Il direttivo della Cgil Basilicata, riunito oggi in assemblea, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno relativo alla applicazione della legge 194/1978 sull’aborto in Basilicata.
Si legge nel documento:
“Considerato che la situazione relativa alla applicazione della Legge 194/1978 in Basilicata, già di norma nei fatti estremamente difficoltosa a causa di una strutturale carenza di organico nei consultori del territorio, nonché dalla presenza di 9 medici obiettori su 10 presenti, sembra aggravarsi ulteriormente, nella sostanziale indifferenza delle istituzioni preposte. Ad oggi, in Regione, sono presenti 4 medici non obiettori su un totale di 60. La vicenda della drammatica odissea vissuta da una donna lucana che si è sottoposta a una IVG, recentemente denunciata dagli organi di informazione locali, non può e non deve essere ignorata.
Nella città capoluogo di regione, si è registrato negli scorsi giorni, il venir meno dell’unico medico non obiettore di coscienza che ha repentinamente scelto l’obiezione, determinando così la situazione che la struttura ospedaliera di Potenza non può garantire il servizio di IVG se non tramite la presenza di un medico proveniente dalla struttura di Matera che si recherebbe un giorno ogni due settimane presso l’ospedale potentino.
Altresì, potrebbe non essere più garantito l’accesso alla IVG farmacologica, in quanto per espletare la stessa sarebbe necessaria una somministrazione su 3 giornate, resa evidentemente impossibile dalla mancanza di un medico non obiettore “residente” presso la struttura ospedaliera di Potenza.
Esiste, inoltre, un tema generale di adeguatezza della accoglienza resa alle donne che si recano nelle strutture per l’accesso al servizio di IVG. Non risultano, infatti, esserci strutture dedicate, con l’evidente rischio dell’aggravamento del peso psicologico di una situazione delicata e complessa per la donna.
Altresì sorprendente è che, in merito alla vicenda della cittadina sottoposta a un vero e proprio calvario nel percorso per l’accesso alla IVG, l’assessora regionale al ramo si sia limitata ad esprimere generica “vicinanza” alla stessa, anziché indicare, come è sua precisa responsabilità, quali misure la regione intenda porre in essere per porre fine ad una situazione che nei fatti rende difficile quando non impossibile l’applicazione della legge sull’aborto in Basilicata.
Sarebbe opportuno, ad esempio, sulla scorta di quanto già fatto in Lazio, bandire in concorso per l’assunzione di soli medici obiettori. In conseguenza di quanto sopra esposto
La Cgil regionale si impegna a chiedere un tavolo specifico sulla applicazione della legge 194 del 1978 sul territorio regionale”.