’approvazione dei revisori dei conti in sede di approvazione del bilancio, per cui la proposta dell’esponente di Lista dei Cittadini è distorta e priva di fondamento e mi meraviglia il fatto che si abbia la presunzione di renderla credibile agli occhi della popolazione. Come è logico che sia, non è piacevole per la nostra Amministrazione che i cittadini paghino tasse più alte e, in più occasioni, vari esponenti della maggioranza hanno esternato la volontà di ridurre progressivamente il gettito tributario legato alla TARI. Non accetto, tuttavia, che gli altri gruppi politici, attraverso ragionamenti strumentali e privi di fondamento giuridico, facciano passare questa Amministrazione come causa unica di un aumento delle tasse, insinuando addirittura il dubbio di un errore nel calcolo delle tariffe”.
Lug 18