“La vicenda della proposta di legge che, con l’alibi di fornire “misure a sostegno della maternità” sferra un attacco vero e proprio alla legge 194, purtroppo, è significativa dell’assenza di donne nel Consiglio Regionale della Basilicata e rafforza la nostra sollecitazione ad affermare le “politiche di genere” e a rilanciare una campagna sulla tutela dei diritti civili anche in Basilicata che abbiamo chiamato “sblocca diritti civili”. Lo sostiene Marialuisa Cantisani che aggiunge: “dal rapporto annuale sull’attuazione della legge per l’interruzione volontaria della gravidanza si evince che siamo in un Paese in cui di fronte ad oltre il 70% di medici obiettori, dato in aumento negli ultimi trenta anni, abbiamo regioni che raggiungono punte di obiezione dell’88,4% in Campania, 87,9% in Molise, 85,2% in Basilicata, “rendendo, in alcune strutture – si legge nel rapporto – difficile abortire”. Si tratta dunque innanzitutto di attivarsi, al fine di assicurare il pieno ed efficiente espletamento da parte degli enti ospedalieri delle procedure e degli interventi di interruzione della gravidanza e ad assumere ogni iniziativa affinché la gestione organizzativa e del personale delle strutture ospedaliere sia realizzata in modo da evitare che vi siano presidi con oltre il 80 per cento di obiettori. Compito del Governo nazionale è coniugare il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza della donna e quello all’obiezione di coscienza del personale sanitario. Due principi legittimi che idealmente dovrebbero convivere ma che, nella realtà, trova difficoltà poiché i medici obiettori spesso si rifiutano di segnalare alle pazienti un medico non obiettore o un’altra struttura sanitaria autorizzata all’interruzione volontaria di gravidanza.
Cantisani ricorda che IdV ha scelto un lucchetto da riaprire come simbolo della campagna “Sblocca diritti civili” lanciata da IdV che vede impegnata anche la struttura regionale della Basilicata e fa seguito alla campagna “sblocca lavoro”.
“L’affermarsi di nuove culture e costumi di vita ha fatto sì che gli ultimi decenni – spiega la segretaria regionale IdV – abbiano coinciso con un progressivo e sostanziale modificarsi dei rapporti interpersonali diffondendo sempre più il fenomeno delle unioni di fatto: una convivenza stabile fra due persone legate da vincoli affettivi ed economici ma non da vincolo matrimoniale”. “Intendiamo proporre l’iniziativa del nostro gruppo consiliare dell’Emilia-Romagna – afferma Cantisani – al consiglio della Basilicata per aprire un confronto ed un dibattito intanto nella maggioranza di centrosinistra senza preclusioni ideologico-culturali. Vorrei ricordare che il Parlamento europeo, oltre a vietare discriminazioni basate sul sesso o sull’orientamento sessuale, invita gli Stati al reciproco riconoscimento delle unioni civili e delle famiglie omosessuali: il diritto alla “vita familiare” deve essere inviolabile per ogni coppia, sia che questa voglia sposarsi in chiesa, in Comune, a Las Vegas o non voglia farlo affatto. Ribadisco pertanto il mio invito al Consiglio regionale a disciplinare l’istituto delle unioni civili, compreso ovviamente il registro ad hoc, per permettere il giusto (e ovvio) riconoscimento di ogni convivenza stabile e l’invito ad aderire alla rete Ready contro le discriminazioni”.
Feb 26