Cellula Coscioni Basilicata: “Elezioni pilotate, appello alla democrazia. Le nuove formazioni non potranno concorrere alle prossime elezioni politiche”. Di seguito la nota integrale.
Domenica 25 settembre gli italiani saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti politici, in uno scenario di sfiducia e confusione tra le parti che potrebbe favorire l’astensionismo.
La Repubblica quindi torna al voto. Basta questo per definirla liberale e democratica? Certamente no.
Per aprire il Parlamento a nuove liste e a nuove idee, è possibile sottoscrivere l’appello per la firma digitale a questo link: https://www.associazionelucacoscioni.it/landing/subito-firma-digitale-liste-parlamento (o tramite codice QR nell’immagine).
Eumans e l’Associazione Luca Coscioni hanno portato all’attenzione dei cittadini – infatti – come il sistema della sovranità popolare sia effettivamente bloccato a più livelli: le proposte di legge di iniziativa popolare, nonostante il raggiungimento delle firme necessarie, non vengono discusse nelle due legislature che il legislatore ha a disposizione; i referendum vengono bocciati per questioni politiche e non in linea con i casi di inammissibilità previsti dall’art. 75 Cost.; ed in questa fase delicata della politica italiana nuovi movimenti politici che potrebbero dare voce a quella percentuale importante di astensionismo non possono presentarsi al voto limitando la democrazia nella sua espressione massima.
Infatti, nonostante i toni spesso molto accesi, il sistema partitico italiano tende ad auto-conversarsi: tutto cambia per non cambiare.
Stando così le cose, ad oggi un partito che non siede già in Parlamento e che non ha depositato il simbolo durante la tornata elettorale precedente è automaticamente escluso dalla competizione elettorale a meno che non ci si appoggi ad un partito già in Parlamento (è il caso di Azione, di Italia Viva e di Italia per il Futuro di Di Maio, ad esempio);
Infatti, a fronte di tutti i partiti già presenti in Parlamento che potranno partecipare alla competizione senza grosse difficoltà, le nuove formazioni non sono esentate dal raccogliere 750 sottoscrizioni in ogni circoscrizione per presentare la lista elettorale: circa 60.000 firme, tra Camera e Senato, cartacee, su fogli vidimati, alla presenza di un autenticatore e fatte certificare dagli uffici elettorali.
Tutta questa operazione è consentita dalla legge in un tempo limite di sei mesi. Tempo attualmente non a disposizione a causa di uno scioglimento inaspettato delle Camere e delle elezioni anticipate: il tempo effettivamente a disposizione per depositare le liste elettorali diventa soltanto di tre settimane. Ed è noto che in agosto gli uffici elettorali funzionano a singhiozzo quindi la certificazione delle firme raccolte non sempre sarà garantita. E’ questa garanzia di democrazia?
Per ovviare a questo problema di tempistiche e di palese discriminazione tra nuove formazioni e formazioni già rappresentate in Parlamento, Eumans e l’Associazione Luca Coscioni hanno lanciato un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri affinché si estenda anche alla sottoscrizione delle liste elettorali la “sentenza Staderini” del 2019 nella quale il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU condanna la Repubblica Italiana per restrizioni irragionevoli alla partecipazione del cittadino alla vita politica del Paese. La stessa sentenza fu applicata già lo scorso anno permettendo l’utilizzo della firma digitale per sottoscrivere i referendum.
A questo appello ancora non è stata fornita una risposta e per questo alcuni attivisti italiani per i diritti politici e civili, capeggiati da Virginia Fiume, co-presidente di Eumans, hanno iniziato uno sciopero della fame.
I gruppi politici che saranno quindi svantaggiati sono sicuramente Volt Italia, Possibile, Rifondazione, Radicali Italiani e la lista “Referendum e Democrazia” che fa capo proprio a Virginia Fiume e a Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, co-presidente di Eumans e già europarlamentare.
Saranno svantaggiati perché non solo il governo non ha ancora risposto agli appelli per una democrazia più aperta ma anche perché, con l’attuale legge elettorale, questi gruppi non potranno fare apparentamenti con i grandi partiti in quanto le liste dei candidati nei collegi uninominali sono da consegnare contestualmente alla lista dei candidati per il proporzionale prima di raccogliere le firme e i grandi partiti tendono all’effetto sorpresa, visto che non devono raccogliere le sottoscrizioni, presentando le liste negli ultimi giorni disponibili.
Ormai non si può più cambiare la legge elettorale prima del prossimo 25 Settembre ma si può dare un’opportunità agli italiani che non si riconoscono nei partiti attualmente espressi in Parlamento di poter esprimere un loro diritto fondamentale, il diritto di voto.