A Matera, in visita al Salottificio Calia, il ministro per il Sud Lezzi ha scoperto l’acqua calda affermando, ingenuamente, che le imprese meridionali, proprio come quelle del polo murgiano dei salotti, hanno bisogno di infrastrutture e di credito. Ma non è certamente attraverso il cosiddetto decreto dignità che si danno risposte alle aziende del Sud. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Paolo Castelluccio.
Le nuove regole del provvedimento del Governo M5S-Lega – aggiunge – non solo sono poco utili per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dal governo, cioè il contrasto alla precarietà ma di fatto sono punitive nei confronti delle piccole e medie imprese. Infatti, il provvedimento, che prevede anche una stretta sui contratti a termine e alcune misure contro la delocalizzazione delle imprese, causerà un risultato opposto, rispetto a quello dichiarato, con la diminuzione del lavoro, non della precarietà. Altro che attrarre nuovi investimenti, interni ed esteri.
E’ indispensabile invece – continua Castelluccio – rilanciare la centralità della battaglia per l’abolizione dell’oppressione fiscale, dell’oppressione burocratica, dell’oppressione giudiziaria. Il governo Conte sta facendo esattamente il contrario: l’oppressione burocratica aumenta, diventa più rigido un mercato del lavoro che al contrario in tutto il mondo occidentale è sempre più aperto, più mobile, più dinamico, mentre anche l’incertezza sul piano dei giudizi in tema di lavoro aumenta in misura preoccupante.
Secondo il consigliere regionale per difendere l’occupazione sarebbero necessarie misure come il taglio del cuneo fiscale e invece ci troviamo di fronte a provvedimenti che rischiano di bruciare migliaia di posti di lavoro.
Le misure previste dal decreto legge “dignità” dunque contrastano coi dati Istat, che raccontano un mercato del lavoro in crescita. Condivido il giudizio di Confindustria perché così facendo, “il governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita”. Con il “decreto dignità” si rischia di delineare un panorama incerto e imprevedibile, rendendo poco chiaro il quadro delle regole in cui operano le imprese italiane: “L’esatto contrario delle finalità di semplificazione e snellimento burocratico dichiarate dal nuovo governo all’atto del suo insediamento”.
Quanto al gap infrastrutturale con cui sono costrette a fare i conti le imprese di Matera e del Materano – conclude Castelluccio – sarebbe ora che il Ministro dimostrasse autorevolezza e decisionismo non solo nei confronti del sindaco e del Comune di Matera.
Nella fotogallery il Ministro Lezzi in visita a Calia Italia