Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha raggiunto la città dei Sassi nel pomeriggio per presentare il suo libro “Il patto. Oltre il trentennio perduto” pubblicato da “La nave di Teseo”.
Carlo Calenda prima dell’incontro ha fatto il punto sulla situazione politica in vista delle prossime elezioni regionali in Basilicata: “Stiamo assistendo alla distruzione del centrosinistra ad opera di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle, che hanno imposto un candidato al Partito Democratico, hanno messo un veto sulla partecipazione di Azione alla coalizione con Marcello Pitella e hanno fatto ritirare il candidato, persona perbenissima che però di politica non si era mai occupato, ma adesso dicono che corrono da soli dopo aver causato questo disastro. Io vorrei che fosse chiaro agli elettori di centrosinistra in Italia che l’obiettivo di Giuseppe Conte è distruggere il Partito Democratico e portare la sinistra ad un livello tale per far si che lui possa essere l’unico candidato alle prossime elezioni politiche come capo della coalizione e che rispetto a questo il PD, che ha una storia diversa, importante, seria in questo Paese, può fare una sola cosa: dire a Giuseppe Conte di andarsi a fare un giro. Per quanto concerne noi, rimaniamo a quello che ci hanno detto. Noi non siamo parte di quello che ormai si chiama campo santo, la segretaria Schlein non si fa trovare, la situazione del Partito Democratico in questa regione è di confusione totale, l’unica cosa che mi sento di dire è in bocca al lupo. Domani alle ore 10 a Potenza annunceremo insieme Marcello Pittella la scelta che Azione ha fatto. Per ora quello che mi sento di dire al Partito Democratico è “ritrovate un po’ di orgoglio, mandate a quel paese questo qualunquista che ha governato con Salvini, ha fatto i Decreti sicurezza, si spaccia per progressista ma sostiene Trump e Biden e si costruisca un’alternativa seria e di governo, che non può essere condizionata dai cialtroni, perché di questo si tratta”.
Marcello Pittella ha dichiarato: “Assistiamo ad un veto posto nei nostri confronti immotivato da parte dei 5 Stelle e un silenzio altrettanto imbarazzante da parte del Partito Democratico. Un candidato che si ritira e Azione che ha tentato anche nelle settimane scorse di provare a tessere una tela di unità, di condivisione, sbattuta fuori da ogni tipo di ragionamento. Noi abbiamo il nostro orgoglio, la nostra dignità e se il PD non rinsavisce su scala nazionale assisteremo alla distruzione del centrosinistra”.
Sta pensando ad una sua candidatura a presidente? “Non è possibile nella misura in cui hanno già detto di no chi doveva pronunciarsi e noi non siamo le persone che impongono le soluzioni. Vedremo che cosa accadrà e annunceremo le nostre decisioni domani a Potenza. Questa vicenda assume una dimensione nazionale, non è più una questione regionale ed è giusto che la discussione la faccia il segretario nazionale. Noi persone che hanno una cultura di appartenenza osserviamo le regole di appartenenza, altrimenti mi chiedo la politica dov’è, non c’è più. Non so se Azione in Basilicata vale il 10% perché in questa confusione assisteremo ad uno spettacolo in cui tantissimi cittadini non andranno al voto e noi dovremmo convincerli per andarli a votare su che cosa? Sui litigi, sui veti, sulle contrapposizioni, noi abbiamo bisogno di declinare alcuni punti importanti per la Basilicata e per il mezzogiorno d’Italia. Stiamo guardando anche alle Europee, anche personalmente non mi tirerei indietro se il partito mi chiamasse”.
Michele Capolupo
Sinossi del volume “Il patto”.
“La Seconda Repubblica ha mostrato tutti i suoi limiti, ora è tempo di un nuovo Patto per riformare il paese, che non potrà essere un lavoro di parte, ma un percorso unificante nello spirito repubblicano dettato dalla Costituzione. Nella nostra Carta, c’è tutto quello che occorre per uscire dall’impasse italiana – identità nazionale, diritti civili, doveri civici, strumenti per aggiornare l’ordinamento dello stato –, tocca a noi, ora, avere il coraggio di cambiare.
Esattamente trent’anni fa, si apriva la Seconda Repubblica. Eravamo tutti lì a festeggiare la fine, insieme al sistema proporzionale, di un lungo periodo di politica asfittica e corrotta. Credevamo di entrare in una nuova era di modernità e dinamismo, ma le cose non sono andate come speravamo. In questi trent’anni tutti gli indicatori economici, sociali, culturali italiani sono peggiorati rispetto ai grandi paesi europei. Il numero di cittadini che votano e partecipano alla vita politica si è ridotto drasticamente. Nessuna riforma incisiva è stata varata. I salari reali italiani hanno perso il due percento contro un aumento superiore al trenta percento in Francia e Germania. Abbiamo letteralmente buttato trent’anni – lo dicono i numeri e le tendenze, che non sono né di destra, né di sinistra – e continuiamo a perdere tempo in una battaglia tribale che nulla ha a che vedere con il senso più alto della politica. In questo vuoto ultradecennale di governo, i protagonisti del dibattito pubblico hanno preso la forma di “poteri storti”: l’occupazione della Rai e dei giornali, la scomparsa della forza di rappresentanza dei sindacati e di Confindustria, le influenti signorie locali dei governatori regionali, l’ego smisurato di leader politici che si circondano di circoli magici e guardano al loro particolare più che al bene dell’Italia”.
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La fotogallery della presentazione del libro di Carlo Calenda (foto www.SassiLive.it)