Comitato di Quartiere Rioni Sassi in una nota sollecita un cambio di marcia da parte dell’Amministrazione Comunale per la risoluzione di una serie di problematiche che riguardano gli antichi rioni e informa che il 20 maggio alle ore 15 presso la sala parrochiale di San Pietro Caveoso è in programma l’Assemblea cittadina. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
E’ tempo di futuro: Matera e i Sassi oltre la stasi
Comitato di Quartiere Rioni Sassi
Stasi, siamo fermi di fronte a muri restaurati, ma incapaci di comunicare.
Questa è la situazione oggi, a quasi un anno dalla grande assemblea pubblica che come Comitato dei Sassi organizzammo a giugno dell’anno scorso, proprio per rilanciare l’idea di comitati di quartiere e di voci collettive di cittadinanza che si ponessero in una dinamica di dialogo con l’amministrazione.
Allora fummo ‘nominati’ sentinelle dei Sassi: ma non vorremmo essere divenuti anche noi sentinelle di pietra, talmente connaturati con lo spazio che abitiamo (sia come residenti che da persone che lì operano nelle loro attività lavorative), da divenire oggetti percepiti come immobili, degni eventualmente (sempre rispettando i lunghi tempi della macchina amministrativa) di soli interventi di restauro. Con il nostro lavoro, abbiamo fatto capire all’amministrazione che il ruolo della cittadinanza, una volta assolto il suo compito di corpo elettivo, non può essere più percepito come semplice spettatore, fruitore, ma dovrebbe essere sempre più coinvolto nei processi di costruzione delle politiche, in particolare quando si abita un luogo delicato, fragile, carico di mille anime (sia storiche che contemporanee), che hanno bisogno di un dialogo continuo.
Ci abbiamo provato, con tante proposte, emerse nel ricco documento presentato proprio in occasione dell’assemblea: dalle questioni igienico/sanitarie, a quelle della fruizione dei luoghi, all’uso del patrimonio demaniale secondo modalità diverse (con attività che non siano solo al servizio di un turismo di consumo), ai muri che crollano (porta Pistola, via Muro, e tanti altri) e per i quali nulla si sta facendo.
Abbiamo chiesto udienze alle varie commissioni; abbiamo lanciato iniziative di recupero, come nel caso dello spazio di via Casalnuovo. Abbiamo cercato il dialogo, proprio perché non siamo di pietra.
La risposta? Un silenzio assordante (a parte la moda di vuoti comunicati, selfie amministrativi, tesi più a fare mostra di sé che a cercare il dialogo).
Non ci sentiamo sentinelle, né tantomeno siamo di pietra.
Siamo semplici cittadini che vivono un luogo, con un profondo senso di cura per il nostro quartiere e per i processi di coinvolgimento che sentiamo dovrebbero muovere anche altri quartieri della città. Siamo stanchi di un politica, questa sì, di pietra, ferma, immobile, chiusa nelle proprie stanche stanze, dove giunte e consiglieri si parlano addosso, azzerandosi e riazzerandosi, spenti nell’eco di pareti immobili.
La città tutta si sta trasformando, mentre al palazzo comunale assistiamo ad un incredibile immobilismo.
Negli ultimi ponti vacanzieri, abbiamo assistito a orde di turisti che invadevano i nostri spazi (e non solo quello dei Sassi), ad ‘ammirare’ quello che una volta era il simbolo della vergogna.
Ecco, ora noi ci sentiamo parte di una vergogna rinnovata, quella di non essere in grado di rispondere ad un vecchio modello di politica e di turismo, ancorata a modelli novecenteschi. Una politica fatta dall’alto, senza interlocuzioni, ed un turismo di consumo, che, in continuo aumento, è destinato a corrodere quello che ora esaltiamo nelle sue forme restaurate, non nel suo essere spazio dinamico di vita contemporanea e di visione del futuro.
Non vogliamo, con i dovuti distinguo, divenire una nuova Venezia, che in 50 anni ha perso più di due terzi della sua popolazione: noi vogliamo abitare Matera e i suoi Sassi, con nuove economie che non la condannino ad essere solo spettacolo, ma luogo vivo di rinnovate energie.
Matera ha una peculiarità che molti altre città italiane – che già rifuggono questo modello di consumo – non hanno: gran parte dei Sassi sono di proprietà demaniale, in gestione all’amministrazione comunale. Per rifuggire gentrificazioni e ‘Disneyland’ per i turisti, noi dobbiamo offrire modelli diversi di vita, di economia, con uso diverso degli spazi, mirati alla cura di una comunità che non vuole solo vendere sé stessa per poi scomparire (corsi e ricorsi della storia).
Ci auguriamo che la ripartenza del processo Matera 2019, che ha a cuore questi temi, aiuti questo senso di rinnovata cittadinanza.
Ma serve la politica, serve il dialogo, servono persone (sindaci, assessori e consiglieri) che sappiano dialogare con la comunità tutta. Serve una democrazia che esca dai protagonismi (e azzeramenti continui), che faccia della partecipazione vera (e non per eventi) il nuovo strumento di costruzione.
Non bisogna essere sentinelle o uomini d’acciaio per fare questo: basta prendere atto del bisogno di profonde trasformazioni, che noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di costruire quotidianamente, nella sana relazione fra abitanti. Basta uscire da una politica autoreferenziale dei ‘rappresentanti’.
Se capiamo questo, andremo avanti, altrimenti saremo condannati allo spopolamento e a divenire luogo vuoto per gli occhi di altri.
E’ tempo di futuro, non di reclusione e restauro delle pietre morte.
bella l’analisi! Matera non diventerà una nuova Venezia, lo ha detto l’ass. Acito. Per il resto basta attendere la nuova tornata elettorale, 2020; qualcuno al quale hanno scritto il discorso in consiglio lo ha detto. Un attimo di pazienza e nel 2020 bisogna fare attenzione a scegliere i giusti rappresentanti. Nel frattempo le sentinelle possono riposare, a chi dovrebbero fare rapporto?