Maurizio Tritto, attivista di Palazzo San Gervasio al 40° giorno di sciopero della fame per protestare contro l’indifferenza delle istituzioni lucane rispetto alle condizioni disumane registrate nel centro permanente per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio, in una nota chiede l’1 maggio 2023 i sindacati e le forze politiche possano festeggiare la ricorrenza dell’1 maggio, festa del lavoro, a Palazzo San Gervasio. Di seguito la nota integrale.
L’1 maggio del 2012, oltre dieci anni fa, i Sindacati Lucani, alcune forze politiche e del mondo dell’associazionismo, decisero di manifestare a Palazzo San Gervasio durante la giornata della Festa dei Lavoratori, dimostrando una chiarissima linea in contrapposizione a quella struttura chiamata Ciet, oggi conosciuta con il nome Centro permanente per il rimpatrio.
La recente apertura del Segretario Esposito della CGIL ad occuparsi della vicenda, richiederebbe a mio avviso un incisività maggiore che potrebbe essere messa in atto riproponendo un evento simile nel 1° Maggio che a breve verrà festeggiato.
Ci troviamo di fronte ad un’immane sospensione dei diritti civili e umani I a cui non si può restare indifferenti, seguendo la linea del vergnoso silenzio dell’Amministrazione Comunale alla quale è stata da tempo fatta richiesta d’indirre un Consiglio Comunale straordinario, aperto e monotematico, in cui possa essere discusso il tema “Centro permanente per il rimpatrio” e l’eventuale messa ai voti di cinque proposte di facilissima attuazione.
Attualmente non sembra esserci alcuna intenzione di accettare tale richiesta ed il sottoscritto comincia a chiedersi se oltre all’indifferenza, ci siano altri motivi per cui continua questo non più tollerabile silenzio.