I consiglieri comunali del gruppo consiliare Cristianamente riprendiamo a dialogare” di Tricarico contestano la decisione del Governo nazionale di cancellare le zone rosse già inserite nel Decreto rilancio. Di seguito la nota integrale.
Dopo lunga gestazione il decreto rilancio ha visto la luce ma è stato travagliato da una procedura mai verificatasi: a 12 ore dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il governo pubblica una errata corrige, quasi che si stia trattando delle pagine di un fumetto e non piuttosto della gestione di una catastrofica emergenza sanitaria ed economica. Con un’azione di bianchetto si cancellano dall’art. 112, le parole I comuni dichiarati zona rossa, esclusi così dallo stanziamento dei 200 milioni di euro a più riprese annunciato dal premier Conte come una delle tante misure “di fuoco” a sostegno della ripresa. Ma ora vediamo come un governo approssimativo, spesso incompetente, sempre arrogante, ai limiti del non rispetto del confronto democratico, ha messo in atto azioni di fuoco ma per bruciare un tessuto economico e sociale che difficilmente potrà tornare alla normalità. Per il nostro comune di Tricarico, per 30 giorni imprigionato nella zona rossa, con un focolaio di 41 positivi in una struttura che era di eccellenza ma che al momento non si sa quando se e come riaprirà per tornare a pieno regime nella erogazione dei servizi riabilitativi, è sparito tutto quanto previsto e annunciato a più riprese, anche con comunicati della amministrazione comunale che confonde un ordine del giorno, del quale comunque va dato atto all’on. Vito De Filippo per averlo presentato e fatto approvare, con un decreto legge. Anzi, al momento, la dichiarata zona rossa per Tricarico neppure si è concretizzata in termini di conoscenza dell’esito della campagna di screening preventivo: a tre settimane dalla effettuazione di tamponi, a casaccio ed alla rinfusa, lo ribadiamo, ancora nulla è stato comunicato circa gli esiti. Ci auguriamo che il presidente Bardi, utilizzando, come è bravo a fare, la tecnica del copia incolla, segua l’esempio del governatore Zaia ed impugni il decreto rilancio che, per la Basilicata, sembra piuttosto essere il decreto beffa.