”Se si alzasse lo sbarramento dal 3% al 5% come vuole Berlusconi, a fronte ad un premio di maggioranza così ampio alla sola lista che prende più voti, vorrebbe dire che c’è un accanimento”. Lo ha detto il leader del Centro democratico Bruno Tabacci.
”E’ giusto che i partiti minori non diventino un ostacolo alla governabilità, ma il diritto di tribuna non può essere cancellato. E non dimentichiamo che la legge elettorale è collegata inscindibilmente alla riforma della Costituzione. Forza Italia ha già ottenuto i capilista bloccati. L’allargamento a forze dell’opposizione non può scassare la maggioranza. In questa trattativa -continua Tabacci- ognuno ha ceduto su qualcosa e alla fine è stato trovato un punto di equilibrio che non credo convenga rimettere in discussione”.
Ma – aggiunge – dopo il vertice di maggioranza ci sono almeno due elementi di novità da registrare: la legislatura è più solida, tanto che durerà fino al 2018, e il percorso delle riforme è molto più nitido di prima. Se fino a ieri infatti sia la legislatura che il futuro delle riforme si reggevano su un patto malfermo tra un pezzo di opposizione e una parte, anche se la più rilevante numericamente, della maggioranza, oggi sono stati stretti al meglio i bulloni di tutta la maggioranza stessa. Adesso – afferma Tabacci – si può procedere più spediti nella realizzazione delle riforme attese dagli italiani e dall’Europa”.
L’altro dato politico e’ che la maggioranza batte un colpo e definisce un percorso attorno alle riforme strutturali, a cominciare dalla riforma del lavoro”. E sulla legge elettorale Tabacci, sottolineando l’ampia convergenza raggiunta nel vertice, si dice soddisfatto: ”quelli come me che hanno votato contro l’altra volta” alla Camera ”ora possono guardare con maggiore tranquillita”’ alla riforma.