Candidatura Angelo Chiorazzo a presidente Regione Basilicata, Movimento Equità Territoriale spiega i retroscena e lancia appello alla Basilicata che vuole liberarsi della destra e della finta sinistra. Di seguito la nota integrale.
Il Movimento Equità Territoriale, guidato dall’eurodeputato Piernicola Pedicini, torna ad occuparsi di Angelo Chiorazzo e diffonde una nota che mette a fuoco nuovi e inquietanti retroscena.
“Quanto sta accadendo in Basilicata – scrive il Met – è inaudito e sconcertante.
Il potente e discusso imprenditore Angelo Chiorazzo, che ipocritamente si autodefinisce un cooperatore, sta provando a imporre la sua candidatura a presidente della Regione dell’area moderata, di sinistra e progressista, con una serie di iniziative e forzature autocelebrative che aprono mille interrogativi e impongono un’attenta riflessione.
Da alcuni mesi è iniziata una campagna martellante e aggressiva con azioni mediatiche, convention pubbliche con claque annessa, azioni sui social, mega interviste aggressive e pretestuose, endorsement oscuri e trasversali, sostegni del mondo ecclesiastico, attività nel mondo sportivo, incontri riservati e spesso occulti con potentati lucani e nazionali di ogni tipo, apertura di costosi e sfarzosi comitati elettorali.
Una miriade di attività, – evidenzia il Movimento dell’eurodeputato lucano-campano – che in Basilicata non si è mai vista.
Una pressione spropositata e sospetta sull’opinione pubblica lucana e sul mondo politico, per autoproclamarsi il leader, il salvatore, il messia dello schieramento di centrosinistra allargato che dovrebbe affrontare e sconfiggere il centrodestra.
Il tutto con spavalderia e senza limiti rispetto alle regole minime della partecipazione democratica, del coinvolgimento dei cittadini, del dialogo con gli altri soggetti politici in campo e della possibilità di creare una vera alternativa alla vecchia politica, la destra, alla finta sinistra e alle lobby locali.
L’aspetto più grave – denuncia il Movimento Equità Territoriale lucano – è che l’imprenditore-cooperatore-affabulatore Chiorazzo ha alle spalle vicende giudiziarie, conflitti di interesse, amicizie con personaggi politici nazionali e regionali di ogni tipo e tante ombre mai chiarite.
Inoltre, tutti sanno che non si è mai occupato della Basilicata e dei suoi problemi e ha sempre pensato alla sua carriera personale, alle sue attività imprenditoriali e ai suoi interessi privati nei salotti romani. Non si è mai occupato della regione che stava collassando, dei drammi ambientali per le estrazioni petrolifere in Val d’Agri, dei giovani e dei lucani che abbandonavano la regione, della sanità pubblica sempre più debole e inefficiente, dell’economia locale senza sbocchi.
Chiorazzo si è occupato di Basilicata solo quando doveva ottenere appalti per le sue cooperative dai governi regionali guidati da Bubbico e De Filippo, oppure quando doveva ospitare Giulio Andreotti e Gianni Letta nelle sue tenute a Senise, o per organizzare le feste del giornale dei vescovi Avvenire e invitare, tra gli altri, il suo amico Claudio Descalzi, ad di Eni.
Il bluff Chiorazzo, che sta illudendo e raggirando tanti lucani in buona fede, ha preso forma visibile a giugno scorso. Dopo che si è messo in prima fila alla presentazione pubblica di un documento programmatico proposto dalla Consulta regionale delle aggregazioni laicali di Basilicata.
In quell’occasione – sottolinea il Met – è iniziato il tam tam per far sapere che lui e solo lui potesse essere il candidato presidente del centrosinistra e dei progressisti lucani.
Da quel giorno, grazie alle sue ambigue coperture e relazioni, e alle grandi disponibilità economiche di cui dispone, è iniziato il battage promozionale per la sua autoincoronazione e autocandidatura. Da quel giorno ha iniziato a tessere la ragnatela con il Pd di Speranza e con la vecchia nomenclatura della falsa sinistra (molti sostengono che il piano era operativo da tempo), con politici arrivisti e poltronari di varie provenienze e con pezzi di imprenditoria e poteri vari. Da quel giorno, nonostante la gran parte delle componenti di centrosinistra e del M5s abbiano respinto la sua imposizione (non sappiamo se e fino a quando resisteranno), attacca, o fa attaccare, chiunque si mette sulla sua strada o mette in discussione il suo disegno.
Tra i suoi supporter c’è di tutto, da Gianni Letta a Tajani, da Casini a Mastella, da Bubbico a De Filippo, dal cardinale Angelo Becciu, ex potentissimo numero tre della Santa Sede, condannato a 5 anni di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici per la gestione di fondi del Vaticano per la compravendita di un palazzo a Londra. Lo stesso cardinale che nel 2018 fu ospite di Chiorazzo a Senise per inaugurare la nuova sede della cooperativa Auxilium.
Una vicenda, quella di Angelo Chiorazzo, – argomenta il Movimento dell’eurodeputato Pedicini – che non doveva mai iniziare e mai arrivare a questo punto e che va fermata. Per fermarla deve scendere in campo la Basilicata libera, autonoma, sganciata dal potere della cattiva politica e dalle commistioni con il mondo economico e degli affari. La Basilicata del bene pubblico, della partecipazione, dei giovani, delle donne e degli uomini che vogliono impegnarsi per aprire una nuova pagina e guardare al futuro senza dover sottostare alle consorterie organizzate che manovrano dall’alto.
Il Movimento Equità Territoriale Basilicata, così come ha già ribadito più volte, è pronto a impegnarsi per fare rete con la società civile, con il mondo delle associazioni e della politica del fare, e con chiunque voglia portare il suo contributo per il riscatto del Sud e della Basilicata.
Un’altra Basilicata c’è, organizziamola e facciamola emergere”.