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Questo pomeriggio è stata approvata al Senato la Legge relativa a “Modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale ed altre disposizione in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”, presentata nella sua precedente veste di Disegno di Legge venerdì 21 giugno nella sala consiliare della Provincia di Potenza per iniziativa dell’ANDE Associazione Aderente di Potenza, Presidente Maria Anna Fanelli, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati, Presidente Maurizio Napolitano e l’Ordine degli Assistenti Sociali, Presidente Luisa Comitino, con l’adesione della Prefettura, della Questura di Associazioni, di Enti e Realtà del Territorio.
La Legge riguarda il “Codice rosso (D.d.L. n. S 1200) con particolare riferimento al reato di Revenge Porn, introducendo nel Codice Penale, di preciso all’art. 610-ter, il delitto di diffusione “illecita di immagini e video sessualmente espliciti”, nonché altri aspetti delittuosi relativi al cyber bullismo e quelli relativi a tanti danni ai minori
Con il Codice Rosso è stato “criminalizzato” in particolare, per come già ricordato, proprio il fenomeno conosciuto con il controverso neologismo “Revenge Porn”, proveniente dal mondo inglese e volto a segnalare la diffusione non consensuale, nata da finalità vendicative di immagini private raffiguranti l’ex partner.
Si tratta di un nuovo reato, che intende punire chiunque, dopo aver realizzato o sottratto, trasmette, consegna, cede, pubblica o diffonde video o immagini a fini ricattatori, denigratori o di ritorsione affettiva, che avrebbero dovuto rimare private, senza il consenso delle persone rappresentate.
Per tale fattispecie di reato chi lo commette è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5mila a 15mila.
Se il fatto è commesso dal coniuge, se pure separato o divorziato, o da una persona legata alla persona offesa, da una relazione affettiva, precedente o in corso, è previsto un aumento di pena, ma una pena più severa viene prevista se i reati sono compiuti attraverso strumenti informatici o telematici, così da reprimere la divulgazione del “materiale” in rete.
Naturalmente, è prevista una punizione per chi divulga i “materiali”, inseriti nella rete da altri.
La persona offesa può procedere a querela. Il termine della presentazione della querela è di sei mesi, il ritiro della querela può essere soltanto processuale, ma se l’offesa colpisce una persona con disabilità ed inferiorità psichica o fisica o una donna in condizione di gravidanza è prevista la procedibilità d’ufficio e l’aumento della pena di un terzo.
In caso di reati relativi a maltrattamenti con familiari e conviventi, violenza sessuale aggravata e non, violenza sessuale di gruppo, lesioni personali aggravate, stalking, atti di corruzione di minori e/o atti sessuali con gli stessi, sempre nelle realtà familiari, il DdL, che introduce il “Codice Rosso”, prevede l’obbligo per la Polizia Giudiziaria di dare la precedenza alle indagini, escludendo che la stessa Polizia Giudiziaria, con discrezionalità, valuti la sussistenza dell’urgenza.
Il Pubblico Ministero dalla trasmissione della notizia di reato entro tre giorni, dovrà ascoltare la vittima e le successive indagini dovranno svolgersi con immediatezza consentendo al Pubblico Ministero di “assumere informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza”, entro il termine già citato, “dall’iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano imprescindibili esigenza di tutela di minori di anni diciotto o della riservatezza delle indagini anche nell’interesse delle persone offese”.
La Legge, oggi approvata, oltre ad introdurre il reato di “diffusione di immagini o video sessualmente espliciti”, prevede anche l’introduzione del nuovo delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (nuovo art. 583-quiquies c.p.).
A tale proposito, la Legge già presentata come DdL dall’ANDE il 21 giugno a Potenza, ha portato a Potenza la coraggiosa testimonianza di Filomena Lamberti, che accompagnata dall’avvocata Simona Onesti ha presentato la sua drammatica vicenda personale di vittima di lesioni permanenti al viso, rispetto al quale la Legge, da oggi in poi, rende giustizia con la punibilità di questo reato, che Filomena Lamberti ha subito dal coniuge, condannato a soltanto 18 mesi con un patteggiamento e con imputazione di maltrattamenti in famiglia già dal maggio 2012. Con la nuova Legge viene confermato il delitto di “lesioni permanenti al viso”, per cui sarà fatta giustizia a Filomena ed a quante come Lei sono state tanto duramente colpite nella vita.
La Legge rappresenta, pertanto, un’importante conquista ed un passo significativo per fare giustizia contro la violenza sulle donne.
S’invitano gli Organi di Stampa e Radiotelevisivi a partecipare ed a divulgare il presente Comunicato Stampa.