Il Consiglio Provinciale di Potenza, riunito martedì 31 maggio per trattare alcuni argomenti relativi all’approvazione del Regolamento istitutivo del Canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, (cosidetto Canone unico patrimoniale ai sensi dell’articolo 1, da comma 816 a comma 847, legge n. 160/2019. Istituzione tariffe), ha sollevato la questione relativa all’autorizzazione della realizzazione della Cava di Monte Crugname.
In particolare è stato approvato all’unanimità dei 10 presenti (i consiglieri Guarino, Bufano, Desina, Di Sanzo, Giordano, Laurino, Pappalardo, Rizzo, Setaro e Sinisgalli) un ordine del giorno, primo firmatario il Consigliere Vincenzo Bufano, con il quale si ritiene “non compatibile il progetto di insediamento di una cava di minerali in località Monte Crugname per l’importante valore paesaggistico-storico-archeologico-culturale dell’area interessata e quindi chiede alla Giunta Regionale, di revocare la delibera n. 253 del 4 maggio 2022;
Si è deciso di impegnare a tal proposito il Presidente della Provincia di Potenza a notificare l’ordine del giorno alla Giunta Regionale, ma anche a tutti i 100 Comuni facenti parte della Provincia di Potenza al fine di chiedere loro adesione a tale iniziativa del Consiglio Provinciale”.
Nell’ordine del giorno, si evidenzia come:
– l’intera area si presenta intatta dal punto di vista acustico, della flora, della fauna, del paesaggio, con un basso impatto antropico e un assetto infrastrutturale prevalentemente costituito da un reticolo di tratturi antichi;
– sarebbe di notevole disturbo e di interferenza sulla fauna selvatica e sulla flora qualunque nuovo insediamento diverso dalle preesistenti attività agricole, artigianali o produttive già insediate;
preso atto che l’area in oggetto, – prosegue l’odg -, riveste anche una notevole importanza dal punto di vista archeologico in quanto ha assunto un ruolo chiave già da epoche remotissime, trovandosi lungo il corridoio naturale che metteva in comunicazione il litorale adriatico con quello tirrenico attraverso le valli contigue del fiume Ofanto e quella del fiume Sele favorendo quindi l’insediamento umano fin dall’antichità RILEVATO CHE l’area in questione rientrava inizialmente nell’area contigua del Parco Naturale del Vulture istituito con L.R. 28 del 20 Novembre 2017.
Più in particolare è stato altresì ricordato che il Comune di Melfi, ai sensi dell’art. 1 comma 3 della L.R. 28 del 20 Novembre 2017, con delibera n. 42 del 28 luglio 2021 del Consiglio comunale ha deliberato l’allargamento del perimetro dell’area Parco estendendolo a tutto il territorio inizialmente facente parte dell’Area Contigua, attribuendogli un livello di tutela 2 così come previsto dalla legge regionale, all’interno della quale c’è anche l’area di Monte Crugname, con l’obiettivo, per tutte le ragioni sopra riportate, di ampliare il livello di protezione ambientale di un’area delicata, interessata da elementi naturalistici, paesaggistici e archeologici di particolare pregio;
Tale delibera comunale, – è stato evidenziato – nonostante sia stata prontamente notificata agli enti preposti (Regione, Ente Parco, Soprintendenza), non ha sortito fino a questo momento riscontro alcuno.
Da qui l’assunzione di una iniziativa istituzionale forte di cui la Provincia ed i Comuni lucani sono chiamati ad essere parte attiva nel respingere il progetto realizzativo.