Pasquale Doria, candidato sindaco di Matera Civica e Matera Libera, in una nota presenta una proposta che dovrà essere valutata dal Comune di Matera per il rilancio dell’Università della Basilicata. Di seguito.
La presenza dell’Università ha un forte impatto sulla crescita culturale della comunità materana e per questo bisogna rivedere completamente i rapporti tra pubblica amministrazione e Università degli studi di Basilicata (Unibas).
E’ in piedi, inutilmente e da anni, un muro che non consente la maturazione di momenti osmotici e vicendevolmente proficui tra le due realtà. Si registrano sporadici contatti con singoli docenti, ma il dialogo occasionale è la prova, la conferma più evidente di una mancata intesa istituzionale.
In altre città funziona già da decenni un’area di programmazione. Agisce all’interno delle amministrazioni comunali in cui il lavoro di ricerca svolto nelle Università è messo a disposizione del Comune. Ma, il più delle volte, è l’ente locale a richiedere soluzione su problemi complessi e indicazioni su specifici saperi a favore del territorio. Il sistema dei vasi comunicanti funziona vantaggiosamente per la ragione che il lavoro dell’Università, mettendo a disposizione i suoi studi, non intacca il mondo delle professioni e delle imprese. Al contrario, diventa moltiplicatore e volano per i privati dal momento che spetta comunque al Comune mettere a concorso i piani di programmazione generale delineati nel mondo accademico.
Un esempio di attualità: l’Università ha già definito gli interventi di rigenerazione urbana al quartiere Lanera. Tutto questo lavoro è stato svolto senza spese a carico delle casse comunali, cui spetta invece indire i bandi e mettere in moto un volano di nuove opportunità di lavoro per la città.
Università e alloggi
L’Università è quindi un momento alto della cultura cittadina che bisogna scongelare al più presto, così da trasformarla in concreta occasione di crescita collettiva e soprattutto opportunità di lavoro.
In questo senso, un ufficio comunale che si occupi dei rapporti con l’Università potrebbe considerare anche la possibilità di definire un’anagrafe dei luoghi in cui dare alloggio agli studenti in attesa del completamento dello studentato sulla collina di Lanera (previsto tra circa tre anni). Realtà che non potrà accogliere tutti e che, invece, in un’ottica di incremento delle immatricolazione si potrebbe incentivare chiamando in causa direttamente i privati, i proprietari di alloggi in affitto, abbattendo a loro favore alcune tasse tra le quali l’IMU.