Presidio Libera Vulture-Alto Bradano, Campagna LasciateCiEntrare, Casa Sankara Associazione Ghetto Out, Mai più lager – NO ai CPR, Associazione Migranti Basilicata, Associazione ADU Nazionale – diritti umani in una nota congiunta chiedono la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario, aperto al pubblico e avente ad oggetto la questione del Centro permanente per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio. Di seguito la nota integrale.
Ciò che continuano a chiedersi Presidio Libera Vulture-Alto Bradano, Campagna LasciateCiEntrare, Casa Sankara Associazione Ghetto Out, Mai più lager – NO ai CPR, Associazione Migranti Basilicata, Associazione ADU Nazionale – diritti umani è se, anche dinanzi alle inconfutabili quanto sconcertanti evidenze emerse dai recenti servizi di Striscia La Notizia sul CPR di Palazzo San Gervasio – che hanno acceso pubblicamente i riflettori su quanto in molti e molte realtà andavano denunciando da anni inascoltate – proseguirà l’assordante silenzio sul tema, in particolare dei rappresentanti istituzionali sul territorio.
La speranza, e insieme l’invito, fermo e accorato, è che tale silenzio sia interrotto e si prenda coscienza e posizione netta in merito; perché non vi può essere nessuna prospettazione di “opportunità di sviluppo economico del territorio” che tenga, o che valga il prezzo di tollerare su quello stesso territorio un luogo che sia porto franco dei diritti, teatro di quotidiani abusi impuniti e costanti violazioni dei principi costituzionali fondamentali e degli stessi diritti umani. E’ tempo anzi di attivarsi con celerità per avviare un processo che porti alla chiusura definitiva di questa struttura.
Di qui l’invito urgente all’attuale Amministrazione Comunale di Palazzo San Gervasio a prendere una posizione in rappresentanza di tutta la comunità palazzese perché non è più tollerabile che essa continui ad ignorare i fatti ora confermati anche dalle immagini tramesse dalla TV e la testimonianza di vittime che hanno denunciato e confermato le violenze subite.
I fatti, per come prospettati, rappresentano un disumano accanimento di indefinibili esseri umani verso altri esseri umani che, pur già privati della loro libertà indipendentemente dalla commissione di un reato ma per un mero illecito amministrativo (il non essere in possesso di un permesso di soggiorno che nei fatti la legge attuale impedisce di poter ottenere) vengono vilipesi nella loro dignità e nei loro diritti di persona.
La questione umana, ora men che mai, non può essere interpretata alla luce di filtri speculativi, ignorando che si è andati ben oltre ogni senso dell’umano.
Per questa ragione, allo scopo di incoraggiare l’emersione di un orientamento di discontinuità rispetto a quanto sinora appreso, le realtà summenzionate intendono favorire la promozione di un processo di confronto e di riconsiderazione di quanto negli ultimi anni si è permesso accadesse, affinché si assumano determinazioni ed azioni istituzionali coraggiose volte ad un radicale cambiamento di scenario.
A tal fine, il giorno Mercoledì 22 Febbraio 2023, per mano del cittadino ed attivista Maurizio Tritto, al 29° giorno di sciopero della fame, è stato protocollato un documento presso il Comune di Palazzo San Gervasio, a firma delle citate realtà ed associazioni, per chiedere a tutti i Consiglieri Comunali d’indire con urgenza un Consiglio Comunale straordinario, aperto al pubblico e avente ad oggetto la questione del CPR di Palazzo San Gervasio.
Nella richiesta, oltre alla discussione sul tema, si propone l’inserimento in odg di una votazione di cinque proposte :
1) l’avvio di una procedura atta a chiedere agli Enti preposti (Procura di Potenza, Prefettura di Potenza, Ministero degli Interni) che venga fatta luce su quanto accaduto e sulle condizioni inumane cui vengono sottoposte le persone detenute nella struttura Cpr ubicata sul territorio di Palazzo San Gervasio, chiedendo in ogni caso la definitiva chiusura della struttura;
2) ove siano accertate responsabilità penali, che il Comune di Palazzo San Gervasio si costituisca parte civile per i danni d’immagine subiti;
3) la richiesta di convocazione di un Consiglio Regionale che possa rivalutare gli accordi fra Regione Basilicata e Ministero degli Interni che davano disponibilità ad ospitare nel proprio territorio strutture Cpr, chiedendo che tale disponibilità venga revocata;
4) promuovere senza indugio e con ogni mezzo, formale e informale, l’attribuzione da parte dell’Ente regionale dell’incarico di Garante “regionale” dei Diritti delle persone private della libertà personale, per come individuato nella L.R. di Basilicata del 15 gennaio 2021 n. 15, che ad oggi risulta ancora vacante;
5) provvedere alla nomina urgente di un Garante “comunale” dei Diritti delle persone private della libertà personale, così come previsto completamento della “rete dei garanti” auspicata dalle indicazioni del Garante “nazionale”, in linea con quanto altri Comuni italiani hanno deliberato o stanno provvedendo a deliberare;
Tale richiesta, che rimarrà agli atti, pone ufficialmente gli Amministratori davanti ad una scelta che non può più essere rinviata né ignorata: scegliere di essere parte della Storia che tutela, difende e garantisce i diritti umani, o far parte di chi si schiera per vederli gradualmente oppressi.
“L’ INDIFFERENZA È LA PEGGIORE DELLE VIOLENZE” (Liliana Segre)