Le attività della sede di Tito del Cnr – Consiglio nazionale di ricerche sono state al centro di audizioni nella terza commissione del Consiglio regionale della Basilicata, convocata dal presidente Piergiorgio Quarto.
Sono stati auditi Vincenzo Lapenna, presidente dell’area di ricerca; Antonio Santagata, responsabile della sezione di struttura della materia; Fabrizio Gizzi, per la sezione istituto di scienze per il patrimonio culturale; Carmela Cornacchia, ricercatrice dell’istituto di metodologie per l’analisi ambientale e responsabile dell’area di ricerca.
Nell’introdurre le audizioni, il presidente Quarto ha sottolineato la necessità di “acquisire elementi conoscitivi sui progetti e sulle attività del Cnr di Tito al fine di indirizzare le scelte strategiche politiche”.
“Presso l’Area di ricerca – ha detto Lapenna – operano, a fronte delle 60 del 2009, 132 unità di personale strutturato quali ricercatori, tecnologi, tecnici e 80 unità di personale in formazione, borsisti, dottorandi, assegnisti. Presso l’Area vi sono nodi operativi di infrastrutture di ricerca di rilevanza internazionale e nazionale, (in primis Actris, ma anche Icos, Epos, E-Rihs inserite nella roadmap europea Esfri ed Elettra) ed altre facilities strumentali (laser, microscopia elettronica, sistema di ricezione dati satellitari, sensori per piattaforme aeree e droni, Hydrogeosite di Marsiconuovo).
Abbiamo una buona capacità di partecipare a bandi competitivi e nel triennio 2016-2018 abbiamo stipulato contratti attivi per un importo di oltre 10 milioni di euro. La disponibilità di risorse umane altamente qualificate ed un sistema avanzato di infrastrutture di ricerca ci consente di promuovere non solo progetti innovativi in ambito nazionale ed internazionale, ma anche attività di forte interesse per il contesto territoriale regionale: impatto dei cambiamenti climatici ed eventi estremi, tutela dell’ambiente e sicurezza del territorio, ambiente e salute, sostenibilità energetico-ambientale, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”.
Dai responsabili delle aree sono stati quindi presentati i vari progetti e le attività in vari settori. Particolare attenzione, ad esempio, è stata data a un progetto sull’osservazione della Terra per lo studio degli impatti climatici che ha “una specificità lucana per la partecipazione di Unibas, Agenzia spaziale, E-Geos Telespazio, imprese della Basilicata, vale a dire il sistema regionale della ricerca, con riconosciuta leadership in questo campo”.
Oltre alle attività di istituto, il Cnr di Tito è attivo pure come centro di competenza per la Protezione civile, in progetti sul rischio sismico e sul dissesto idrogeologico. Inoltre, come è stato ribadito nei vari interventi, c’è la “piena disponibilità a sostenere e accompagnare le imprese del tessuto lucano per il trasferimento di conoscenza e tecnologia e a dare un contributo all’area industriale di Tito per renderla più attrattiva e innovativa soprattutto nella green economy”.
“Quanto alle criticità – ha detto Lapenna – c’è la necessità di riqualificare la struttura ospitante a Tito dove gli istituti del Cnr sono concentrati (immobile di proprietà della Regione, concesso in comodato d’uso gratuito) e soprattutto l’area circostante. Abbiamo fatto interventi per adeguare gli impianti, stiamo investendo molto in infrastrutture di ricerca, si ritiene importante che venga fatto questo intervento”.
L’Ispc-Cnr (Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche) diretto da Costanza Miliani è un istituto di recente creazione con diverse sedi e laboratori a Catania, Lecce, Firenze e Milano, Potenza e Roma che nasce per costituire un riferimento internazionale nel campo delle scienze e tecnologie per il patrimonio culturale e gli studi storico-archeologici. Nella sede lucana, diretta da Nicola Masini, l’Ispc sviluppa e applica nuovi approcci all’analisi dei rischi, alla diagnostica per il restauro, allo studio del paesaggio e all’archeologia preventiva attraverso l’impiego di tecnologie emergenti nel campo dell’osservazione della terra satellitare ed aerea, metodologie di data science e approcci interdisciplinari, applicati in diversi contesti e scenari in Italia, in diverse regioni del Mediterraneo, in Sud America e in Cina. L’Ispc è anche parte di una infrastruttura nazionale di Heritage Science ed ospiterà un laboratorio di imaging e sensori veicolati su droni.
L’Istituto di struttura della materia (Ism) presente in Basilicata con la sua Sede di Tito Scalo fa parte del dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della Materia, uno dei dipartimenti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) più attivo in termini di pubblicazioni scientifiche, brevetti, e progetti finanziati.
Oltre al nodo di Tito Scalo l’Ism è presente sul territorio nazionale con le sue sedi dell’Area di Tor Vergata (Roma), l’Area di Montelibretti (Roma) e il Sincrotrone Elettra dell’Area Science Park di Trieste dove gestisce 3 linee di luce della stessa Infrastruttura di Ricerca. L’Istituto si occupa di ricerca di eccellenza in un ambito interdisciplinare tra fisica, chimica e scienza dei materiali con competenze che riguardano la preparazione e l’ingegnerizzazione di nuovi materiali dalla scala atomica a quella micrometrica per lo sviluppo di dispositivi innovativi per le energie rinnovabili, elettronica, optoelettronica, magnetismo, ottica, biofisica e scienze ambientali.
Le principali attività della sede, riguardano la produzione e caratterizzazione di materiali nanostrutturati per la micro- e nano-elettronica, le nanotecnologie, la nanofabbricazione e lo sviluppo di materiali avanzati ed innovativi attraverso l’uso di radiazioni laser di ultima generazione come la sorgente, con caratteristiche allo stato dell’arte, avente impulsi di durata dell’ordine di diecimila miliardesimi di secondo (100 femtosecondi).
Sul fronte dell’attività di formazione e informazione numerose sono le iniziative di divulgazione della conoscenza sui temi di propria competenza con attività di forte legame con il contesto territoriale regionale come con gli ordini professionali dei geologi, ingegneri, avvocati, agronomi o con le giornate aperte e progetti di alternanza scuola lavoro con le scuole medie superiori.
La riconosciuta eccellenza scientifica e le collaborazioni esistenti a livello internazionale rendono l’Area attrattiva per ricercatori italiani ed esteri che scelgono ogni anno di svolgere parte della loro attività scientifica e di vita presso l’Area trasferendosi in Basilicata.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Polese, Acito, Sileo, Braia, Bellettieri e Giorgetti.
“Ringrazio tutti per gli interventi propositivi e per le sollecitazioni pervenute – ha concluso il presidente Quarto – perché l’obiettivo è di mettere al centro della pianificazione il sistema della ricerca in rete, con le professionalità e le attività che esprime, per finalizzare le strategie che vogliamo attuare sia in commissione che in Consiglio. Porteremo avanti entrambe le proposte emerse in commissione, quelle cioè di portare in discussione in Consiglio il tema della ricerca e dell’università e in parallelo di ascoltare in audizione altri istituti di ricerca, nei tempi più giusti, per avere un quadro completo di conoscenza”.
Presenti ai lavori, oltre al presidente Quarto (Basilicata positiva), i consiglieri Acito e Bellettieri (Forza Italia), Aliandro e Sileo (Lega), Baldassarre (Idea), Braia e Polese (Italia Viva) e Giorgetti (Movimento 5 stelle).