Chiusura strada statale 18 a Maratea, Lomuti (M5s): “Tra i due litiganti (della stessa area politica) la comunità marateota paga”. Di seguito la nota integrale.
È andata in scena, qualche ora fa, l’ennesimo capitolo dello psicodramma targato Lega (e dintorni) sulla pelle della comunità di Maratea.
Questa volta è toccato alla neo-assessora alle infrastrutture Dina Sileo, che ieri, proprio a Maratea, avrebbe attribuito al sindaco Stoppelli (di centrodestra) la responsabilità della chiusura della strada.
Parrebbe, infatti, che se solo il sindaco-commissario dei lavori avesse voluto, la strada sarebbe ancora aperta e che, di contro, sia stata nuovamente interrotta per negligenza del primo cittadino.
Sembra un’assurda fiera dell’Est: della serie, “E venne Merra, che aprì la strada, che chiuse Stoppelli, che non riaprì Sileo…”. Una lotta tutta interna al centrodestra, ma a spese dei cittadini, tuttora costretti a tortuosi percorsi alternativi.
A Maratea abbiamo la plastica rappresentazione di una politica che, anziché mettersi al servizio dei cittadini, serve sé stessa e lotta solo per un seggio in più.
Le cittadine e i cittadini di Maratea sono stanchi di subire un ridicolo rimpallo di responsabilità tra attori politici che, perdipiù, apparterrebbero alla stessa area.
Se è vero, come afferma Sileo, che il sindaco-commissario è responsabile della chiusura della strada, perché non sollevarlo dall’incarico?
Tutto questo, tuttavia, non fa che alimentare un’idea di politica patologica e morbosa, scollata dalla realtà e disinteressata rispetto ai problemi concreti che affliggono la quotidianità dei cittadini.
Ad oggi, constatiamo la distanza siderale tra i sorrisi gloriosi di Salvini e Bardi in occasione dell’apertura della strada (tra l’altro a metà, quasi fosse un grande miracolo infrastrutturale) e il disagio dei cittadini, costretti a giri immensi, e dei commercianti, ancora in attesa dei ristori promessi.
Basta: basta con le menzogne e con il rimpallo di responsabilità.
Chiediamo a questo governo di centrodestra, regionale e comunale, di smettere di giocare alla fantapolitica e di fare politica vera, ossia quella finalizzata alla risoluzione di problemi della collettività e non alla loro complicazione.
In caso contrario, che tornino a casa.