Rocco Rivelli, già assessore del Comune di Matera, ha inviato una nota alla nostra redazione che contiene una “riflessione” sul concetto della “materanità” a seguito dei commenti diffusi sul social network facebook. Rivelli fa riferimento a quei “commenti fascistizzanti di un candidato di una lista civica a sostegno di Raffaello De Ruggieri che commentava la festa di presentazione della candidatura di Adduce nella villa comunale richiamando scenari xenofobi e sessisti legati al fatto che quel luogo di socialità sarebbe “occupato” da cittadine rumene”. Di seguito la nota integrale.
Penso che sia molto grave sottovalutare e banalizzare il dibattito sulla cosiddetta “maternità” cercando di racchiuderla in qualche battuta caricaturale o in un liquidatorio campanilismo. Io penso che chi dirige a vario titolo questa nostra Città, dagli amministratori, agli operatori culturali ed economici, ai sindacati e partiti e via elencando di fronte a questi fenomeni che parlano al ventre molle della società non se la possono cavare con qualche battuta ad effetto.
Queste battute oltre che di pessimo gusto e di bassissimo spessore producono infatti più danni di quanto si possano immaginare. Dal mio punto di vista generano un devastante effetto moltiplicatore figlio della CULTURA del PARTICOLARE che attraversa la nostra società e non solo quella materana. Chi lo avrebbe mai immaginato di vedere le Liste per Salvini comparire nel silenzio assordante, se non complice di tutti. Oggi è la materanità domani è lo straniero, dopodomani è il diverso, dopodomani ancora non oso neanche immaginare.
Sabato scorso leggevo su un social network i commenti fascistizzanti di un candidato di una lista civica a sostegno di Raffaello De Ruggieri che commentava la festa di presentazione della candidatura di Adduce nella villa comunale richiamando scenari xenofobi e sessisti legati al fatto che quel luogo di socialità sarebbe “occupato” da cittadine rumene. Io non voglio allungare ombre su nessuno, tanto meno su De Ruggieri, e tuttavia mi hanno insegnato che spesso c’è chi va “ultra petita” nella traduzione di questi novelli apprendisti stregoni, e quindi qualcuno ha anche la responsabilità di mettere un freno a queste derive pena, per quanto mi riguarda la corresponsabilità.
E qualcuno a suggerirmi: chi te la fa fare a prendere posizione, ti linceranno, ti faranno nero. Lo corro molto volentieri questo rischio ma io non resto in silenzio.
Io sono rimasto particolarmente sconcertato dal fatto che si possa declinare un invito ad un confronto solo perché e sulla argomentazione che veniva proposto ed organizzato nella città di Potenza agitando subdolamente e appunto questi spettri e questi fantasmi che, ribadisco, parlano alla pancia di un popolo che soffre e cova sentimenti di rabbia legati alla precarietà, al disagio sociale ed occupazionale.
E poi sono anche un poco incazzato perché io, come tanti altri, non essendo nato a Matera ma avendo scelto di viverci rivendico non solo le mie origini ma soprattutto il contributo e l’ amore di quanti, tanti, pur non essendo appunto materani di nascita o di origini familiari hanno dato tanto per rendere splendida e civile questa nostra Città.
Per me l’ identità è un valore non un feticcio, invece io leggo identitarismo, settarismo arretratezza e particolarismi.
Come non posso non pensare ai Francesco Paolo Torraca, Michele Bianco, Franco Salerno, Michele Cascino, Rocco Scotellaro, Amerigo Restucci, Pietro Laureano, ecc….ecc….
Si rivolterebbe nella tomba il prof. Rocco Mazzarone, non solo di fronte a queste ragionamenti farneticanti ma anche semplicemente innanzi a chi, pur di prendere o non perdere un voto e misero consenso, alliscia il pelo e comunque non reagisce a queste provocazioni che sono l’ anticamera di ben più gravi sentimenti egoistici e qualunquistici. Lui che se ne partiva da Tricarico per raggiungere la sua amata Matera per fondare un centro per la lotta alla tubercolosi che in quegli anni mieteva vittime tra la povera gente, i vostri/nostri nonni, che popolavano i Sassi.
Anche questo mio sussulto in una campagna elettorale, tanto vuota di politica e programmi, tutta incentrata su una becera personalizzazione dello scontro e della ricerca del mero consenso, può apparire facile propaganda, ma penso che il SILENZIO e L’INDIFFERENZA, siano più gravi e pericolosi del rischio che questi concetti possano essere travisati e/o strumentalizzati.
Impresse nella mia mente sono le immagini dei disoccupati e cassintegrati del Polo del Salotto che nel primo Consiglio Comunale della consiliatura che si stata chiudendo invocavano la cacciata dei cinesi dalle fabbriche di Matera che “ rubavano “ il lavoro. Io vorrei che queste scene non abbiano più a verificarsi a Matera e per fare ciò la responsabilità è di tutti ed a maggior ragione di chi svolge funzioni pubbliche che dovrebbero avere finanche finalità pedagogiche ed orientative.
Ovviamente qualcuno a sussurrarmi in un orecchio: chi te la fa fare a prendere posizione, ti linceranno, ti faranno nero. Lo corro molto volentieri questo rischio ma io non resto in silenzio anche perché amo tanto questa Città ed il suo popolo che non possono nemmeno lontanamente essere macchiati da questi sentimenti infamanti.
Rocco Rivelli, già assessore del Comune di Matera