I Alfonso Ernesto Navazio presenta una proposta di legge per l’uso terapeutico della cannabis. Di seguito la nota integrale.
Cannabis ad uso terapeutico: Presidente Pittella, ecco la proposta di legge.
“Il dolore va affrontato con ogni mezzo. Anche con la cannabis.”
Basta con le attese. Basta con la demonizzazione. E’ giunto il momento di dare alla cannabis lo spazio che merita nella cura del dolore. Molte regioni hanno reso accessibile la cannabis ad uso terapeutico. La nostra no. Si continua a tergiversare. Il Presidente della giunta regionale nell’ultimo tweetliving si è dichiarato favorevole. Alcuni consiglieri sono pronti a dichiarare il loro parere favorevole.
Ma….siamo in attesa. Di chi prepara il testo della legge? Di chi deve attestarsi il merito?
Nel frattempo rinunciamo ad un antidolorifico solo perché ha la colpa di essere una sostanza stupefacente.
I dolori leggeri concedono di parlare, i grandi dolori rendono muti (Seneca).
“Il dolore è il più grande nemico dei malati. Annienta la loro dignità, spegne la loro energia e la volontà di combattere”. Quanti si riconoscono? Quanti ne hanno vissuto l’esperienza? Sulla propria pelle o su quella dei familiari più prossimi.
Allora offriamo un testo. Completo di relazione. Senza spesa per il bilancio regionale. (E’ previsto un articolo che detta l’invarianza finanziaria della proposta, in quanto gli oneri derivati dalla sua applicazione rientrano nella complessiva spesa farmaceutica sopportata dalla Regione).
Un articolato semplice : attraverso l’art.1 si vuole garantire l’impegno da parte della Regione Basilicata per l’utilizzo dei farmaci cannabinoidi nel servizio sanitario regionale.
Nel secondo si afferma la promozione, da parte della Regione Basilicata, della cultura della lotta contro il dolore e il superamento del pregiudizio relativo all’utilizzazione dei farmaci per il trattamento del dolore. Gli articoli 4 e 5 dettano disposizioni circa l’ambito di applicazione della proposta di legge. L’articolo 8 rimanda alla procedura valutativa degli effetti della proposta. Con l’obiettivo di modificare l’atteggiamento prevalente nei confronti del dolore, di far capire a tutti – medici, operatori, amministratori, malati, ma anche a tutti i cittadini – che la sofferenza si può e si deve evitare con ogni strumento a disposizione, attraverso l’articolo 9 si rimanda alla giunta regionale “la promozione di campagne di comunicazione e informazione relative alle finalità della proposta, oltre che di informazione e sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari circa l’appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa”., prelevando le somme dal cospicuo fondo a disposizione (circa un milione di euro) della giunta per l’informazione regionale.
Azzardato? Sfrontato sfidare un consiglio? No. Offriamo un punto di partenza, sicuri che qualcuno avrà la sensibilità di farla propria.
Nella lettura scientifica si trova una vasta produzione rispetto all’uso anche terapeutico della cannabis. Col tempo il progresso scientifico ha permesso di arrivare alla produzione di derivati di sintesi, consentendo una compiuta valutazione dell’impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, come adiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla, nel trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe inoltre che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei.
La cannabis in altri paesi è utilizzata non solo come analgesico, ma anche contro gli effetti collaterali nell’oncologia, a iniziare dal controllo del vomito. Ecco che attraverso la proposta di legge si vuole garantire ai cittadini la possibilità di utilizzare i farmaci cannabinoidi come ausilio nella terapia del dolore. Ed avere un’arma in più contro la sofferenza, soprattutto contro il dolore cronico maligno
Quella della lotta al dolore è una battaglia di civiltà, una delle frontiere più importanti di umanizzazione della sanità e che, necessariamente deve entrare a far parte della cultura comune.
Adesso non ci sono più scuse. Abbiamo pensato a tutto. Bisogna avere solo la volontà di farlo.
Avvieremo il contatore della sensibilità istituzionale. Vedremo.
Melfi, 24 febbraio 2014
Alfonso Ernesto Navazio
Ernesto sempre attento, peccato che non sia più in consiglio