Angelo Chiorazzo, Giovanni Vizziello, Lindo Monaco, esponenti del movimento politico Basilicata Casa Comune, intervengono sull’appello lanciato dai vescovi lucani ad istituzione e cittadini.
“Facciamo nostro, sentendoci confortati e confermati nel cammino intrapreso, l’appello che i Vescovi di Basilicata hanno rivolto alle istituzioni e ai cittadini, auspicando di poter ridare speranza ai cittadini lucani”. È quanto hanno dichiarato in una nota inviata alla stampa Angelo Chiorazzo, Presidente e fondatore del movimento politico Basilicata Casa Comune, Giovanni Vizziello, Capogruppo di BCC in Consiglio regionale e Lindo Monaco, coordinatore politico di BCC.
“Siamo consapevoli, anche perché da sempre educati dalle parole del magistero della Chiesa, che i messaggi episcopali non vanno mai strumentalizzati. Ogni appello episcopale è segno di un’azione pastorale e dunque un gesto di misericordia, di perdono, di accompagnamento, di conciliazione. Un messaggio pastorale non divide, ma unisce. Non parla solo a una parte ma a tutti, indistintamente.
Ma siamo altrettanto consapevoli che nella nostra terra stiamo attraversando un tempo di crisi grave e profonda. Il rapporto Svimez parla chiaro: in Basilicata non c’è più crescita e il PIL cala del 3,8%.
I nostri giovani abbandonano la nostra Regione, per non tornarci più, con una percentuale quanto mai preoccupante. I dati Agenas attestano che anche in sanità le cose vanno davvero male, basti pensare all’ASL di Matera che si attesta tra le cinque peggiori d’Italia.
La crisi dell’automotive, pur nel suo carattere internazionale, mette a rischio concreto migliaia di posti di lavoro, generando instabilità e paura nelle famiglie lucane. La crisi idrica, senza precedenti, non solo asseta i nostri concittadini ma li priva anche delle condizioni di dignità che sempre dovrebbero essere assicurate e garantite, soprattutto ai più fragili. Lo spettro, di quella che può essere una sciagura per le regioni del sud, ovvero dell’autonomia differenziata, poi, sembra essere dietro l’angolo.
Ci sorprendono, inutile nasconderlo, quei messaggi ottimistici promossi nel tempo della politica dei social come gli interventi moralistici tesi solo a dividere e mai ad unire.
Non è tempo di divisione, non lo è mai. Ma non è tempo neppure di ottimismo.
È tempo, come suggeriscono i Vescovi, di speranza. L’ottimismo, del resto, è un sentimento certamente positivo, che ci aiuta a credere che le cose andranno meglio ma che in sostanza non ci spinge a far nulla perché le cose vadano realmente meglio. La speranza è differente. Speranza è parola preziosa che genera futuro e che al contempo ci impegna. Sperare vuol dire tendere verso una meta ma avendo in animo di dover lavorare, anche alacremente, per il raggiungimento di quella stessa meta.
Per questo la speranza è cosa d’altro rispetto all’ottimismo, la speranza si può e si deve organizzare, la speranza va costruita, un mattone dopo l’altro, con il contributo di tutti e ciascuno. La speranza chiama a responsabilità. Una responsabilità politica e culturale, una responsabilità che deve essere esercitata dalla politica, sì, ma anche dai cittadini mediante la partecipazione attiva alla vita pubblica.
Raccogliamo, allora, – conclude la nota- l’accorato appello dei Vescovi lucani e ci impegniamo come Basilicata Casa Comune, nel continuare a farci costruttori di speranza nel cuore delle nostre città come nelle istituzioni in cui siamo presenti.
Quella speranza che mai delude e di cui, mai come oggi, necessitano le genti lucane”.