– “Dalle notizie che circolano in rete abbiamo appreso dell’incertezza relativa alle sorti di un’importante promotrice dei diritti delle donne in Arabia Saudita: Samara Badawi. La notizia, legata ad una sua eventuale decapitazione, desta sdegno e sconforto in relazione al delicato tema del rispetto delle donne in una cultura, come quella saudita, che purtroppo, molto spesso, sottopone le donne ad una sorta diapartheid di genere, che ne limita anche la sola presenza in spazi pubblici e privati”.
Così ha esordito il Consigliere regionale Aurelio Pace in merito alla notizia dell’eventuale decapitazione della donna, accusata di disobbedienza verso il padre, dissidente arrestata dal Governo saudita e sorella di Raif, blogger dissidente detenuto da luglio 2013, per le sue idee liberali.
“In una cultura come la nostra, quella occidentale, non si può restare indifferenti dinanzi alla negazione di diritti che noi riteniamo acquisiti ed imprescindibili. Nonostante l’Arabia Saudita sia stata nominata membro della Commissione Onu sullo status delle donne, per il periodo che andrà dal 2018 al 2022, la più importante Commissione sul diritto delle donne, è innegabile quanto l’affermazione dei diritti non trovi, nella vita quotidiana, un riscontro che consenta alle donne di emanciparsi da una condizione di sudditanza maschile mortificante e spesso pericolosa per la loro incolumità. Dopo la stagione occidentale della consapevolezza, dell’affermazione e del recupero di quei diritti è necessario che si affermi, con maggior vigore, quella della difesa e della promozione del valore dei diritti delle donne nei luoghi dove assistiamo, troppo spesso, alla privazione di libertà individuali. L’attenzione dovrà sempre rimanere alta rispetto a temi come questi e l’obiettivo è che la condivisione di un pensiero comune, che vuole le donne emancipate e non soggiogate, consapevoli e non asservite, possa alzare così tanto la voce a livello internazionale da permettere a culture così differenti dalle nostre, di raggiungere una consapevolezza animata, nel profondo, dal rispetto per le libertà di ogni essere umano”.
Ago 28