Dopo il netto calo di iscrizioni al Partito Democratico di Matera registrato nell’ultima Direzione che si è svolta nella città dei Sassi arrivano le riflessioni politiche del tesserato Pierluigi Diso. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Se il numero delle tessere al PD è calato vuol dire che è venuta a mancare un’offerta politicamente, culturalmente e socialmente convincente per quei settori di ispirazione liberal-democratica e liberal-socialista (se l’ideologia è ancora un valore e l’etica ha ancora il suo peso) che da dieci anni hanno supportato il Partito Democratico. Non è oggi possibile misurare la consistenza elettorale di questo diffuso disagio locale che comunque è stato l’artefice dello smottamento di quel 10% circa di consensi che nella passata elezione comunale sono stati indirizzati alla classe politica uscente, che possedeva nel comune di Matera il potere politico ed economico cittadino. I materani per primi due anni fa si sono riorientati verso una coalizione composita ma ritenuta più credibile ed un candidato sindaco sì anziano ma più specchiato, simbolo di un civismo atipico, perché dietro le numerose liste civiche vi erano i partiti di centro destra, ma anche fronde del PD. La segreteria nazionale sarà decisa il 30 aprile prossimo, ma nel frattempo, a livello locale e sul fronte amministrativo il PD non può restare alla finestra: alle ultime amministrative è stato pagato un prezzo troppo, a causa di quanti hanno errato nel definire il progetto strategico e di coloro che hanno ritenuto dover migrare e che, adesso devono assumersi pur qualche responsabilità. L’arroganza di alcuni che hanno voluto mostrare i muscoli del PD non è servito né a Potenza né a Matera. Il PD materano in particolare non ha ascoltato nemmeno le istanze di coloro che dal suo interno chiedevano più condivisione e partecipazione sulle scelte strategiche della città e del suo futuro sindaco. E’ semplicistico criticare le mosse del sindaco De Ruggieri, senza fare prima autocritica. L’obiettivo Matera 2019, che interessa vincitori e vinti, è dietro l’angolo. Sul fronte partitico occorre realizzare con determinazione, senza timidezze, ma con avvedutezza politica, trasparenza ed equilibrio, un partito rigenerato che sappia elaborare e far emergere un nuovo disegno strategico e che disponga di una grande carica innovativa. E’ urgente imprimere un segnale dinamico al Partito Democratico che, lungi dal fondare su vecchi pilastri, sulla sommatoria di componenti ed apparati, già visti nel corso dell’ultimo decennio, rappresenti il momento conclusivo di un ampio processo rifondativo e integrativo tra culture ed esperienze plurali del riformismo italiano. D’ora in poi bisognerà prima convincere, per poi poter vincere. Occorre partire proprio da quella vasta area politica del popolo che ha avuto serie difficoltà a riconoscersi nei soggetti e nei progetti posti in campo sia a Potenza che a Matera. E’ giunta l’ora di creare le condizioni politiche perché questa area di cultura liberal-democratica e liberal-socialista sia presente e realmente partecipe nei momenti decisivi della nostra comunità locale (comunale e regionale), ma innanzitutto nel processo di formazione del nuovo Partito Democratico di Matera e di Basilicata, che ci auguriamo cominci a rifondarsi subito dopo le primarie del 30 aprile, quando le correnti renziane, orlandiane e emiliane si saranno contate e, sedute a tavolino, decideranno – speriamo bene – le future sorti del partito, salvo spezzettarlo ancora, senza correre solo ad occupare poltrone in virtù di quel ?% che deriva dalla conta delle tessere, ma confrontandosi a tutto campo su una nuova proposta politica dopo la sconfitta alle amministrative di Matera ed in vista dei prossimi impegni elettorali di Regione e Parlamento. Il PD deve considerare prioritaria la scelta dell’innovazione, augurandoci che la eserciti con determinazione ma, anche, con equilibrio per ben fronteggiare un momento cruciale come quello della vita di Matera e della Basilicata di qui al prossimo futuro.
Pierluigi Diso