Cardiochirurgo Luzi abbandona ospedale San Carlo di Potenza, intervento Consigliera Araneo (M5s). Di seguito la nota integrale.
I conti, forse, tornano, ma i medici no.
Apprendo con sgomento la notizia delle dimissioni del cardiochirurgo Giampaolo Luzi dall’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza. Lo avevamo, purtroppo, preannunciato e paventato: l’organico dell’AOR San Carlo si impoverisce dell’ennesimo medico di comprovata professionalità.
Ne abbiamo parlato qualche settimana fa, allarmati dal rischio che l’attuale direttore dell’Ortopedia e Traumatologia del nosocomio di Melfi, dott. Cuomo, potesse abbandonare il presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio”, e non per una scelta personale.
Era un flebile allarme, l’indizio di un problema, prontamente stemperato dal direttore generale Spera. L’indizio e/o l’inizio di una triste mappatura di svariate fuoriuscite dall’AOR San Carlo.
Il cardiochirurgo Luzi abbandona l’ospedale San Carlo, prima domanda: esiste una squadra pronta a supplire al vuoto procurato dalle dimissioni di Luzi?
Nel mentre, il dott. Cuomo sembra aver sottoscritto un contratto con l’azienda ospedaliera di Salerno. Seconda domanda: il dg Spera e l’assessore Latronico sono intervenuti per conoscere le ragioni di questo abbandono e hanno provato a porvi rimedio?
Allargando lo zoom, la situazione diventa ancora più opaca. Oltre al dott. Cuomo – che dal suo arrivo nel 2018, ha triplicato il numero degli interventi effettuati, ha incrementato l’indice di complessità dell’attività chirurgica, svolgendo un ruolo significativo nell’attrarre immigrazione sanitaria (un dato in controtendenza rispetto ai numeri generali) – altri medici sembrano essere (messi?) in fuga dall’AOR San Carlo: un altro medico da Melfi e un altro ancora dall’ospedale di Villa d’Agri.
Nel giro di pochissime settimane, dunque, l’azienda ospedaliera San Carlo perderebbe tre professionisti di altissimo livello. Ma non è ancora tutto: mentre il dott. Cuomo rischia di andare via, l’AOR pare aver assunto in regime di lavoro autonomo altri medici con la medesima qualifica. Dunque: perché lasciar andare via un medico assunto a pieno regime dall’azienda pubblica e promuovere, invece, prestazioni, per così dire, “occasionali”? E ancora, qual è il disegno sotteso a queste scelte, qual è l’idea di sanità che ha in mente questa Regione? La priorità resta per tutti la massima tutela della sanità pubblica?
La risposta parrebbe essere negativa, corroborata da uno storico impietoso: se i numeri non ci ingannano, infatti, a partire dal 2021, con particolare riferimento al dipartimento di cardiologia, l’AOR avrebbe perso oltre una decina di cardiologi (alcuni persino prossimi al pensionamento).
Se tutto questo è vero, se, cioè, nel giro di tre anni l’azienda ospedaliera San Carlo con riferimento alla sola cardiologia avrebbe perso più di dieci professionisti, oltre alle ultime dimissioni del cardiochirurgo Luzi, dovremmo porci più di qualche interrogativo. Esiste, forse, un problema gestionale se, al di là dei numeri spesso sbandierati, i medici scappano?
E poiché, in ultima istanza, l’azienda ospedaliera fa capo alla Regione, chiederò all’assessore Latronico di conferire sulla materia e di dare risposta alle nostre domande in commissione e in consiglio regionale.