Nicola Pavese, presidente Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, in una nota esprime piena fiducia al nuovo governo e chiede l’impegno di tutti i parlamentari lucani e l’appoggio degli imprenditori affinchè si possa prolungare il collegamento ferroviario Ferrandina Scalo-Matera fino a Gioia del Colle. Di seguito la nota integrale.
Il 19 gennaio scorso, all’apertura delle manifestazioni per celebrare Matera 2019, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affermò con grande convinzione che “in una città affascinante come Matera non si può venire solo con l’auto”. Tale considerazione si univa a quelle di altri politici, intellettuali, sindacalisti, giornalisti e turisti che hanno visitato la città. E ancora recentemente, il 14 settembre all’inaugurazione della Fiera del Levante a Bari (questa volta “rinvigorito” dal varo del governo Conte 2), lo stesso premier davanti a una folta platea, tra cui tantissimi imprenditori, ha detto che <<è intollerabile che per raggiungere Matera non ci siano collegamenti diretti e veloci>>, riflessioni proferite all’interno di un discorso più ampio che riguardava le infrastrutture ferroviarie del Sud.
Alcuni mesi fa, presso il Teatro Stabile di Potenza, era l’11 febbraio 2019, ebbi la possibilità nella mia qualità di presidente dell’associazione “Matera Ferrovia Nazionale” di essere ricevuto, in via eccezionale, dal presidente Conte per invitarlo a sostenere e a prendere in considerazione in seno al governo nazionale la battaglia del nostro sodalizio (apolitico, apartitico e democratico) tesa al prolungamento della costruenda tratta Ferrandina – Matera fino a Gioia del Colle (passando per la zona industriale di Jesce), appena 35-40 Km. di ferrovia da costruire. Tale prolungamento andrebbe realizzato al fine di poter raggiungere direttamente dalla Città dei Sassi sia Bari, sia Taranto, insieme a tutti gli altri capoluoghi di Provincia pugliesi. Mi trovai di fronte una persona attenta e presente, disponibile e cordiale, che mi ascoltò facendo cenni di condivisione del nostro “progetto” volto a rendere agevoli i flussi turistici verso Matera sia dal versante pugliese che da quello tirrenico (via Ferrandina – Potenza – Salerno). Nel nostro colloquio, inoltre, si fece riferimento alle esportazioni delle aziende lucane e al trasporto ferroviario delle merci utilizzando i porti del Sud anche per raggiungere i mercati europei. Quindi, parlammo delle istituende Zes e del rilancio delle aree industriali del Materano e del Potentino proprio attraverso l’ammodernamento e la velocizzazione delle FS lungo l’asse basentano.
Conte capì il senso delle mie sollecitazioni e colse subito gli evidenti effetti positivi che si realizzerebbero nel Mezzogiorno d’Italia con l’asse ferroviario Salerno – Bari, passando per la Basilicata. Con quel garbo che lo contraddistingue, dopo avermi attentamente ascoltato, il presidente prese la parola e mi disse alcune cose significative che provo a riassumere: 1) a Potenza nel Teatro Stabile aveva appena incontrato i sindaci della Basilicata (compresi De Ruggieri e De Luca) per esortarli a redigere progetti relativi alle infrastrutture da finanziare con i già disponibili fondi europei (che non devono rimanere “inutilizzati”, come spesso avviene soprattutto nel Sud!), da erogare insieme a fondi governativi previsti dal Piano nazionale dei trasporti; 2) sottolineò che i progetti e le richieste con valenza interregionale (come la tratta Salerno – Potenza – Matera – Bari) sarebbero stati presi subito in considerazione e resi veloci nell’iter burocratico e quindi finanziati in tempi brevi; 3) pure apprezzando l’impegno della nostra Associazione, il presidente Conte con estrema chiarezza disse che i progetti per il territorio (in questo caso la tratta Matera – Gioia) dovevano essere predisposti e inoltrati esclusivamente dalle istituzioni locali, Che purtroppo non hanno dato seguito a tali opportunità, incuranti di criticità e problemi.
La storia di questi ultimi mesi ci ricorda che il Governo Conte 1, a marzo scorso, ha stanziato per la Ferrandina – Matera ulteriori 50 milioni di euro per le vie di fuga (inizialmente non previste) nella galleria Miglionico e per altri interventi strutturali. Fondi che si assommano a quelli precedenti del governo Renzi (stanziati a novembre 2016) con i quali si sono ripresi i lavori sulla tratta in questione, che fino a quella data era miseramente entrata volutamente nel dimenticatoio di tutti. Un altro passaggio importante, quest’ultimo, ottenuto grazie all’impegno trasversale e sinergico (comunque in un clima di ostilità e indifferenza della Regione Basilicata e delle altre istituzioni) da parte di alcuni parlamentari dell’epoca (soprattutto Antezza, Vico, Covelli e Latronico). A loro va dato atto del grande risultato ottenuto, cioè il finanziamento e la ripresa dei lavori per il tanto atteso collegamento di Matera alle Ferrovie dello Stato nella stazione di Ferrandina. Collegamento che da solo, ovviamente, non può bastare e per il quale, facendo gioco di squadra (come nel 2016) per la prossima legge di bilancio devono essere soprattutto i politici materani a chiederne il prolungamento fino a Gioia del Colle. Infatti, dal 2016 a oggi, nonostante continue sollecitazioni a vari livelli dell’associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, sostanzialmente non ci sono state altre iniziative politiche che dalle sedi materane, potentine e romane hanno preso a cuore il prolungamento in questione. Infatti, nessuno, nel mondo politico piuttosto silente, si è realmente adoperato per portare a casa questa conquista indispensabile e i relativi finanziamenti per la valorizzazione, lo sviluppo e il futuro di Matera e dell’intera Basilicata oltre il 2019 attraverso la trasversale SA-PZ-MT-BA.
Per queste ragioni al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel porgere gli auguri di buon lavoro (estesi ai ministri De Micheli, Provenzano, Lamorgese e Speranza e ai sottosegretari Liuzzi e Margiotta), esprimiamo la piena fiducia e la nostra riconoscenza per aver rilanciato con forza in questi giorni, a Roma e a Bari, la “questione FS a Matera”. Infrastruttura che può rappresentare uno snodo importante per tutto il Sud e dare un concreto e atteso segnale di svolta soprattutto ai giovani e a coloro che vorranno investire nella nostra regione, creando lavoro e occupazione.
Nel contempo, ci rivolgiamo anche a Vincenzo Boccia (presidente nazionale di Confindustria, nei prossimi giorni a Matera) che a Lecce, a Bari e Cernobbio (sul lago di Como) ha parlato di investimenti, di giovani e di cantieri da aprire nel Sud. A lui e ai promotori dell’Assemblea nazionale dei giovani di Confapi (che si terrà nella nostra città a ottobre) va l’invito a scendere in campo con noi senza indugi né riserve e a sostenerci in questa battaglia vitale che è innanzitutto di civiltà, di coesione socio-economica e territoriale. Matera, infatti, deve tenere unita la Basilicata e pertanto non può non avere collegamenti diretti con il capoluogo di regione, Potenza, ed essere anche scollegata al resto d’Italia. La Città dei Sassi merita di uscire definitivamente da questa vergogna dei tempi moderni, palese incongruenza in relazione alla sua vocazione culturale e turistica. E deve farlo tenendo conto anche della opportunità delle Zes e delle diverse aree industriali lucane, che non possono continuare a essere abbandonate e declassate per le scelte sbagliate e insensate operate finora.