“Uno strumento in più per curare patologie gravi e un indotto economico che creerebbe posti di lavoro e nuove risorse”.
Questi sono i primi e più significativi benefici che deriverebbero da un uso regolamentato della cannabis, ma che purtroppo sono poco noti alla platea degli oppositori” a dirlo in una nota l’eurodeputato Piernicola Pedicini.
“Per fortuna qualcosa sta cambiando – prosegue l’eurodeputato – nelle ultime settimane sono avvenuti due fatti importanti. In primo luogo la Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti, in base alle raccomandazioni dell’OMS, ha rimosso la cannabis dalla lista di sostanze dannose, che la equiparava ad alcuni oppiacei mortali. Negli stessi giorni, la Commissione europea che noi avevamo sollecitato attraverso un’interrogazione, ha comunicato che il cannabidiolo non dovrebbe essere considerato una droga, in quanto non ha effetto psicotropo. Di conseguenza, il cannabidiolo può essere qualificato come alimento, a condizione che siano soddisfatte anche le altre condizioni del regolamento europeo sul tema. Una buona notizia per tutti i produttori di olio al cannabidiolo che diversamente, avrebbero dovuto sottoporre i loro prodotti a un lungo procedimento autorizzativo, senza alcuna certezza sull’esito finale.
Al dibattito europeo, oggi, si aggiunge l’apertura di quello italiano sulla liberalizzazione della cannabis light, che proprio perché consentirebbe una regolamentazione della canapa industriale, potrebbe generare un incremento di 980 milioni l’anno di gettito fiscale”.
Rispetto alle resistenze nel dibattito politico Pedicini rileva come siano “molte e ingiustificate. In questo settore – aggiunge – ci sono tante potenzialità e ora che anche le più importanti organizzazioni internazionali lo stanno riconoscendo, è doveroso mettersi al passo. Il nostro Paese e in particolare i ministri Bonafede, Speranza e Lamorgese, che sembrano al momento contrari all’emendamento, dimostrino di essere pronti a superare certe resistenze culturali che non hanno alcun fondamento scientifico e accolgano le mille possibilità che il mondo della cannabis può offrire nel settore delle cure mediche, dell’agricoltura e nell’ottica della sostenibilità ambientale” conclude l’eurodeputato.