Aurelio Pace (Progetto Popolare), in una nota esprime alcune riflessioni dopo la visita del Cardinale Parolin a Potenza. Di seguito la nota integrale.
“La Vita è valore assoluto.” Lo dice il Vangelo, coerentemente lo ribadisce Papa Francesco e lo affermano i valori del Popolarismo europeo.
Per questo non mi meravigliano le parole del Cardinale Parolin nella sua visita in Basilicata. Il suo discorso si configura proprio come un inno di gioia nei confronti dell’esistenza. La Vita è un bene indisponibile e la tutela di essa è sancita nei principi fondamentali della nostra Costituzione.
Non è di certo una norma che decide se essa vada preservata o meno. La Vita va difesa, salvata, a priori, senza dubitativo alcuno. Solo da questa solida quanto imprescindibile considerazione si può partire per stabilire regole e norme. Le leggi di uno Stato vanno rispettate, e questo è un altro grande caposaldo della nostra cultura giuridica che se aderisse profondamente ai principi della nostra Costituzione dovrebbe sapere che all’art. 2 della stessa si parla di “diritti inviolabili dell’uomo”. Tra quei diritti c’è la Vita. Allora occorre distinguere con attenzione tra legge e giustizia. Anche le leggi razziali erano fermamente radicate nella cultura del tempo ed erano imposte da uno Stato che credeva fermamente in esse. Eppure erano tutt’altro che giuste. La vita è un “principio non negoziabile”: qualcuno la da’ e qualcuno la toglie, è vero, ma quel qualcuno non è di certo il Parlamento.
Le parole del cardinale Parolin ci inducono al silenzio ed al coraggio ma questi ultimi sono termini che troppo spesso collidono. Il rischio allora è che a furia di essere prudenti e non parlare, continuando a far finta che le parole di Papa Francesco e di Parolin siano irrilevanti, quando si spegneranno persino le voci dei dissidenti, quelle che si oppongono, quelle del contrasto, dello scambio che fa crescere, rimarrà un pensiero solo, un monologo sterile ed inutile che la storia dell’umanità ha già vissuto e per cui ancora piange.
E quando anche quell’unico pensiero non andrà più bene agli occhi della collettività, rimarrà davvero il silenzio. Non sarà però quello della contemplazione e della riflessione a cui ci invita la Chiesa, ma quello che ha il sapore del vuoto e del vacuo: il nulla.
Aurelio Pace (Progetto Popolare)