Caterina Rotondaro (candidata consigliere regionale Avanti Basilicata): «Sosteniamo i laboratori spontanei di prosocialità, in cui si attivano, attraverso la condivisione di attività dedicate, comportamenti volontari ed efficaci, di reciproco sostegno, beneficio e di partecipazione»
«All’interno delle comunità sono presenti aggregazioni spontanee di persone che riunendosi per un obiettivo comune, per un’attività da condividere creano dei veri contesti di scambio, confronto, diffusione di cultura e di saperi; strutturano il luogo in cui si contaminano con idee e pensieri. Questi sono i luoghi dove si vive una nuova versione del vicinato, una relazione di prossimità funzionale e supportiva nonché di partecipazione».
Lo dichiara Caterina Rotondaro, psicologa e psicoterapeuta, candidata nella lista di centrosinistra “Avanti Basilicata” della provincia di Matera alle elezioni regionali del 24 marzo.
«E’ questo – prosegue Rotondaro – quello che ho rilevato ed osservato in un piccolo e prezioso laboratorio artigianale nel cuore della città dei Sassi. Angela Ramundo, Angela Ricciardelli, Vita Staffieri, Nevia Radin e Maria Strammiello sono solo alcune delle donne che si incontrano nel loro quotidiano con un obiettivo comune, lavorare con sapiente manualità il filo e la lana ed altro ancora, ma tali incontri come per magia danno origine ad un luogo di scambio di conoscenze e saperi, di confronto su temi di grande attualità: la migrazione dei giovani e lo spopolamento delle nostre comunità, la legittima difesa, l’inclusione lavorativa; il tufo del laboratorio inizia a traspirare odori di partecipazione, di condivisione di espressione dei bisogni delle donne, figlie, mogli, compagne e madri. Le discussioni si animano; le posizioni diverse di incontrano e confrontano. La disponibilità ad ascoltarsi pervade quel luogo creando legami di solidarietà. Tante sono le realtà che come questa diventano sintesi di valori, di bisogni, di lettura dell’attuale e del nostro presente. Questi luoghi di aggregazione rappresentano dei luoghi di conoscenza del territorio, autentici spazi di socialità dove si possono realizzare apprendimenti necessari anche per orientare politiche per la persona e virtuose reti di sussidiarietà nell’ottica della inclusività. “Valorizzare il buono della Basilicata” – conclude Rotondaro – significa dare voce alle comunità attraverso i cittadini e le cittadine che le abitano; significa recuperare sistemi valoriali in cui la vicinanza emotiva anche con chi ci deve rappresentare nelle sedi di governo locale. L’accoglimento del bisogno, la partecipazione attiva, l’ascolto, la condivisione ed i comportamento prosociali istituzionali devono rappresentare la garanzia per una strategia verso il civismo, condizione che permette la realizzazione di migliori condizioni di convivenza tra e per le persone, in un mondo sempre più frenetico e tendenzialmente diretto verso l’individualismo».